Hostages
Nel perenne tentativo di uscire da quella dannata triade di poliziotti, medici ed avvocati che ormai invade l'intero panorama telefilmico, mi sono imbattuta in Hostages... e già dalla trama dovrà essere chiaro ai più come la missione non possa definirsi del tutto "compiuta".
La vicenda si snoda intorno ad un rapimento: del medico che dovrà operare il Presidente degli Statu Uniti e della sua famiglia. Ed ecco qua che i medici tornano a farsi avanti. In realtà il meccanismo è un po' diverso, l'aspetto medico centra ma relativamente: l'intera stagione è ambientata nei 15 giorni che trascorrono tra il rapimento e l'effettiva esecuzione dell'operazione. Si andranno ad analizzare chi sono i rapitori, perchè vogliono obbligare la donna ad uccidere, sotto ai ferri, il Presidente degli Stati Uniti e scopriremo anche chi sono tutti i soggetti che ruotano intorno a questa vicenda. Scopriremo, infatti, in breve tempo che quelli che pensavamo essere "i cattivi" a conti fatti non erano neanche i "più cattivi", perchè quelli sono altri. In un modo o nell'altro entreremo anche nelle logiche e nelle dinamiche di quello a cui assistiamo fin quasi ad essere coinvolti da una sindrome di Stoccolma collettiva che porterà, per certi versi, a "tifare" per il male in un gioco di spionaggio e controspionaggio dove a nessuno è più chiaro il ruolo che deve interpretare.
Se lo devo dire: sì, io Hostages lo consiglio. Adatto anche a chi è poco abiuato alla lunga serialità. Una sola stagione, 15 episodi e ti passa la paura. Sia chiaro, tutto questo lo sto scrivendo, rigorosamente, prima di sapere come andrà a finire.
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