Giochi senza frontiere
Non che la faccenda non fosse nei mio destino da un pezzo ma, adesso, è più concreta che mai la mia prossima partecipazione a giochi senza frontiere. Una tre giorni di corse, peripezie, salti ad ostacoli ed atterraggio finale di culo. Di culo in senso fisico ed anatomico. Di culo anche in senso metaforico se, al di sotto, non trova un cespuglio di rovi ma un bel cuscino esastico. Uno di quelli che ti permette di atterrare sul morbido ma anche di rimbalzare un po' più in la per continuare a giocare.
Ciò che non mi sarei aspettata è che anche la procedura di iscrizione ai giochi senza frontiere fosse, per così dire, avventurosa. In sintesi: prendi, restrati, compila e stampa. Paga. Scanerizza, paga ancora, ma in maniera differente, e fai un bel upload di tutto in versione rigorosamenre telematica. Poi tre capriole in aria, salto sul posto e, colpo di scena finale, prendi tutto quello che hai così tecnologicamente uploaddato e consegnalo a mano all'ufficio competente.
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