Habemus Papam
Giuro che questa è l'ultima volta che uso questa foto |
Tutto incominciò una di quelle sere in cui, uscendo dall'ufficio alle solite ore improbabili, una di quelle in cui, in questo periodo dell'anno, la luce del sole ha già smesso di brillare da un po', si sono incominciate a sentire suonare le campane. Grandi din dong di festa, allegri, rumorosi e lì per lì ingiustificati.
Al primo semaforo uno con la moto, che si era fermato vicino a me azzarda si sarà sposato qualcuno! Io ci penso un attimo poi arriva il verde e probabilmente non avrò mai modo di dirgli veramente quanto ho realizzato un secondo dopo: ma chi cavolo è che si sposa alle 7 passate di mercoledì sera?! Sulla strada di casa sono giunta alla conclusione che non siamo mica in un film di Don Camillo, l'impalcatura per la campana civica non è ancora stata montata e le campane, per dirla alla Peppone, sono ancora un monopolio della Chiesa.
Arrivata a casa ho come un dubbio: oh, ma non è che hanno fatto il papa?
Accendendo la televisione la risposta è stata chiarissima ed esaustiva. Più che esaustiva direi "a rete unificate". Cosa che neanche il discorso di fine hanno di Napolitano viene trasmesso da 7 televisioni su 7. Cosa che almeno il discorso di fine anno dura meno.
Accettando forzatamente la dura realtà, ovvero che, anche nella visione più laica possibile della questione, siamo comunque davanti ad un piccolissimo pezzo di storia, mi arrendo e aspetto con trepidazione. A tavola prende il via il gioco più noioso della storia, quello del toto papa che, però, fortunatamente viene fatto una volta ogni morte di papa. No, vabbè, questa è troppo triste ma non ho resistito a metterla. Sento Bruno Vespa disquisire di papi negri, vedo Giorgino sfoggiare la tinta nuova di zecca e mi domando che tonalità sia (non male quel tono miele!), sento statistiche a casaccio secondo la tradizione Mazzoniana, quanti papi europei ci sono stati recentemente, quanti hanno avuto un nome iniziante per B., quanti non sono morti prima di andarsene, quanti italiani e via così. In sottofondo di tanto in tanto pare scorgere un inno di Mameli e mi domando se veramente quello è lo stato Pontificio o ci hanno subaffittato per l'occasione. Mi domando anche quanto laico sia il nostro Stato ma la domanda è davanti agli occhi di tutti: poco! Tutte chiacchiere a vanvera per perdere tempo: da qualche parte qualcuno sta indossando senza troppo sbattimento una casacca bianca e sta ragionando su cosa dire una volta uscito dalla finestra. Si sa: la prima impressione è importante. Gli altri lo fissano e si domandano se arriverà mai il loro turno. Altri ripreparano le valigie forse sperando che per un po' questa storia sia chiusa.
Nei deliri generali io decido di scommettere sul papa brasiliano. Mia madre prevede un Pio. O se Pio è già occupato va bene anche Pio Pio. Facciano loro a seconda delle disponibilità. Decido che non ho voglia, come fu 7 anni fa, di prevedere qualcosa anche sul nome... perchè già l'altra volta l'ho azzeccato e non avevo assolutamente voglia di ripetermi... decido quindi di sperare che sia un nome che nessuno ha mai usato prima, giusto per dimostrare che di tanto in tanto qualche innovazione anche la dentro la sanno escogitare.
Alle ore 20.07 si è accesa la luce sul poggiolo, qualcuno incomincia a guardare verso l'alto ma non ha capito che qui si gioca al massacro. C'è tempo, almeno, di prendersi un caffè. Io mi domando sinceramente cosa diavolo stanno combinando la dietro: quanto ci potrà mai volere ad indossare una tunica bianca? Non bisogna neanche impegnarsi più di tanto con gli abbinamenti mi pare. Capisco il tempo di farsi un tramezzino per non trovarsi proprio in quelle situazioni non ci vedo più dalla fame davanti a tutti e sul più bello, andare un attimo in bagno... e poi? E poi esci, per favore!
No, ci tediano con un po' di ulteriori movimenti di tendine, fosse per me andrei almeno a spegnere la luce per risparmiare. Finalmente si fa avanti un'anima viva... viva. Diciamo un anima vissuta, traballante e forse solo emozionata. O forse solo generosa alla cerimonia con il vin santo. Bisbiglia parole a caso in latino certo che nessuno capisca cosa sta dicendo. Pare dica anche il nome da persona civile del vescovo nominato e i cronisti Rai si agitano come se fosse il loro vicino di casa.
La notizia è sconvolgente: in piazza i cellulari non funzionano più da un pezzo, le reti sono tutte bloccate. Nessuno che faccia un miracolo da quelle parti.
Una volta scomparso l'allegro vecchino nessuno pare dirci più niente, e ora? Dobbiamo rimanere per forza in balia di questi matti che ci raccontano strani aneddoti chiaramente non veri?
Habemus Papam: ore 20.15 in tutta la sua imponenza si muove verso la folla. Vabbè, dall'alto del suo attico in Piazza San Pietro. Circa l'imponenza intervengono altre simpatiche storielle, che non si sa da dove abbiano tirato fuori, del trio della telecronaca (che davvero mi fa quasi rimpiangere quasi quei Muppets della Formula1) quale quella dei vestiti della sartoria papale: si narra che per l'occasione abbiano preparato 3 vestiti di tre misure diverse a seconda della necessità che si sarebbe verificata. Per l'occasione è stato utilizzato il vestito più grande... ma solo perchè questo nuovo papa è molto alto... mica per la panza!
Circa il nuovo papa: argentino (vabbè dai, dicendo Brasile in fondo c'ero quasi), bianco, di origini piemontesi. All'apparenza un burlone. Parla italiano meglio di Schummacher. Ho mollato la presa quando ha deciso di recitare una preghierina per quell'emerito del vecchio papa. Nome prescelto: Francesco. Allora fate Pino la prossima volta! Qualcuno gli attacca già anche il numero I... io mi limiterei a specificare che più che primo è unico, ma sono dettagli.
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