Hanno ucciso l'uomo ragno?

Per certe cose ci si nasce, per altre ci si diventa. Essere fan di Max Pezzali decisamente ci si nasce. E' vero, quando sono nata probabilmente Max si limitava solo a cantare sotto la doccia, ma poco importa. È già nel mio DNA. Non vedo altrimenti cosa ti possa portare ad avere tutti i suoi album e continuare ad amarlo nonstante stia imperterrito continuando ad ingrassare e pubblicare meglio dì con le stesse canzoni tra le quali nessun rimpianto che credo di non aver mai sopportato dall'inizio alla fine. Hanno ucciso l'uomo ragno è il primo album degli 883 quando ancora potevano definirsi un gruppo. Ascoltandolo bene credo che possa essere definito uno degli album più trash degli ultimi 20 anni. Tanto trash che potrebbe far sbiancare finley, sonhora e dary odierni, ma Max è Max e non provate minimamente a paragonarlo a nessun biondo piastrato che urla 'l'unica certezza è gli occhi che io ho di te' come se potesse avere un senso solo perchè ti fissa con quegli occhioni. Un trash ante litteram, diciamo.
Prima traccia è non me la menare inno rock contro tutto quel mondo di fidanzate petulanti che osano volerti cambiare non solo la maglietta con i buchi sotto le ascelle, ma proprio la personalità intrinseca del bevitore di birre scure e amante delle moto di james dean. Secondo obiettivo dopo la fidanzata (a questo punto ex) non può che essere la madre. La poesia contenuta in S'inkazza (proprio con la K) difficilmente è rintracciabile altrove. 3 minuti e 37 secondi di pura rappresentazione grafica dei rimproveri di una madre, petulante anch'essa, che non riesce proprio a trattenersi dal far notare che questa casa non è un albergo, che deve piantarla di tornare a casa alle 6, di farsi troppe docce (o di non farne proprio) di lasciare le mutande in giro e via così. Cavolo come avrei voluto essere nei dintorni di casa Pezzali a quell'epoca!
Dalla terza traccia in poi si incomincia invece ad analizzare il mondo intorno a loro. Gli amici, il bar, le donne... e l'uomo ragno, figura ormai al limite del mitologico. Primo incontro che facciamo è quello con l'amico a cui è dedicata 6 1 sfigato. Della serie chi trova un amico trova un tesoro, eh? In effetti il tipetto appare fin da subito uno spesso disposto a farsi notare, uno che già all'inizio degli anni 90 aveva il cellulare (e per fare il figo si faceva chiamare dalla madre). Profetico fingi d'esser come Berlusconi pieno di ragazze e di milioni. In effetti questo è un tema abbastanza ricorrente: l'ex membro della compagnia che si allontana, fa soldi e viene disprezzato da chi continua imperterrito a poltrire sulle sedie del jolly blu. Amabile è anche la visione che il duo ha delle donne, presente proprio nella traccia successiva te la tiri. La graziosa fanciulla oggetto della lirica in questione è una classica oca, convinta di essere una diva, attenta più al portafoglio dell'uomo che ha a fianco che ad altro, capace solo di parlare di oroscopi, discoteche e rimorchio libero. Praticamente Paris Hilton. Peccato che alla fine siano constretti ad ammettere che, in fondo in fondo, tutti questi atteggiamenti fanno effetto. Già me li immagino intorno ad un tavolo pensando a 'sta squinzietta che si dimena in discoteca e sforzandosi di parlarne male. Scena al limite dell'esilarante. Dopo una epocale doccia fredda deve esser stata scritta Hanno ucciso l'uomo ragno. Canzone dal significato profondo ancora completamente non chiaro. C'è chi ne legge una versione cartonata dalle stragi di mafia di quel periodo. Inutile riassumerne il testo perchè credo sia impossibile e perchè tutti la conosciamo. Anche rimanendo alla versione "non significa niente" non possiamo però non riconoscere che è stata proprio questa a dare il via al tutto...
Con un deca è invece la canzone di tutti noi. Abitanti di una non grande città e perennemente senza soldi in tasca. Con un deca non si può andar via, non ci basta neanche in pizzeria. Sinceramente non ho mai passato una nottata a girare in auto a ragionare sulla mia vita e pensare a cosa ne sarà di me, ma non posso proprio dichiararmi estranea alla situazione e forse nessuno di noi lo è. La classica situazione in cui si è nella via di mezzo tra l'essere "piccoli" e l'essere "grandi". Usare quell'ultimo deca per fare benzina ed evitare che l'auto ci pianti in mezzo alla strada: metafora magnifica di quel voler \ dover andare avanti, crescere, ma cercare di fermare il tempo visto il grande punto di domanda sul da farsi. Come se fare il pieno all'auto non desse modo alla notte di finire. Voler svoltare, non voler solo essere uno di quei tanti uomini che hanno popolato questo strano mondo, ma non sapere in che modo. Inventare il disco orario solare? Mollare tutto e andare a New York? Ma poi ti guardi in faccia e ti dici dov'è che vuoi che andiamo con ste facce io e te. Epocale.
Dopo tanti ragionamenti profondi ovviamente non può mancare il momento remember riservato al Jolly Blu, mitico bar \ sala giochi, in cui i nostri eroi sono cresciuti, hanno fatto il loro casino. Inventassero mai il modellino del max's word questo me lo immagino proprio al centro della cittadina, tra vicoli e vicoletti tipici.
Ultima ma mai ultima lasciati toccare probabilmente perla trash di tutto questo capolavoro di album. E siamo sempre lì, io continuo ad immaginarmi Max e Mauro seduti al bar del Jolly blu a commentare quelli che passano per la via o che occasionalmente entrano. Questo è il turno di un altra giovane fanciulla, o forse è quella di prima, vestita di nero, con le calze a rete e le unghie rosse che provoca gli istinti più primordiali del duo. Da non perdersi assolutamente nel sottofondo la donna che ansima.
Morale della favola: disco più che consigliato anche se molto in stile anni 90. Astenersi perditempo, criticoni e ultima generazione che se anche mai dovesse apprezzare l'album mai lo comprenderebbe veramente.

EDIT 2012: Beccati! Grazie 1000 per il link, per il complimento e per lo smile!
LOVELIFE - l'amore e la vita al tempo degli 883

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