Una vita da lettore - Nick Hornby
Ho passato fin troppo tempo dietro alle peripezie di Stephen King e dei sopravvissuti alla cupola. Una volta uscita dall’impasse mi sono resa conto di essere completamente bloccata. Da un lato la voglia di leggere tutto il leggibile, dall’altra il dubbio: cosa leggere? Non ho più molta voglia di sprecare il mio tempo in letture “forzate”. Adoro ricevere consigli di lettura, ma solo quelli che mi vengono rivolti da persone di cui mi posso fidare.
Mettiamola così:
C’è chi legge libri brutti, è facile evitarli, li si riconosce da lontano e gli si gira intorno.
C’è chi legge solo libri noiosi, che amano soffrire e piangere nel corso delle proprie letture, e questi è già più difficile aggirarli, perchè rischi facilmente di essere tacciata di superficialità. E’ così che in passato mi sono ritrovata a leggere “Lettera a un bambino mai nato” e credo che non vorrò mai più leggere nulla di Oriana Fallaci in vita mia. Non me ne voglia.
C’è chi legge solo libri fantasy, e se questi hanno meno di 5 volumi e 4000 pagine complessivamente non sono un granchè.
C’è chi legge solo graphic novels e se provi a dirgli che i fumetti non sono il tuo genere, vade retro! Prima di tutto perchè le graphic novels non sono fumetti… e poi perchè sei ottuso se non sei in grado di accettare una forma d’arte diversa da quella tradizionale.
C’è chi legge solo Harry Potter… ma questi, poverini, comprendiamoli. Anche quando ti dicono che dal terzo volume in poi non sono più libri per l’infanzia.
C’è chi legge Nick Hornby. E questa sono io. Mi pare chiaro che legga moltissimo Nick Hornby. E se Nick Hornby può essere in grado di consigliarmi cosa leggere una volta che avrò finito di leggere tutto quello che si può leggere di Nick Hornby tutto riguadagnato. Se ognuno di noi è, anche solo in minima parte, ciò che legge… beh, da questo libro non possono che uscirne saggi consigli di lettura.
Questo libro è composto dalla raccolta di tutti i suoi interventi sul believer, una rivista americana sulla quale per anni ha tenuto una rubrica in cui parlava di libri. Non si tratta di vere e proprie recensioni, più che altro dei racconti relativi al proprio rapporto con la lettura di quel mese… circostanza che non può che andare spassionatamente a braccetto con il riassunto di quanto letto o una sua opinione personale. Opinione che, ovviamente, è sempre positiva per lo stesso diretto volere dei Polyphonic Spree… ma dalla quale poter trarre qualche spunto interessante.
Nota positiva n. 1:
La qualità dei testi trattati. Letture leggere, contemporanee ma di una certa qualità, intervallate dai grandi classici dei quali ci si rende conto di non poter assolutamente fare a meno. E se all’improvviso ti sorge così, di nascosto, come una certa voglia di recuperare David Coperfield, allora una vita da lettore non può che essere un gran libro.
Nota positiva n. 2:
Nick Hornby è divertente. Al di là dei libri di cui si è andato a parlare nello specifico ogni singolo articolo è tenuto insieme da una graziosissima cornice cucita ad arte dallo stesso Nick di fatti, fattarelli o semplici spiritosaggini tali da non rendere asettica l’intera lettura. Comunque gradevole, anche se non è un consiglio di lettura quello che state realmente andando a cercare.
Nota negativa n. 1:
Essendo una rubrica tenuta da un autore inglese per un pubblico americano, certe volte i consigli letterari non è che vadano veramente bene per un pubblico italiano. Prima di tutto perchè ci sono autori del tutto sconosciuti in italia di cui si parla come se non avessimo sentito parlare d’altro in vita nostra. Per la stessa ragione, di alcuni dei testi citati non esiste una traduzione \ pubblicazione italiana, il che rende il consiglio del tutto inutile. Anzi, spesso un consiglio sgradito… perchè mi hai fatto venire voglia di una cosa, che non posso avere. I problemi di reperibilità potrebbero seriamente remar contro anche alla volontà di approcciare l’opera in lingua originale.
Nota positiva n. 3:
Ho imparato l’uso di un nuovo termine: "onusto". Usato veramente, a pagina 114.
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