Common law - prime impressioni

Ogni volta che un nuovo poliziesco viene sfornato ne sono sempre piuttosto scettica. Un po' come il medical-drama, è uno dei generi più percorsi, sfruttati fino all'inverosimile, difficilmente in grado di innovarsi in modo tale da non richiamare altro. Davanti ad un telefilm ambientato in ospedale non si può fare a meno di confrontarlo con Grey's Anatomy o col precedente ancora più illustre ER. Davanti ad un poliziesco gli esempi più o meno storici ti si moltiplicano davanti agli occhi ed è per questo motivo che difficilmente accolgo i nuovi nati con entusiasmo. 
Dall'anomala programmazione estiva, è stato prodotto quest'anno in America Common Law. Se a chi mastica legalese questo termine ricorderà qualcosa di decisamente diverso e più vasto, Common Law narra semplicemente le vicende di due poliziotti del distretto di Los Angeles: Wes e Travis. A reggere l'intero telefilm la contrapposizione dei due caratteri: da un lato appare Wes in tutta la sua precisione certosina divenuto poliziotto dopo aver abbandonato la carriera legale, dall'altra Trevis dal passato tutt'altro che in riga e dal carattere esuberante. Attività preferita dai due è litigare, discutere e rinfacciarsi cose... eppure sono la miglior coppia investigativa del distretto, coccolati e venerati come eroi. 
Al fine di appianare le loro divergenze, le vicende dei nostri sono addolcite dall'obbligo di frequentare regolamente sedute di terapia di coppia. In questa sede, insieme ad altre coppie di coniugi e fidanzatini, affrontano tutti i problemi della loro partnership, a partire dalla fiducia, il rispetto la comprensione del comportamento dell'altro. Ciò che però non è reso noto fin dall'inizio è cosa li ha portati fin lì. Si accenna infatti in più battute ad un episodio che si è verificato temporalmente prima delle vicende narrate nel telefilm in cui Wes ha puntato la pistola contro Travis, che ha portato il Comandante Sutton alla decisione di obbligarli ad andare in terapia. Su questo tema, anche gli stessi protagonisti, paiono reticenti a parlare.
L'alternanza di alchimia e non alchimia tra i due strappa un sorriso, rende ogni singolo episodio simpatico e leggero, non eccessivamente concentrato sulla vicenda gialla di puntata, trasciando lo spettatore a seguire episodio dopo episodio al fine di scoprire qualcosa in più circa l'incidente  ed analizzare l'evoluzione dei due personaggi che, soprattutto a seguito della terapia, incominceranno a conoscersi ed incontrarsi anche al di fuori della sfera strettamente professionale.

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