Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop - Fannie Flagg
Dopo un periodo di gestazione pari quasi a quello di un elefante sono riuscita a portare a termine questa lettura. Più volte nell'ultimo anno (e mezzo) ho provato ad iniziarlo, ad addentrarmi nella vicenda narrata senza riuscire a prendere effettivamente per mano le cime in modo da proseguire la tessitura. Ufficialmente l'ultima volta che comprerò un libro per la copertina: non che sia mai stato considerato un criterio infallibile, ma spesso l'intuito aiuta ad individuare dei capolavori. No, vabbè, questa volta no.
Mia grandissima ignoranza: fino al giorno in cui ho portato questo libro a casa non solo non ne conoscevo l'esistenza ma non avevo neanche mai sentito parlare del film. Praticamente ogni persona sulla faccia della terra ha visto il film, le è piaciuto... ma no, non ha letto il libro. Ho anche fatto l'esperimento con tutte le persone che ho visto \ conosciuto \ incontrato per caso in questi ultimi mesi e questo è stato il risultato. Ecco, io non so se effettivamente la pellicola renda bene, ma la carta stampata dalla quale è tratta è molto, molto, confusionaria.
La vicenda di base è la storia di una famiglia bianca numerosa, vissuta in Alabama dagli inizi del '900. Su tutti questi protagonisti principali si innesta una quantità di altre vicende, altre storie umane, altre famiglie e altri personaggi in modo tale da raccontare quel periodo storico, in quella particolare area geografica, nella sua completezza. Già partendo da questa base pare chiaro che la costruzione rischia di essere particolarmente complicata... e ci riesce benissimo quando, invece che adottare una tecnica narrativa, l'autrice, Fannie Flagg (pseudonimo di Patricia Neal) in realtà ne fa riferimento a molte di più, tanto da obbligarti, ogni singolo capitolo, a cercare di capire chi parla, in che periodo storico siamo e chi i sta riferendo (visto che c'è bisogno di qualche tempo per prendere familiarità con i nomi).
All'inizio la questione non è neanche così complicata. Le fasce temporali sono due: il 1929, narrato dalla penna di Dot Weems (abitante della piccola cittadina americana che si occupa di redigere un suo bollettino settimanale) e il 1985 visto dagli occhi di Nini Threadgoode (arzilla vecchietta che dalla casa di riposo nella quale risiede, settimanalmente, cerca di ricordare il passato, riportando in vita tutti i suoi compagni di gioventù, almeno per qualche momento). Già pare chiaro che i due sistemi di narrazione introdotti non siano pienamente lineari: il bollettino di Whiste Stop narra moltissime altre vicende che poco hanno a che fare con i Threadgoode e la povera Nini non è che ricordi tutto molto chiaramente o, spesso, un ricordo ne tira fuori un altro, portando il tutto a michiarsi confusamente. Chi affronta quindi per la prima volta questa lettura si ritrova a imbastire un'impalcatura piuttosto precaria ma capito l'inghippo il gioco parrebbe fatto... fino al momento in cui i salti temporali delle vicende diventano irregolari: certe volte si torna a riprendere da più punti di vista un solo avvenimento, altre direttamente si vanno a riempire i buchi lasciati in sospeso. In alcuni casi la tecnica narrativa cambia ancora, c'è una narrazione in terza persona da parte dell'autrice, c'è un verbale del processo, c'è il riferimento ad altri bollettini locali tutti incastonati tra di loro.
Per quanto riguarda la vicenda è ovvio, può piacere o può non piacere. Si può essere incuriositi dallo svolgimento delle loro vite o semplicemente si può non riconoscere nulla di eccezionale in nessuno di loro. Quello che è certo è che l'immedesimazione nella storia è fortemente compromessa da tutti questi dettagli a cui bisogna stare attenti quando si legge, dal frastuono dei piani temporali narrativi che vanno a sovrapporsi e dalla quantità di informazioni gratuite che vanno a colmare i vuoti, quando i vuoti ci sarebbero stati benissimo. Non sono un'amante della lettura banale a tutti i costi ma Fannie Flagg, in questo caso, ha decisamente esagerato. Per non dire che sostengo la tesi secondo la quale, anche raccontata bene, questa storia non sarebbe minimamente interessante.
C'è anche il tentativo di affrontare temi socialmente rilevanti: il razzismo, l'omossessualità introdotti nelle vicende di tutti i giorni ma non è niente più che un tentativo...
Curiosità: Fannie Flag è comparsa in Greese nel ruolo dell'infermiera della scuola.
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