Vorrei, ma non posto
Pochi istanti fa, nella realtà spazio temporale in cui io sto realmente scrivendo queste righe, mi trovavo a cazzeggiare su twitter. Strano, non succede mai. Stavo dietro all’ennesima bagarre tra Salvini e Fedez, che è qualcosa di meraviglioso. Salvini, un po’ come Gasparri, è uno che evidentemente non ha niente di meglio da fare nella vita che seguire selvaggiamente tutti quelli che gli stanno sul culo per poterne parlare. Male, ovviamente.
Che poi è un po’ quello che faccio anch’io, solo che io non vengo pagata lautamente dallo Stato per stare su Twitter. Solo che io non vengo pagata lautamente. Punto.
Aggiungo un’altra differenza: io generalmente non ne parlo male sui social, mi limito a farlo con le persone accanto a me o passanti occasionali. Insomma, un po’ di differenza tra me e Salvini c’è. Per fortuna.
Il problema, il vero problema, è che in questo preciso istante, anzi, tre secondi e mezzo fa, io mi sono trovata a comprendere pienamente chi litiga sui social network. E lo capisco perchè mi ci stavo per mettere anch’io. Che poi è questo il motivo per cui credo che i politici non dovrebbero stare su twitter. Che poi è questo il motivo per cui non seguo politici che stanno su twitter. Però seguo Fedez, che discute con Salvini, e sotto i cui tweet si snocciola una suculenta polemica tra i fan dell’uno e gli elettori dell’altro che mi crea un’orticaria alle mani che stento a tenere a bada. Perchè Fedez e Salvini lo fanno per mestiere, sia chiaro. Nessuno crede che sia tutto vero per davvero. Nulla è vero tranne le reazioni del popolino, capace di tirare le peggio freddure nella speranza di essere visto dal proprio beniamino. E’ proprio davanti a questi commenti che sento l’irrefrenabile desiderio di rispondere, che proprio le cose non me le riesco a tenere… e come poco fa scrivo, in 140 caratteri, tutto quello che avrei potuto dire per insegnare a vivere il mio prossimo. Poi però ci penso. Non mi lascio trasportare dall’invio facile e lascio perdere. Cancello tutto, ragiono sul fatto che contro certi soggetti è pure inutile mettersi a dialogare. Perchè se si è in grado di lasciarsi, sempre e solo in 140 caratteri, ad esclamazioni razziste \ ignoranti \ omofobiche \ denigratorie \ offensive (prendere questi aggettivi, modificare l’ordine degli addendi e, a seconda della combinazione che ne risulterà trovare la soluzione più adatta) partendo da un tweet che parla di gelati allora è una causa persa. Sarebbe come lottare contro i mulini a vento. Cosa ho scritto in fronte, Don Chisciotte?
Tutto nasce così: nell’ultima canzone di Fedez (e J-Ax), questo cita Salvini. La canzone è colonna sonora della pubblicità estiva del cornetto Algida, questo ci lascia perplessi sulla sorte di Cesare Cremonini ma, soprattutto, ha già reso il pezzo un tormentone insopportabile che sfruguglierà le palle a tutti molto prima della fine dell’estate. Però vogliamo tutti bene allo zio Ax. Il punto è questo: per ripicca Salvini ha dichiarato che quest’estate mangerà solo cornetti di altri marchi: Sammontana e Sansom (per menzionarne alcuni), comunque rigorosamente marchi italiani. Cornetti di ghisa.
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