Palinsesti estivi: Parenthood

Parenthood è una serie televisiva americana nata lo scorso anno e giunta, in patria, alla sua seconda stagione. In Italia la prima stagione è andata per la prima volta in onda all’inizio del 2011su Joy, canale a pagamento di casa Mediaset s.p.a, per essere successivamente riproposta giusto qualche giorno fa in chiaro, su canale 5 per il grande pubblico. E’ questa la serie televisiva di cui avevamo bisogno per questa estate? Non credo. Per quanto le vicende narrate siano andate al di là delle tematiche-tipo della fiction italiana, il pubblico della prima serata non è estraneo a questi temi di facile importazione americana. L’importazione è talmente facile che provare un senso di dejavù sin dai primi due episodi non è per niente strano. Una famiglia numerosa, la propensione alle cene intorno ad uno stesso tavolo, giovani alle prese con problemi di droga, figli di cui non si conosceva l’esistenza sbucati fuori dal cilindro, una donna in carriera, dal marito casalingo, alle prese con il difficile equilibrio lavoro-prole, problemi di fertilità ed una figlia, grande, matura e vissuta, tornata sotto l’ala materna (e paterna) per rimediare ai propri errori: vi ricordano niente? Il paragone con Brothers&Sisters è inevitabile!

Per quanto la fiction presenti anche molti volti già conosciuti a tutti gli appassionati di telefilm, dati alla mano, in molti devono essere stati quelli che la pensano come me. Lo share purtroppo non ammette repliche: 12% di media per il primo episodio, solo il 9% per il secondo andato in onda a seguire. Pur considerando chi ha già avuto modo di seguire la serie in altro modo, sia valutando i discreti risultati di Rex, in prima visione Rai, il brusco distacco tra un episodio e l’altro è piuttosto sintomatico della reazione del pubblico dopo la visione dei primi 45 minuti. Sono intervenuti per questo motivo dei piccoli aggiustamenti di palinsesto: da martedì prossimo, ore 21.10, su La5. Per chi dispone di decoder digitale terrestre, ovviamente. O meglio: per chi dispone di un decoder digitale terrestre integrato o collegato ad un vecchio televisore che riceve il segnale senza quadrettare l’immagine per un lasso di tempo sufficientemente lungo.

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