Otto rovesciato

Ai tempi del liceo un professore di matematica (che ho odiato con tutto il cuore) ci aveva raccontato un simpatico aneddoto sul simbolo dell'infinito, impropriamente definito come otto rovesciato dai più. Forse un giorno ve lo racconterò... per ora mi limito a portare avanti quel capitolo Luca Napolitano iniziato quest'estate. E' uscito infatti il nuovo disco, L'infinito, appunto di cui cui a fianco possiamo notare una delle copertine. Dico una perchè tra le due che si trovano in giro in questo periodo non ho ancora capito quale è dell'album e quale è del singolo, quello che è chiaro però è che una senza faccia da pirla non sono riusciti ancora una volta a fargliela. Vabbè, speriamo nel prossimo album. Lui continua a fare successo e io continuo a sparlare, chi è più felice di noi? Andando al sodo. Nella media questo 2 disco mi sembra meglio del precedente, si sente che c'è dietro un po' più di ragionamento. Ieri una ragazza su youtube mi ha anche detto che 2 delle tracce sono cantautoriali. Quello che forse manca è il nuovo forse forse. Su quella canzone ne ho dette più o meno di tutti i colori, ma non posso negare che fosse il piatto forte, tormentone per eccellenza.
Pezzo di apertura di questo album è proprio della canzone che da nome al disco L'infinito buona musicalità, ma con il testo siamo alle solite. Già inizia con giorni spenti qui in un replay che di per se non vuol dire niente, continua con fare misterioso, non racconta, sole pure emozioni, voglia di scacciare la malinconia, puntare all'infinito. Tutto questo è esattamente quello che amo di Tiziano Ferro ma forse forse per fare certe cose bisogna esserci portati. Comunque la canzone scivola via bene, passa che è un piacere ma, altro difetto, si torna più e più volte a ripetere le stesse frasi, come se ci fosse bisogno di utilizzare tutta la melodia ma non si sa più che dire. Vivo ogni giorno per non cadere mai, per stare bene in questo presente che non ritorna mai.
Traccia n° 2) Mi manchi adesso. Dopo il "mi manchi" dello scorso album non potevano non avere il seguito. Frasi del tipo ero cinico, in bastardo, un uomo di ghiaccio non possono far altro che sorridere, cioè, l'avete visto bene in faccia? Scusate se torno a ripetere il paragone ma è un po' come quando Tiziano Ferro cantava Perverso con quel faccino da catechismo. Uguale. Passiamo oltre. Anche questa è una bella canzone, musicale, un filo più rock, scritta da lui, una bella storia: lui ex cinico, ex bastardo, ex perverso si è distratto un attimo e ZAC si è innamorato e ora sente la mancanza della fanciulla. Tremendo il richiamo forse forse non ti ho avuta mai.
Traccia n° 3) La fragilità è un giorno di pioggia, un volto deforme che l'occhio non guarda, ... e tutta una serie di altre similitudini che non capisco ma accetto. Bellissima l'immagine del soffrire per amore incompreso. Un falso sorriso che ti lascia con il cuore confuso.
Traccia n° 4) Quando tutto era amore ovvero ragionata distinzione tra l'amore il sesso. Da ascoltare. Non male. Sempre presente questa tendenza pseudo rock che ravviva l'atmosfera.
Traccia n° 5) Qui con me. Ritorno al melodico, invito a rimanere lì con lui per continuare a vivere tutta una serie di emozioni che racconta nel dettaglio. Forse potevamo fare a meno di tutta quella serie di rime baciate modello prima elementare ma non stonano assolutamente, anzi quasi stanno delineando il suo stile.
Traccia n° 6) Mia. Capiamo tutti che la faccenduola dei capelli biondo giada l'ha dovuta inserire per poter liberamente tornare a casa alla sera e non essere sbattuto a dormire sul divano. Inutile spiegare il significato della canzone visto che il titolo mi sembra abbastanza esplicativo delle volontà dell'autore. Anche questa melodica ma ritmata. Da ascoltare più volte prima di digerirla, ma appena ci si riesce non è male.
Traccia n° 7) Fidati di me. Già inizia con 'ciao come stai?' e non è che sia un buon inizio. Ti parlerò dei miei casino ma non aver paura. La premessa è buona. Questa a dirla tutta non è che mi entusiasmi. Un po' forzata verso un'estrema espressione di sensazioni che potevamo anche risparmiarci. Una continua ripetizione delle stesse parole è stata scritta per noi, due, noi due, io e te ma anche tu sei vera (pensava che fosse di plastica?) tu sei seta (ah, già temevo parlasse di Valeria Marini).
Traccia n° 8) La mia sola storia. Su questa canzone andrebbe aperto un capitolo a parte. Riassumerò tutto dicendo che forse sono una delle 2 persone a questo mondo ad aver ascoltato le canzoni di Luca Dirisio (l'altra è sua mamma) e neanche tutte, sia chiaro. Fatto sta che però conosco Per sempre e non me la si racconta che tutto quello che è stato fatto non è solo un cambio testo. Anche il tono ansimato è lo stesso. Next!
Traccia n° 9) Ora guardami. Fatto sta che quel venerdì il ragazzo è stato mollato dalla ragazza e non se ne fa una ragione. Da allora solo mezze storielle e tormenti mentali ma tutto fa tornare in mente la vecchia storia. Eh beh! Lei invece se ne infischia, ha cambiato abitudini, etc. In un ultimo impeto ora lui la supplica di guardarlo e dirgli una volta per tutte se è finita. Buona melodia. Salva questa storia, se lo vuoi. Lo vuole? Non c'è dato saperlo o forse la risposta è alla traccia successiva.
Traccia n° 10) (voglio) Dimenticarmi di te. Il ragazzo c'è rimasto malino, vuole dimenticarsi di lei e l'unica cosa che ha per certa è che non vivrà di lei. Un po' mielosa, un po' malinconica, un po' una lagna. Fingevi di amare solo me.
Traccia n° 11) Nel vento. The last but non the least. Conclusione melodica. Come un aquilone che nel vento non si perderà. Vento come mezzo soft per ritrovare il proprio cammino, guidato dalla buona stella, mandare via le nuvole e riprendere tra le mani il presente. L'acuto che c'è quasi alla fine ricorda un po' l'AAAAAAmore di Alex Baroni ma cercherò di non sottilizzare troppo.
Quindi. Giunti in conclusione. Posso questa volta mettere un non male a tutto l'ambaradan. Tremendo doverlo ammettere ma mi piace pure la sua voce. Non vorrei esagerare ma a mio avviso avrebbe dovuto aspettare ancora un po' per questo secondo disco, aggiungere qualche pezzo cantautoriale in più e fare qualche scelta scontata in meno.

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