Chasing Life
Giunto alla sua seconda stagione, nell'edizione americana, Chasing Life, per me, è diventata la serie dell'estate 2015. Iniziato a seguirlo quasi per caso, dopo il primo episodio ho seriamente pensato che avrei abbandonato tutto. Così, senza se e senza ma, ritenendo che non fosse il telefilm adatto a me. Poi ovviamente mi sono ricreduta, ho tirato avanti e non ne posso più fare a meno.
Protagonista è April, una giovane ragazza di appena 24 anni, appena uscita dall'università e determinata a sfondare nel mondo del giornalismo, la cui vita viene sconvolta da un giorno all'altro da una notizia sconvolgente: soffre di leucemia e sarà necessario compiere tutta una serie di analisi e test per capire quanto è grave e come sarà possibile sconfiggerla.
La notizia gli viene riferita dallo zio George, il fratello del padre, morto poco tempo prima, con cui i rapporti erano ormai andati in frantumi dal tragico evento, stato però in grado di avere la felice intuizione quasi per fortuna, quasi per caso.
Nello stesso periodo in cui April è costretta ad affrontare la consapevolezza di una simile drammatica malattia, nello stesso momento in cui è costretta a rivivere il dramma della morte del padre, grazie ai ritrovati rapporti con lo zio George, un'altra notizia è pronta a turbarle il sonno: suo padre aveva un'altra famiglia ed un altra figlia in un'altra nazione. Perchè, a quanto pare, riuscire ad essere fedele alla moglie era una cosa che gli risultava troppo difficile.
Poste queste premesse il telefilm non semprerebbe essere nulla di realmente invitante: lo ammetto. Il solo fatto che sin dal primo episodio esca fuori il demone della leucemia non sembra promettere niente di buono: niente di buono per chi non è in cerca di un prodotto eccessivamente pesante e non vorrebbe subire l'onere dell'ulteriore onere oltre al peso della propria esistenza. In realtà la questione scorre via più liscia e indolore di quanto non ci si aspetterebbe: i temi trattati hanno pur sempre la loro importanza. Si parla di malattia, di morte, di paura, quella vera. Vediamo April metabolizzare la notizia e scrutiamo nel suo animo, e in quelli delle persone che la circondano, per capire come si reagisce ad una cosa del genere. Nessuno ci scherza su o ci ironizza sopra: però si vedono anche molti aspetti umani della vicenda o assistiamo al mondo che, nonostante tutto, continua a girare e continua a far succedere cose e far incontrare persone a domostrazione del fatto che nessuno ostacolo è insormontabile. La natura spesso è matrigna, non guarda in faccia a nessuno e ci rende piccoli ed indifesi davanti al suo volere, però non bisogna arrendersi e vivere, nel limite del possibile, ogni giorno che ci è stato donato.
A stemperare tutta la drammaticità di questi temi, un clima da commedia americana. Un cast di personaggi interessanti, una concatenazione di eventi e di vicende umane che rendono la visione piacevole.
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