Una stanza tutta per sé - Virginia Woolf

"Eppure è quanto oziamo, quando sognamo, che la verità sommersa viene a galla"
Una delle note positive de il libro delle verità nascoste, perchè sì, in effetti anche lui doveva avere delle note positive anche se temo di essermi dimenticata a tratti di farvi menzione, è la capacità di avermi portato a leggere qualcosa a cui, diversamente, non mi sarei neanche avvicinata. 
Nel romanzo di Amy Gail Hansen in famoso "libro" che rivelava tutte le verità introno alle quali si è dipanata la storia è proprio una stanza tutta per sé, inteso non solo come mero recipiente del pizzino che avrebbe portato la protagonista a sfasciarsi le cervella fin quando non fosse arrivata a scoprire che quello che lei riteneva essere l'uomo della sua vita (ma poi perchè?) non era altro che uno stronzo egocentrico ed un filo instabile (ma comunque sempre meglio che assassino) ma proprio come base di lettura e di analisi di buona parte del racconto. Solo per avermi infuso di curiosità nei confronti di questa nuova lettura, onore al merito ad Amy Gail Hansen.
"La storia dell'opposizione degli uomini all'emanipazione delle donne è forse più interessante della storia stessa di quella emancipazione"
Una stanza tutta per sé non è una lettura che probabilmente avrei fatto di mia spontanea volontà. Si tratta di un saggio, una forma letteraria dalla quale già di per sé, senza una reale antipatia nei suoi confronti, di solito tendo a stare alla larga. Il romanzo è il genere letterario che fa per me, non me ne vogliano le poesie, i racconti, la saggistica o i fumetti. 
Con la scusa di una conferenza, nella quale avrebbe dovuto parlare del rapporto tra le donne ed il romanzo, Virginia Woolf ripercorre il ruolo che la donna ha avuto nella letteratura dall'inizio dei tempi, quando la scrittura e l'arte erano a solo appannaggio degli uomini, ripercorrendo per tappe storiche anche il modo in cui delle donne si è parlato.
"scrivere, leggere, indagar, pensare, ci oscurerà la grazia, ci consumerà il tempo, ci impedirà le conquiste amorose"
Lasciate andare ogni diffidenza in merito: una stanza tutta per sé non è un romanzo per donnicciole, scritto da una donnicciola intenta a rivendicare il proprio girl power. Questa non è Wirginia Woolf!
Virginia Woolf si impegna, nel modo più freddo e scientifico possibile, ad analizzare la donna non solo come "personaggio" e ad indagare le ragioni, nonchè a trovare soluzioni, di una tal scarsa presenza nelle librerie della donna "autrice". Virginia Woolf ripercorre le epoche in cui la cultura non era "cosa da donne", gli anni in cui l'arte, lo svago e un interesse culturale non erano adatti ad una fanciulla, esamina l'impossibilità per tutti coloro che sono sempre appartenuti alle classi sociali più umili di approcciare a quel mondo, ad immaginare le sorti una eventuale sorella di Shakespeare che, dotata dello stesso genio e delle stesse velleità artistiche, non avrebbe mai potuto veder riconosciuto il proprio talento, rivelando, alla fine dei suoi ragionamenti, una sola verità: le donne non hanno per secoli avuto un ruolo principale nella letteratura perchè non hanno mai avuto tempo! Anche chi è appartenuta ad una classe sociale più economicamente agiata, ha sempre avuto case da gestire, figli da generare, partorire, far crescere, poco tempo, spazio e tranquillità per coltivare le proprie passioni. Mica per niente, anche in tempi più "recenti" le principali autrici che hanno finalmente incominciato ad avere una propria posizione sugli scaffali delle librerie, avevano una sola caratteristica comune: la mancanza di figli!
"Parlando grossolanamente, il calcio e lo sport sono "importanti"; il culto della moda, l'acquisto di vestiti, "futili""
Virginia Woolf arriva quindi ad una ricetta finale: se dovete scrivere romanzi o poesia vi servono cinquecento sterline l'anno ed una stanza con la serratura alla porta. Là dove le cinquecento sterline l'anno rappresentano la possibilità di contemplare e la serratura alla porta significhi la facoltà di pensare per conto proprio.
"La libertà intellettuale dipende da cose materiali. La poesia dipende dalla libertà intellettuale. E le donne sono sempre state povere, non solo in questi ultimi duecento anni, ma dall'inizio dei tempi. Le donne hanno avuto meno libertà intellettuale dei figli degli schiavi ateniesi. Perciò le donne non hanno avuto uno straccio di opportunità di scrivere poesia."

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