Notte prima degli esami

1 - Bonus maturità o qualunque altro complesso algoritmo che calcoli chi abbia diritto ad accedere ad un corso di laurea d'elitte e chi no. 

Premettiamo: io, di principio, sono contraria come alla peste ai test d'ingresso e\o ai numeri chiusi dei corsi di laurea. Credo che tutti, soprattutto se pagano (ad oggi, aggiungo, pagano molto) per farlo, debbano poter tentare la strada che più sentono propria per il proprio futuro. Sarà poi la selezione naturale a far uscire solo i migliori, i più portati e\o quelli che potranno veramente compiere la professione prescelta. Basterebbe solo rendere il percorso universitario - a tratti - leggermente più serio di quello attuale. Per "a tratti" intendo per certe facoltà \ certi atenei \ certe materie. Basta essere in campo universitario da un po' per aver sentito, almeno alla lontana, voci circa "l'università più facile", "l'università con meno esami" o via dicendo. Personalmente ne ho frequentato una che spreme tutti fino al midollo nel tentativo di farci diventare matti... mica per niente è additata come una delle più severe, delle peggiori o, a seconda della graduatoria che si guarda "delle migliori". Ho però visto più di una persona, al secondo inciampo, prendere tutto, trasferirsi - per esempio - ad Alessandria o in chiassà quale altro luogo sperduto del mondo, dove si sono laureati in fretta e furia, con voti d'eccellenza, ed ora girano per il mondo vantando il mio stesso titolo, anzi: uno anche con la scrittina e lode al suo fianco. Nel mondo in cui il mondo del lavoro è competitivo nella massima misura a me questo non va per niente bene.
Nel grande sistema delle grandi ingiustizie, poi, quella di dare un qualche peso - anzi - un peso di tale portata, al voto di maturità è da irresponsabili. Semplicemente perchè in Italia, e spiace dirlo, non siamo pronti per un simile sistema. E non c'è bisogno che sia io a dirlo. 
Partiamo da una premessa: non è l'Italia ad essere nata sbagliata, basta andare nell'America esportatrice di democrazia e, senza avere riferimenti di alto livello, ricordare un po' come andarono le cose per Rory Gilmore di Una mamma per amica. Tutto incomincia, all'inizio della vicenda, quando Rory, dalla ridente cittadina di Stars Hallow, compie salti mortali (e sua madre e i suoi nonni insieme a lei) per abbandonare la scuola di provincia sfigata, dove ci si veste anche male, per andare in un signor liceo - che costa fior di quattrini e frequentato solo da gente di un certo livello. Tre generazioni potenzialmente sull'orlo del fallimento per una sola ragione: poter un giorno accedere ad Harward. Uno dei college più rinomati d'America... in modo da poter finalmente accedere, nel futuro ancora più prossimo, ad un posto di lavoro quantomeno decente. La morale è chiara: non tutte le scuole sono uguali! E se capiti in quella sfigata ti attacchi al tram... ma può la scelta della vita essere confinata in così giovane età?
Il voto di maturità è determinato da fin troppe variabili: 
1) La scuola frequentata! Uscire con 100 dal liceo è una cosa. Uscire con 100 dall'istituto farlocco con i graffiti sulla porta - se mi permettete - è un altro. E dovrebbero essere messi sullo stesso piano per entrare all'università? Ma figuriamoci!
E vogliamo parlare di quanti sono finiti in una scuola piuttosto che in un'altra solo perchè lo hanno voluto i genitori e quando ce ne si rende conto è troppo tardi per cambiare?
2) Le fasi della crescita. Nel bene o nel male il voto di maturità è condizionato da tutti e 5 gli anni di scuola... perido in cui si passa dai 14 ai 19 anni di esistenza su questa terra: devo aggiungere altro? Può accadere di tutto, si possono prendere delle sbandate, non ci si può rendere conto delle conseguenze delle proprie azioni. Questo può determinare l'intero futuro di una persona? O sarebbe meglio lasciare ad ogni individuo il "potere" di prendere e rialzarsi, qualora sia necessario e - una volta veramente maturi - dimostrare al mondo dove si è in grado di arrivare? 
3) Il buono ed il cattivo tempo dei professori, croce e delizia dei nostri migliori e peggiori giorni. Nonostante tutto, è inutile che neghino - sono persone anche loro! Come tutti hanno giornate buone, giornate cattive, simpatie, antipatie... così come abbiamo tutti. Nella mente di ognuno di noi, di fronte ad un corpo docente composto da almeno 10 persone, ricordiamo tutti quello a cui stavamo simpatici, quello che ci demoliva sempre, quello che se poteva coglierci in errore lo faceva, quello che magari invece chiudeva un occhio. Non siamo tutti visionari: è così! Inutile dire che per loro è solo un lavoro e che ai loro occhi siamo tutti uguali: oggettivamente non lo è! E questo potrebbe nuovamente rovinare il futuro di una persona? Solo perchè la cicciona repressa di arte, eppure a qualcuno, il debito lo doveva pur dare? Che poi oggi neanche esistono più i debiti, vabbè.

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