Under the dome

Ormai si può dare per assodato che sto diventando vecchia ed anche un po' rimbambita. Ero davvero sicura di aver già parlato di Under the dome, verso la metà di agosto, eppure... no! Sono andata poco fa a cercare cosa avevo scritto per riprendere più agilmente il filo del discorso e davanti a me la piacevole sorpresa. Niente di preoccupante: cerco adesso di recuperare il tempo perso.
Under the dome è un telefilm liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Stephen King. Secondo alcuni è decisamente troppo liberamente ispirato ma, avendo lo stesso autore tra i produttori, beh, penso che così male non possa andare. 
Le vicente narrate sono quelle di una piccola cittadina, una qualsiasi, una di quelle in cui tutti si conoscono, tutti sono felici con le loro routine, tutti si ritrovano in quel posto o per sfuggire al male delle grandi città o per avere un rifugio confortevole. I giovani non vedono l'ora di fuggire e vedere il mondo, i grandi si adagiano sugli allori e sui confort di una piccola comunità. Un bel giorno il colpo di scena: intorno al centro della cittadina di forma una cupola! Un enorme cupola trasparente, arrivata dal cielo, indistruttibile ed irrimovile, tale da tagliare di netto tutto ciò che si è trovata sulla sua strata e da separare per sempre tutto ciò che stava dentro da ciò che sta al di fuori.
Se vi spaventano le storie piene di personaggi, colorati e variegati, ai quali non si riesce a stare bene dietro a causa della loro moltitudine e frenesia: non vi preoccupate. All'inizio potrà pur sembrare una storia come quella ma, a breve, verranno fatti tutti fuori e non ci sarà più tempo per chiedersi chi fossero, cosa volessero, dove andassero... ed altre domande esistenziali di questo genere.
Uno dei primi personaggi che incontriamo sul nostro percorso è un tale di nome Barbie, il che non promette niente di buono, visto così. Il tipo, affasciante e misterioso, rimasto intrappolato sotto la cupola, si trovava di passaggio da quelle parti a compimento di una non ben definita missione. Con il tempo scopriamo che era un veterano dell'esercito, è coraggioso e pieno di iniziativa personale per aiutare il prossimo... eppure, tutto ciò che gli vediamo fare all'inizio di tutto, è uccidere un uomo, così, a sangue freddo, e poi sotterrarne il cadavere. Non appena entrato in città mentirà, tanto e spudoratamente, ci vuole un po' di tempo per capire se faccia parte dei buoni o dei cattivi, se non veda l'ora di uscire da quella capsula per fuggire il più lontano possibile o se sia solo felice di questo nuovo equilibrio che si è venuto, anche se precariamente, a formare. 
Non ci vuole davvero molto a scoprire che l'uomo ucciso all'inizio era, in realtà, il marito di Julie, la rossa riccioluta giornalista impicciona che, fin dall'inizio, ospiterà Barbie a casa sua. Julie è una di quelle persone alla ricerca della verità, finita a fare la giornalista probabilmente solo seguendo l'istinto. Ha un proprio carattere ed una propria determinazione personale che la portano spesso a fare domande scomode ed a finire così nei guai, ma rifugiata Chester's Mill a parlare di furti di pollame e altri fattacci di cronaca giallognola dopo una non ben definita bugia raccontata ai tempi in cui faceva veramente sul serio.
Inutile specificare che, alla faccia dello scomparso marito, in breve tempo tra i due si andrà ben oltre la mera convivenza in favore di qualcos'altro. Inutile specificare che a quel tempo Lei ancora credeva il marito ancora vivo ma al di fuori della capsula: cosa ci facesse la fuori? Un grande punto interrogativo, risolto malamente ma piuttosto in fretta dopo essersi resa conto di avere tutti i conti in rosso ed un marito portatore sano di menzogne. Leggermente più difficile è stato passare sopra la scoperta di quella che per ora viene spacciata come verità. A riappacificare i due piccioncini, forse involontariamente, lo stesso morto, in una sorta di testamento\confessione con la quale racconta di aver fatto tutto per lei: ha stipulato una assicurazione sulla sua vita lasciando la moglie quale unica beneficiaria, al fine di saldare tutti i suoi debiti e ripagarla per quanto l'ha fatta soffrire. Ovviamente l'intervento di Barbie è stato necessario per non far sorgere alcun sospetto di suicidio che non avrebbe mai portato l'assicurazione a pagare il dovuto... ma sul perchè Barbie si prestasse a queste cose e come si siano conosciuti veramente ancora non è chiaro a nessuno.
Il migliore della compagnia, in ogni caso, è Big Jim. Uno che nella vita non ha altro che un negozio di auto usate (ufficialmente) ma ha le mani piazzate ovunque. E' consigliere ma di fatto comanda l'intera cittadina, è un politico della peggior specie, aveva intrallazzi con lo Sceriffo e con il reverendo insieme ai quali produceva, vendeva e diffondeva una sostanza stupefacente, a quanto pare, di loro stessa creazione a base di propano. Fatti fuori, in poco tempo, sia l'uno che l'altro ora si ritrova a capeggiare in lungo e in largo, alla faccia di quella che vorrebbe anche essere il nuovo sceriffo ma che... vabbè, non ci riesce. Tutti quelli che la pensano diversamente da lui vanno semplicemente fatti fuori, gli altri possono essere anche tollerati, purchè tacciano. Dalla sua parte una buona dose di populismo e di frasi fatti con i quali riesce sempre ad avere il favore della massa, pronta ad appoggiarlo in ogni occasione, pronta a cercare un capro espiatorio per tutto, messa ormai alle strette dalla carenza di cibo, di acqua, di energia elettrica, di gas... L'apice della follia è quello che lo ha portato a costruire un palco per le impiccagioni nella piazza principale, giusto per procedere all'esecuzione dei cattivi in pubblico e passare ancora una volta quale eroe, salvatore della patria ed acquisire ulteriore consenso.

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