Popolazioni
Il servizio pubblico genovese ha delle peculiarità mica da ridere. C'è chi penserebbe alla straordinaria propensione allo sciopero e c'è chi farebbe subito riferimento alle vetture anteguerra che spesso e volentieri ci passano ancora davanti. Io no, non sono così maligna: mi limito a constatare la sua popolazione. Chi mi vuole immagina bloccata in mezzo alla città, a bordo di un autobus a prendere nota di quello che vedo, lo faccia pure, perchè è così che sono andate le cose.
- Quelli che si lamentano degli zaini degli studenti. Ma si lamentano a prescindere. Se li tengono in spalla occupano spazio. Se li tengono ai piedi si rischia di inciampare. Se li tengono dalla maniglia colpiscono le caviglie della gente. Però mi consolo, perchè in fondo vuol dire che non è cambiato niente negli ultimi 10 anni, tranne per il dettaglio che io non faccio più parte degli insultati.
- Quelli che tibrano solo per la soddisfazione di poter dire che lui sì, che è l'unico stronzo che ancora paga il biglietto.
- Quelli che non si lavano. E da un po'.
- Quelli che non si lavano. E da un bel po'.
- Quelli che ohmiodiostavocadendo e la mano ti finisce sul culo, così.
- Quelli che è uno scandalo che non posso tenere il bambino nel passeggino. Faccia lei signora: al posto del passeggino carica suo figlio su un 4x4, nello stesso spazio si stanno 10 persone.
- Quelli che credono di rendere un servizio all'umanità sedendosi l'uno in braccio all'altro. No, tutto ciò è orribile e niente più.
- Quelli che salgono a bordo già caricati a colpi di ci sono sempre meno corse o il più frequente erano 15 minuti che aspettavo.
- Quelli che può andare mica un po' più avanti? Certo, aspetti che imparo a smaterializzarmi così siamo tutti a posto.
- Quelli che se chiedi permesso fai caciara ma se non chiedi persomesso sei maleducato.
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