BookTAG - la torre dei libri
Per questo TAG avevo in mente una serie di fotografie ad altissimo impatto qualitativo. Poi il mio tecnico delle luci ha preso un abbaglio, ha deciso di dover assolutamente partecipare con un piccolo cameo... e io non me la sono assolutamente sentita di negargli questa possibilità. Senza la collaborazione del tecnico è stato impossibile riuscire a scattare altre foto, quindi, ecco la mia torre dei libri!
Per comporre questa torre ho risposto alle 15 domande del TAG (raccolto a caso in giro per la rete, non me ne voglia l'autore e\o autrice, al \ alla quale, in ogni caso, sarò ben lieta di rendere omaggio se mai avrò modo di conoscere la sua identità).
1. Il primo libro di una serie. "Il caso dei libri scomparsi" di Ian Sansom. Diversi anni fa ho letto tutta la serie. Prima o poi a Tundrum a mangiarmi uno scone ci voglio andare. Si tratta di un giallo, ma neanche troppo. Non è certo un Agatha Cristie, ma ha il suo mistero (dei libri scomparsi, mica per altro) da risolvere. Punto forte, in ogni caso, credo siano personaggi e ambientazione. Altrimenti col cavolo che Ian Sansom sarebbe riuscito a tirare avanti con altri 3 libri della serie.
2. Il secondo libro di una serie diversa. "Le scarpe rosse" di Joanne Harris, seconda sfortunata puntata del ben più felice Chocolat. Ne esisterebbe anche una terza puntata, ma io faccio finta di niente da un po'. Perchè le cose che non vedi non esistono. E se non esistono non ti crollano miseramente sui piedi colpendo l'alluce con millimetrica precisione. Le scarpe rosse vorrebbe far finta di essere un sequel ma non può esserlo. E' un'altra storia, è un altro mondo, un altro paese e un'altra epoca storica. Però c'è una che fa cioccolatini, elemento inserito ad cazzum all'interno della storia per giustificare il fatto che la protagonista si chiama allo stesso modo dell'altra e per fare in modo di non dover raccontare il suo passato, visto che in teoria dovremmo già conoscerlo. Più ci penso più ritengo che sia un tentativo pietoso per far spendere soldi alla gente. E io ci sono cascata in pieno.
3. Un libro con la copertina blu. "Nel giardino dei fiori di marmo" di Deborah Smith. Non che la copertina sia interamente blu... però lo è in buona parte. Ed è questo quello che conta. Credo. Ah, il libro è bello, ve lo consiglio.
4. Libro con un titolo di 6 lettere. "Emmaus" di Alessandro Baricco. Precisamente sei lettere... per un libro di cui casualmente ho già parlato una volta, un po' come, altrettanto casualmente, ho già parlato dei libri che hanno preceduto questo. Una mossa decisamente paracula che mi permette di non dilungarmi troppo per ogni singola risposta infilando dei semplicissimi link qua e là. Prima o poi tutto questo dovrà finire.
5. Un libro che non hai mai letto. "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'avenia. Ho un rapporto complicatissimo con questo libro, anche se non so \ non mi ricordo da cosa è scaturito tutto ciò. Io ricordo di aver inserito il titolo nella mia wishlist moltissimi anni fa e sono certa che se c'è entrato una ragione ci deve essere stata. Devo averne sentito parlare bene o me lo deve aver consigliato qualche persona \ personalità di cui mi fido. Eppure non mi ricordo il perché. Il fatto di non ricordarmi l'esatto perché ha fatto in modo che il libro rimanesse per anni in wishlist senza concretizzarsi mai tra le mie mani, sulla mia libreria. Il fatto ha voluto che questo libro entrasse in casa mia usato \ strausato ed abusato la scorsa primavera... ho deciso di accoglierlo con piacere, lasciandogli un posto sullo scaffale delle prossime letture. Eppure molte altri libri, anche entrati dopo, gli sono passati avanti. Questo libro resterà lì ancora per molto temo. Ha anche una copertina così... Newton&Compton a 9,99. Anche se non è Newton&Compton e non è costato 9,99.
6. Un libro con il cielo sulla copertina. "L'enigma del solitario" di Jostein Gaarder, di cui casualmente ho già parlato. Qui occorre approfondimento a lato. Il mio libro preferito da sempre e per sempre. Il fatto che abbia un cielo in copertina è un modo come un altro che ho trovato per poter inserire questo titolo anche in questa lista.
7. Un autore con la mia stessa iniziale. Ho appena realizzato con orrore che non conosco alcun autore che si chiami Tiziana \ Tiziano \ Teresio \ Teresanna \ Terenzio \ Tacito. Cioè. Tacito per conoscerlo lo conosco, ma non ho niente di suo in libreria. E non ho mai letto niente di più di qualche versione latina tradotta al liceo. Considerando che non ero una cima a tradurre dal latino (ma solo perché la professoressa non condivideva con me la stessa grande fantasia né tollerava quello spirito di improvvisazione che mi portava ad inventare pezzi di storia quando non capivo bene il senso di quella raccontata) torno a ribadire che non ho mai letto molto di Tacito. Sono quindi passata al cognome, vuoto. Panico totale. Però ho scovato, dallo scaffale universitario, un Lezioni di Diritto Amministrativo (aggiornato a tre riforme fa - ad essere ottimisti -) di Giandomenico Falcon.
8. Un classico. "Il gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Chiunque abbia concluso quantomeno la scuola dell'obbligo ha una libreria zeppi di classici pallosi che l'insegnante di lettere ci ha obbligato a comprare e\o leggere in combutta con le case editrici. Non parlatemi di biblioteche perché io rovino ogni libro, lo facevo ai tempi del liceo, lo faccio ancora oggi. Non ho il feticcio del libro perfetto, mi piace che sia un po' vissuto. Il fatto di avere tutti questi classici in libreria non fa di noi dei grandi lettori, la maggior parte di noi li ha letti non avendone voglia, insultando mentalmente la professoressa matta di cui sopra, la stessa che mi tarpava le ali con i latinismi, e non ricordandosi più niente di quanto letto. Solo qualcuno di noi dopo qualche anno ha superato il trauma e ha ripreso in mano la situazione, ha riletto con maggior gusto e minor ansia quanto aveva davanti. Solo alcune opere hanno superato il varco. Nel mio caso "Il gattopardo" è uno di quelli che ha superato il varco. Amo il libro, amo il film. Due capolavori, consigliati, anche se non sono da prendere alla leggera. Il film dura più di tre ore: piuttosto consiglio di dividerlo in due, ma non stufarsene mai. Il libro è piccolino alla vista, ma piuttosto tosto. Anche se non pesante. Credevo di averne parlato da qualche parte in giro per il blog, anche perchè l'ho riletto piuttosto di recente. Forse, almeno per i classici, ho dimostrato un po' di rispetto tacendo.
Tra l'altro, mi auguro che tutto questo funga sufficientemente da invettiva contro il sistema scolastico italiano. Perchè se amare ed apprezzare certe opere deve essere oggetto di iniziativa personale e buona volontà non stupiamoci se la folla dei tronisti di Maria De Filippi è sempre più vasta.
Tra l'altro, mi auguro che tutto questo funga sufficientemente da invettiva contro il sistema scolastico italiano. Perchè se amare ed apprezzare certe opere deve essere oggetto di iniziativa personale e buona volontà non stupiamoci se la folla dei tronisti di Maria De Filippi è sempre più vasta.
9. Un libro con 4 o più colori in copertina. "Gli sporcelli" di Roald Dahl. Ho preso un libro a caso, ma questa collezione di Roald Dahl è meravigliosa. Le illustrazioni, i disegni della copertina. Le storie. Sono sempre più in love with Roald Dahl.
10. Il più piccolo della mia libreria. "Tutti mi danno del bastardo" di Nick Hornby. Come non inserire all'interno di questo elenco anche uno dei miei autori preferiti. Di questo libro, tra l'altro, c'è il comodo link che riporta a quanto già detto. Non è proprio questo il libro di Nick Hornby che consiglierei al mio prossimo che non si sia mai approcciato alla sua opera, però mi era utile per rispondere alla domanda. Tutti mi danno del bastardo è anche più piccolo di "E' nata una star?". Per dire.
11. L'ultimo libro che ho comprato. E' singolare per me, in questo preciso momento storico, parlare di libri acquistati perchè, da quando mi sono fatta furba, in realtà, sto acquistando veramente poco. Almeno in libreria. Almeno pagandoli veramente. Spesso li pago per finta o con sorrisi, quindi ho un vuoto mentale: qual è l'ultimo libro che ho comrpato? Perchè la faccenda paradossale è che da quando non compro libri ne sono entrati moltissimi in casa mia. Facendo mente locale credo di poter dire che l'ultimo libro per il quale ho scucito dei solti veri è stato "Fuori da un evidente destino" di Giorgio Faletti, preso la scorsa primavera ad una vendita di beneficenza della biblioteca. Ora però ho un dubbio che mi assale. Perchè io voglio tornare a leggere Faletti dai tempi di "Io uccido", molto prima della sua morte. Solo che sono leggermente intimorita, ho un po' quell'ansia da aspettativa delusa. Il primo libro mi era piaciuto molto e sono convinta che tutti i libri di Faletti siano belli, quindi ho paura che se il prossimo che leggo non mi dovesse piacere allo stesso modo ne rimarrei delusa, mi cadrebbe un mito, quindi rimando e non lo leggo. Solo che così passa ancora più tempo. E più passa il tempo più aumenta l'aspettativa... e la prospettiva che questa venga delusa.
12. Un libro con una faccia sulla copertina. "I Cowboy non mollano mai" di Max Pezzali. Perchè sono l'unica ad averlo letto probabilmente. Comunque, anche di questo c'è supporto video a lato e link attivo, perchè sono troppo professional.
13. Un libro il cui sequel uscirà prossimamente. Mi rifiuto di rispondere, seguo pochissimo le serie (almeno dei libri) e comunque non sono mai sul pezzo. Non ho idea di cosa debba uscire prossimamente, e comunque non la sto aspettando.
14. Un autore con le iniziali uguali. Giovannino Guareschi, nella torre dei libri è finito "Don Camillo e il suo gregge", che poi è la Sua prossima lettura in libreria.
15. Un libro che ha per titolo una parola inventata. "Squeegee Boogie" di Federica Frezza. Se non conoscete Federica Frezza, per favore, vedete di andare a conoscerla. Sarà noto, a chi ha un minimo di confidenza con la mia libreria, che io e le scrittrici donne non andiamo molto d'accordo. Non è una questione di sessismo, non dico che gli uomini scrivono meglio delle donne, solo che raramente mi è capitato di leggere qualcosa scritto da una donna che mi piacesse veramente. Quantomeno mi piacesse quanto mi piacciono cose scritte da uomini. Io su questo punto ancora non mi sono data un perchè, oltre all'ovvio: non leggo abbastanza. Alzo gli occhi alla libreria e scorgo qualcosa come Scarlett Thomas, mi sarei tagliata i polsi prima di giungere al finale, Jane Austen, ok "Orgoglio e Pregiudizio", giunta ad "Emma" (letto prima in inglese poi in italiano - o viceversa - ) ero già stufa marcia dalla noia. Melissa Bank è la delusione più recente. La Fede invece mi piace. Ho letto Squeegee Boogiee ed anche Mokita, il secondo libro, ed è uno strazio il solo sapere che molte delle cose che scrive non vedranno mai la luce per colpa del massacro della politica editoriale moderna. Questi due libri li ho e li conservo gelosamente in libreria, sono cose che in pochi possono vantare.
16. Un libro con un epilogo. "Il codice da Vinci" di Dan Brown ha un epilogo. Gioia e gaudio!
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