Il giorno del lupo - Carlo Lucarelli
Il mio amore per Coliandro è una di quelle cose che non piò certo passare inosservata. E’ proprio una questione di pancia, passionale, incontrollata. Perchè in fondo Coliandro sono io. Punto, non c’è alternativa. Non se ne esce.
Coliandro è un tipo strano, ha una forte personalità, ha investito la sua intera esistenza in favore di una professione che lo odia, continua a riversare tutte le proprie forze in favore della professione che lo odia… ma sa di non poter ambire ad essere niente di meglio. Perchè in fondo Coliandro è un buono, è una persona con dei principi, una persona di solidi valori… anche se è goffo, anche se sviene quando gli si fanno i prelievi del sangue. Tutta questa goffaggine spesso e volentieri non gli gioca a favore… però è anche molto sfortunato, questo c’è da dirlo. La sorte lo pone sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato. Altre volte è lui che ci si piazza da solo… ma questo è un altro discorso. Per andare contro, o per nascondere, questo lato della sua personalità gioca a fare il duro. Si impone di essere un tipo tosto, come uno dei protagonisti dei film di Clint Eastwood che lui ama tanto. Parla per citazioni per essere sicuro di avere sempre qualcosa da dire, per non rimanere mai senza l’ultima parola, ma serve solo a celare le sue insicurezze.
E poi Coliandro dice sempre quello che gli passa per la testa. Senza mezzi termini. Senza mezze verità. Senza false ipocrisie. Che poi è quello che vorremmo fare tutti, solo che spesso non lo facciamo per non correre il rischio di essere confinati allo spaccio della questura insieme a Gargiulo. Che è simpatico, santo cielo, non dico di no… ma il rischio dei 1200 yogurt al mirtillo è dietro l’angolo. Per ognuno di noi.
Vogliamo veramente dire chi è che ha preso Coliandro e lo ha reso un personaggio di tale levatura? Carlo Lucarelli? Sarebbe una risposta superficiale. Corretta, ma solo a metà. Lucarelli ha creato un gran personaggio, ma senza Giampaolo Morelli sarebbe ancora un vicesovraintendente qualsiasi. Giampaolo Morelli gli ha dato un volto e, soprattutto, gli ha dato una voce. Perchè le parolacce che ti frullano per la mente nei momenti di sconforto non possono che avere la sua voce. Bestiale. Può essere che sia uno degli ultimi quattro attori della scena italiana che ancora sappiano recitare come si deve? E sia chiaro che, al momento, gli altri tre non mi vengono in mente.
E’ proprio con il suo tono di voce in testa che deve essere letto questo romanzo. Ed acquista tutto un altro sapore.
Il giorno del lupo è un volumetto di non grande spessore (parlo proprio in termini geometrici) ma è una lettura gradevolissima. L’introduzione imprescindibile ad un personaggio che, negli anni successivi alla pubblicazione, abbiamo imparato a conosce ed amare nella sua versione televisiva anche se è proprio in quella dimensione che si è evoluto. Si è evoluto ma c’era già tutto: politicamente scorretto, goffo, impenitente. Io lo adoro. Leggete il libro, lo adorerete anche voi.
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