Febbre a 90' - Nick Hornby
Questo libro ha resieduto sul mio comodino per un tempo scandalosamente lungo, qualcosa tipo intorno ai sei mesi.
Tutto incominciò in un lontano sabato mattina, durante l’ora di diritto Amministrativo. Davo per certa che le problematiche relative alle società in House, o qualcosa del genere, non avrebbero attanagliato la mia anima… quindi partì il diversivo.
Sul mio amore per Nick Hornby ho già parlato a sufficienza, non è il caso di approfondire ulteriormente, anche se è il caso di ricordare che, come ho già ammesso in passato, a casa Hornby non tutte le ciambelle vengono col buco. In questo caso… vabbè… magari l’obiettivo non era neanche quello di fare una ciambella.
Febbre a 90’ dovrebbe esser inteso prima di tutto come una biografia dell’autore. Ogni evento, ogni data importante, ogni particolarità delle sue scelte di vita sono filtrate attraverso la lente della sua più grande passione: il calcio. Anzi, non il calcio in generale: l’Arsenal. Una volta entrati in quest’ottica improvvisamente tutti i noiosissimi dettagli su ogni singola partita alla quale ha assistito in vita sua diventerà, magari solo leggermente, più tollerabile. In realtà il libro è interessante non tanto per quello che dice ma per gli spunti di riflessione che ti può suscitare. Sono piuttosto certa che, proprio nell’ottica del libro, molta di quella che è la sua passione, la sua ossessione, il suo entusiasmo, è stato enfatizzato allo stremo e vagamente spettacolarizzato ma, alla base di tutto, non ci piove che ci sia un 90% di verità. E la domanda è la seguente: una passione così forte, così penetrante, così intensa… ci sta? Al di la di quello che è l’oggetto della passione, c’è da essere invidiosi di ciò che il protagonista ha o deve essere felice chi ha un razionale controllo di ogni cosa che lo circonda? Vedere molti film ci sta, ma tappezzarsi casa di poster e gadgets vari è da malati? Seguire un gruppo musicale ci sta, ma andare a tutti i loro concerti è sintomo di disturbo? Amare gli animali ci sta, ma vivere in uno zoo è da ricovero? Chi può dire poi qual è il vero confine tra l’intenso interesse e l’ossessione?
Altra domanda: non è che anche noi abbiamo una ossessione del genere, che condiziona le nostre scelte, che domina i nostro umore e che comanda i nostri sentimenti, ma semplicemente non ce ne rendiamo conto o non lo accettiamo?
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