La ricetta della felicità [tesi edition]

Tesisti di tutto il mondo: unitevi e ribellatevi!
Esistono milioni di guide, di opinionisti e consiglieri folli che vi sapranno certamente imbastire la ricetta per la tesi perfetta. Come è meglio farla qua, come è meglio farla la... cose di questo genere, insomma. Il mio consiglio di vita vissuta del giorno nasce un istante prima: la scelta el relatore. Molti saranno sicuramente quelli che un attimo prima di scegliere il proprio relatore si domandano chi scegliere e come sceglierlo.
Vale solo il criterio della materia? vale il criterio dell'età, gentilezza, "potere" all'interno dell'università, della fama o delle reali opportunità di lavoro che quel professore è in grado di garantire? Sono tutti criteri molto validi, non mi sentirei mai di contestare chi ne dovesse sceegliere uno di questi: il mio consiglio saggio del giorno però è il seguente: scegliete chi sarà in grado di svolgere il proprio ruolo e avrà voglia di farlo. Perchè non c'è nulla di peggio di un relatore svogliato a rovinare metà del lavoro ed a svilire tutto quello che si sta facendo.
Un paio di anni fa mi sono laureata: con il mio professore fu tutto abbastanza piacevole. Intendiamoci, lui lo avrò visto due volte in tutto: mi ha affidato al suo assistente e lui, gentile gentile, mi è venuto incontro quando doveva, mi ha consigliato al momento giusto ed è stato piuttosto disponibile davanti alle mie esigenze particolari. In sostanza io avevo fretta per non perdere il treno e lui mi ha corretto i capitoli pure alla notte. Il professore l'ho incontrato una settimana prima della laurea e quel giorno è stato tanto professionale da recitare alla perfezione il suo ruolo come se mi avesse veramente traghettato lui verso l'orizzonte. Mi ha veramente presentato ed introdotto al resto della commissione come se mi conoscesse veramente ed è stato in grado di interagire con me come se non avessimo fatto altro nella vita. Poi mi ha stretto la mano ed ognuno per la sua via.
Venne quindi il giorno in cui, a due anni di distanza mi sono trovata a discutere un'altra tesi. Ed ecco la mia situazione attuale. Ecco perchè scrivo tutto ciò.
Il mio consiglio per chi deve scegliere il relatore: chiedete, chiedete in giro in lungo ed in largo per sapere come ci si trovano le persone che si sono laureate con quel professore. Le loro esperienze, le loro disavventure, le loro gioie ed i loro dolori. Se non trovate nessuno che abbia scelto proprio Lui come relatore: un motivo ci sarà. Fuggite più veloci della luce.
Tutto, per me, iniziò in un freddo giorno di inizio anno, pensai bene di buttarmi su qualcuno che non "facesse altro" nella vita, che non fosse professionista altrove oltre che in università, certa che in questo modo avrei beccato qualcuno veramente in grado di seguire il mio lavoro, che sapesse come si scrive una tesi e che - sostanzialmente - avesse voglia di seguimi, certa che, chi ha un lavoro, uno vero intendo, abbia di gran lunga di meglio da fare nella vita. Chiesi la sua disponibilità via mail ed attesi trepidante la risposta.
Lei, perchè nel mio caso, e nonostante la barba, è una Lei rispose: Volentieri! Con il punto esclamativo. E mi fissò un appuntamento.
Il giorno dell'appuntamento - strategicamente piazzato alle 9 di mattina, pensai, per non darmi troppe noie al lavoro - incontrai un'altra ragazza che usciva dalla sua stanza e mi disse che le era stato fatto scegliere tra due argomenti e che a me, sicuramente, sarebbe toccato l'altro. La cosa non era molto rassicurante ma feci finta di nulla. Entrai nella stanza e mi presentai. Lei mi chiede queli fossero le mie idee e rimase ad ascoltarmi con attenzione. Ne ero quali colpita. Poi si fermò un attimo a pensare... e sfornò comunque, rivisitato e corretto, il secondo argomento: quello non scelto dalla ragazza di prima. In sostanza mi presi gli scarti di qualcun'altro artatamente riadattati perchè sembrasse qualcosa di cucito addosso alle mie esigenze.
Una delle mie eroine nella vita è Rory Gilmore, non ditelo in giro. Le contesto ancora un po' la scelta di Jesse a danno del povero Dean. E le contesto anche la volta in cui decise di riprendersi Dean alla faccia della di lui consorte. Ma nella vita nessuno è perfetto. Mi ricordo quando arrivò alla Chilton e sfornò il più bell'articolo su stucchi e murature che la storia potesse ricordare. Anch'io mi sentii un po' Rory Gilmore inside: con un po' di fantasia e personalità sarei stata in grado di far mio l'argomento e ridargli vita!
Secondo me, tra l'altro, è stato così ma non posso dirlo troppo forte o mi direbbero che non sono modesta. Che palle la modestia!
Il naturale trascorrere dei tempi mi portarono a dover cambiare lievemente il titolo. Per dirla in parole semplici: la società di cui dovevo narrare il fallimento non è fallita. Decisi di parlarne con Lei prima di prendere decisioni dalle quali non si sarebbe potuto tornare indietro, quindi le chiesi un appuntamento. Nel giorno proposto proprio non poteva: ne decise Lei un altro. A quell'appuntamento io ci andai. Lei no. Paccata nelle peggiori delle maniere. Decisi di essere offesa e di far finta di niente, sperando che prima o poi si rendesse conto di qualcosa. Niente.
La tesi era già scritta quasi tutta e di Lei ancora nessuna notizia.
Vinsi la mia ostinazione e le inviai quantomeno l'indice, certa che a quel punto mi avrebbe detto qualcosa. Nulla.
Le inviai il primo capitolo. Nulla cosmico per almeno un'altra settimana.
Poi una risposta bella corposa. Primo capitolo carino, scritto bene, leggibile e fluente. Una pecca alcuni termini non propriamente adatti che mi avrebbe indicato il giono X, all'ora Y in un punto dalla parte opposta della città. Non è che ne fossi felice, avvisai al lavoro delle miei esigenze ed andai.
Arrivata lì neanche si ricordava del mio viso. Mi chiese chi fossi e cosa ci facessi lì. Inevitabilmente non aveva portato con se la correzione alla mia tesi e promise di mandarmelo per posta.
Prima di quel giornoci fu anche il venerdì folle in cui mi chiese di mandarLe un pezzo di tesi (che io non avevo ancora scritto) entro il sapato sera successivo. Ma questo è nulla rispetto a quanto deve ancora accadere.
La correzione via mail non arrivò mai. Osai sollecitarla, facendoLe presente che, per motivi di lavoro, io alla scrittura della tesi potevo dedicare solo i sabati e le domeniche... avvicinandosi il fine settimana non mi sembrò neanche eccessivamente maleducato provare a chiedere. La risposta fu che, per risparmiarle di dover trascrivere tutto, mi sarei dovuta andare a rileggere le prime 4 pagine della tesi e rivedere tutti i termini non giuridici sul dizionario. Quindi sostituirli all'occorrenza.
Su tutto il resto della tesi giunse solo un timido "va bene così".
In sostanza non si è neanche sforzata a correggermi la tesi.
Le giurai odio eterno.
Proprio perchè costretta dalle forze del male ultraterrene Le ho dovuto chiedere anche se preferiva la tesi in PDF o cartacea. Se cartacea rilegata o con la spirale di plastica. In questo caso fu magnanima: andava bene... la rilegatura con la spirale! Da lasciarle - rigorosamente - nella cassetta delle lettere del dipartimento. Perchè la sola idea di incontrarmi forse la terrorizzava.
Nel giro di pochi giorni l'epico finale della storia: lascio la tesi in cassetta e le chiedo se incontrarci per parlare della discussione. Risponde che va bene come l'ho già impostata di mio. Grazie. Aggiunge qualche ora dopo: ma la tesi in cassetta non c'è! Me ne porti un'altra!
Smonto in mondo un mattoncino alla volta e lo ribalto. Mando qualcuno a controllare se tesi ancora in cassetta: no non c'è. Chiamo altro dipartimento per capire se per caso presa loro per sbaglio: no, no. Parto di persona per andare al dipartimento a chiedere che diavolo di fine hanno fatto fare alla mia tesi: è sulla scrivania della prof! Solo che è lei che da un pezzo non la si vede da quelle parti.
-:-
Tutto questo veniva scritto il giorno prima della discussione poi, un po' per scaramanzia un po' per pigrizia è rimasto lì ad aspettarmi. Ma pigrizia fu più opportuna perchè può essere aggiornata di tanti succosi eventi.
Si può per esempio narrare della mail, mandatami all'alba del giorno stesso della discussione per rinfacciarmi il fatto che forse la persona che mi aveva assicurato che quella sulla sua scrivania fosse proprio la mia tesi si era sbagliata. Non era lei che doveva pensare di alzare il suo sedere per andare a vedere di chi si trattasse. Ero io che mi sbagliavo e la signora della segreteria del dipartimento che aveva le travegole.
Non Le rispondo. Ma resto amareggiata da tanta cocciutaggine.
Si arriva quindi in discussione... ma questa ve la racconto al prossimo episodio.

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