L'avvocato del diavolo
La stanchezza gioca veramente dei brutti scherzi. Ti crea uno stato di intorpidimento della mente tale da farti dubitare di tutto quello che hai creduto, pensato, fatto fino ad un momento prima. Capita delle volte di occuparsi di qualcosa o di scrivere per tutto il giorno, senza alzare un attimo gli occhi dallaa questione, tanto si è concentrati ed attenti. Dopo un po' è normale: il cervello ha un fisiologico calo di zuccheri tale da far regredire quasi all'infanzia. Si incomincia a non capire più niente di quello che si è fatto, si dubita delle scelte che hanno portato fino a quel momento e non si comprende più perchè si è arrivati ad un certo risultato. E' tremendo: si incominciano ad avere dubbi anche sulle cose più elementari. La sintassi di una parola, la declinazione di un verbo, oh mio dio, a cosa serve la rimessione in termini? Vuoti epocali di questo genere. Finchè non si mangia qualcosa o non si prende un caffè è come se non si fosse mai parlato italiano, figuriamoci l'inglese, non si è mai studiato... e forse forse potrebbero esserci problemi anche con la domanda delle domande: in che anno Cristoforo Colombo ha scoperto l'America? Quando anche il verbo avere perde la H, allora, è chiaro, si è mentalmente a livello di scuola elementare.
Avete presente la mente dei bambini? Così ingenua eppure così efficace. Forse i bambini, senza tutti i problemi della vita, senza le confusioni che ci autoinduciamo, senza i quesiti che siamo portati a porci non appena gli anni si accumulano sulla schiena, sono in grado di giungere a conclusioni che noi non ci immaginiamo neanche. Sono capaci di scoperte che il frastuono delle nostre menti ci impedisce.
E' stato proprio in uno di questi momenti di pura regressione, uno di quelli in cui si rimane a fissare la macchia sul muro davanti a se e si perde la cognizione del tempo, che sono arrivata ad una di quelle epifanie che, lo giuro, non mi avevano davvero mai sfiorato. Sono giunta un paio di volte vicino alla formula segreta della Coca Cola, ma mai, davvero mai, a questa.
Avete presente quando si parla di avvocati delle cause perse? Non si tratta di un insulto, ma solo e soltanto di uno stato di beatitudine. Io, quando sarò grande, oltre a voler essere una Schumacher, voglio essere un avvocato delle cause perse. E' decisamente più divertente.
Riassumo la questione per chi non è propriamente del mestiere. L'avvocato in media svolge la stessa funzione sociale di Barbara D'Urso: accoglie nel proprio studio casi umani, li fa parlare, gli fa firmare una liberatoria e della sua vita ne farà un po' quello che ne vuole. Si prende questo caso, lo si analizza, ci si mettono le mani sopra stravolgendo la vicenda a proprio uso e consumo ed, alla fine, per tutto questo ci si fa anche pagare. Mentre si è li a plasmare la vita delle persone tutto è così divertente, con un po' di maestria e fantasia può diventare quello che ti pare e, se il compito è stato svolto bene, qualcuno prima o poi riconoscerà anche il fatto che quello che gli hai fatto credere non è altro che la verità. Altrimenti no, ti faranno una pernacchia e ti inviteranno a provarci di nuovo. In sostanza:
- Se non hai fatto bene i compiti: si torna a giocare e a divertirsi;
- Se hai fatto bene i compiti: si apre l'inferno. Sei stato talmente bravo che non hai più diritto a divertirti e devi incominciare a soffrire. Un po' come quando in quinta elemetare ti dicono che sei stato talmente bravo che sei promosso e puoi andare alle scuole medie. NO! Alle scuole medie è brutto, si studia, ti danno brutti voti e non è più ammesso colorare tutta la giornata. Ti sembra davvero un premio? Io voglio rimanere per sempre in 5° elementare e non avere mai più a che fare con un atto di precetto!
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