Quello che capita #4 "Il su' figliolo"
Capita certe volte di ritrovarsi, nella stessa settimana, a distanza di pochissimi giorni, a dover dare contro ed a dover dare ragione a Francesco Facchinetti. Che poi, stiamo calmi, qui sto confessando di appoggiare un pensiero di Francesco Facchinetti. Io non so se ci stiamo rendendo conto della gravità della faccenda.
Tra l'altro, una delle prime cose che, della serie meccanismi infernali della mente, mi scappa da dire ogni volta che sento il nome di Francesco Facchinetti, è una vecchia battuta di Sergio Sgrilli sentita a Zelig qualche anno fa. Insieme agli ospiti speciali della puntata (i Pooh) stava cantando "Chi fermerà la musica?". "il su' figliolo!" indicando Roby.
Quindi è così. Quì si stava parlando di Francesco Facchinetti (il su' figliolo) che, chiaramente non avendo niente da fare, ha passato tutte le serate di Sanremo sul divano a twittare, come ogni altro essere vivente, quello che più gli frullava per la mente. Senza filtro. Perchè twitter è così: 140 caratteri, sia quel che sia, c'è anche poco spazio per cannare i congiuntivi: non c'è bisogno di rileggere quello che si è scritto e non c'è bisogno di pensarci su più di tanto. Si scrive, si schiaccia invio e tutto il mondo ha piena consapevolezza del vuoto cosmico all'interno del tuo cranio.
Fu così, che in preda a qualche delirio di onnipotenza, mentre sul palco del ben famoso Festival si stava manifestando, in un delizioso rumore silenzioso, in favore dei diritti civili annodando una bandiera arcobaleno sui microfoni dei cantanti, spunta lui con uno di quei commenti falso buonisti-populisti, tendenti al cerchiobottisti, con il quale preavvisa di non essere di certo contrario a "certe cose" ma di essere "irritato da questa ostentazione dei diritti gay". Neanche a specificare che di cerchiobottista tutto questo non ha niente. Forse un filo paraculo, ma è un malsano tentativo di essere bipartisan in una battaglia che non ammette di essere bipartisan o neutrali. Se hai una posizione in merito vedi di assumertene le responsabilità. E comunque in questo caso nessuno lo ha costretto con gli stuzzicadenti per tenere aperti gli occhi, ad assistere ad un comizio a lui sgradito. Inutile a dirsi che è stato ricoperto di merda in men che non si dica. A prendere la parola anche Alessandro Gasman, uno che - a differenza dell'altro - si può anche fregiare del titolo di figlio d'arte: "Non si tratta di ostentare, ma di riconoscere".
Fu così che, dopo qualche attimo di silenzio, il tweet incriminato sparisce dal profilo twitter dell'ex Dj, ex cantante, ex fidanzato della Marcuzzi, ex non so neanch'io che dire, probabilmente non ancora a conoscenza del fatto che sulla rete nulla sparisce per sempre. Tutto resta e si ripropone. E più tenti di farlo sparire più questo torna, perchè si diverte a prenderti per il culo. Dal manuale "Come uscire dal merdone for dummies" ecco quindi l'idea geniale: dire che è stato un hacker. Un hacker che ha preso possesso del suo profilo twitter, non dei codici dell'home banking, non delle passwords della sua e-mail o di quello che può avere di un filo più interessante, proprio nei momenti in cui lui stava usanto il suo account (perchè era lì sul divano insieme al 50% degli italiani), si è preso la briga di scrivere un commento quasi politically correct e poi se ne è andato in silenzio. Avrebbe potuto dire qualcosa di molto sconveniente, prendere posizioni ferree, dire che "la canzone del capitano" è stata una cagata pazzesca (per dirla alla fantozzi) o invocare il gran ritorno del Duce. Invece niente: probabilmente siamo entrati nell'era della deontologia professionale degli hacker. Chi può dirlo. Perchè anche gli hacker hanno un'anima. Ringraziando il cielo è stato investito nuovamente da una massa di insulti, a dimostrazione che fortunatamente c'è ancora qualcuno che non si beve più tutte le cazzate che gli vengono dette. Il che mi fa ben sperare per il mio futuro e per quello delle future generazioni. Oggi sono ottimista. Però la cosa mi lascia altrettanto pensare che, veramente, questo ha pensato di uscire da una situazione del genere, chiaramente più grande di lui e che non ha saputo gestire, con una supercazzola del genere credendo di poterne uscire pulito.
Passano i giorni, continua Sanremo, ed ecco comparire in formazione completa i Pooh sul palco. Tutti e cinque, della serie il ritorno dello Jedi. Facchinetti (il su' figliolo) è ancora a casa sul divano con il telefono mano... questa volta non glielo hackerano e, fortunatamente, si rende subito conto che qualcuno sta insultando il padre e parte subito in difesa. Parliamoci chiaro, quando questo qualcuno è Gasparri non è poi così difficile non essere d'accordo con quello che dice e rispondergli per le rime. Che poi, Gasparri ha una vita sui social networks intensissima. Ogni giorno riesce a prendersela con qualcouno. Ogni giorno è una lite per qualcosa. E i Pooh sono troppo vecchi, Fedez è troppo dipinto, Luca Bizzarri è troppo imbecille, Alessandro Gasmann è troppo superbo. Per dire, ha avuto da ridire anche nei confronti di Puffo Brontolone. A chi si fosse perso queste (e molti altri) perle dei nostro caro senatore io consiglio, per iniziare l'avventura, questo simpatico articolo apparso su Wired.
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