Lei di corsa salì, quando arrivò l'ultimo metrò...

La metropolitana è un luogo di culto e di meditazione. Non so se ci avete mai fatto caso. Si tratta del rituale quotidiano della giornata che inizia e del tempo che scorre ma è pur sempre un culto. Salire sulla metropolitana alle 8 di mattina è davvero un esperienza catartica che non mi sarei aspettata.
Di solito sono abituata agli autobus, dove la gente è agitata per antonomasia. Ha aspettato a lungo af freddo \ caldo \ sotto la pioggia in mezzo alla ressa (a seconda della stagione), spesso è pieno, non c'è posto a sedere, qualcuno ti ha pestato un piede, qualcun altro ha deciso di infilarti l'ombrello bagnato sotto la giacca, chi è seduto si lamenta di non riuscire ad arrivare in modo abbastanza agevole alla porta ed in generale sono sempre troppo affollati di gente che non si adopera ad una accurata igiene personale da un po' troppo tempo.
In metropolitana è tutto diverso. Prima di tutto la si può aspettare in zone riparate, in grado quindi di offrire un leggero tepore, oltre che (fondamentale!!) riparato dagli agenti atmosferici. Una volta a bordo quasi tutti trovano posto a sedere, nessuno si lamenta ma quasi tutti si assopiscono con le cuffiette nelle orecchie. Per quei pochi che preferiscono il silenzio chi parla lo fa bisbigliando.

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