Zelig, 2° puntata
Se in questi giorni ho un po' trascurato questo mio confuso pensatoio un motivo c'è. Purtroppo mi sto faccendo assorbire più del dovuto dalla sessione d'esami e, anche se le idee rimangono tante, le energie per scrivere qualcosa nei rari momenti di riposo mi vengono fortemente meno. Certe volte ho i neuroni talmente intrecciati tra di loro che quando a cena parlo con mia madre ho come l'impressione di leggere nei suoi occhi un "ma che cosa sta dicendo?". Questa sera, però, dopo l'ennesima giornata intensa di studio, mi sono concessa una buona doccia calda ed ora è il momento di regalarmi e regalarvi un po' di varietà. Ecco, quindi, che con il solito, costante, puntuale ritardo inizia Zelig! Sigla!
In questa seconda puntata l'apertura è segnata da un'altra performance della Cortellesi, questa volta immedesimata nelle vesti di una ballerina del Moulin Rouge. Bravissima, come sempre! L'Incontrada mi stava molto simpatica, ma è oggettivo il fatto che Paola, al contrario di chi l'ha preceduta, sappia cantare, ballare, presentare, recitare e sa fare anche il suo lavoro di comica.
Dopo un fugace intervento Giorgio Verducci, ecco arrivare Gioele Dix automobilista più incazzato della televisione italiana, che apre la serata con un monologo che, per l'appunto, non centra niente con il solito automobilista che porta avanti da vent'anni. Unica differenza: l'assenza degli occhiali neri.
Con il mondo degli EMO che vengono subito dopo scopriamo che valori dei giovani d'oggi sono la frangia che copre un occhio, il piercing e il trucco sugli occhi. Bon, mi sento vecchia.
Al rientro della pubblicità i Senso Doppio terminano un'altra esibizione lasciandomi il dubbio se mi sono piaciuti o no. Generalmente tutti quelli che fanno qualcosa a tempo di musica mi piacciono, questi dimostrano se non altro di mostrare qualcosa di realmente studiato e non improvvisato, ma qualcosa ancora non mi convince. Idee chiare in merito le ho, invece, nei confronti del nanetto col megafono che appare subito dopo ed il filosofo metropolitano con il maglioncino da manovale. Su Rai 1 nello stesso momento c'è Riccando Fogli che, rimpiangendo sempre più di aver lasciato i pooh, canta grazie perchè con una biondina, per sfidare Pappalardo e la morettona con cui si accompagna. Ecco Margioglio che discute sui massimi sistemi. Torno da calzini fucsia.
A risollevare la media arriva Cetto La Qualunque in campagna elettorale leggasi trasferta promozionale del film in prossima uscita al cinema. Sentire queste parole su un canale mediaset fa impressione ma sì... rispetto alle più recenti cronache giudiziarie è un moderato. Confermo. Ridaje di pubblicità, speriamo nelle prossime settimane di rivedere anche Checco allora.
Con Leonardo Manera si ritorna in studio. Diciamo che questo è uno dei pochi ritorni di cui avremmo fatto francamente a meno. Pare anche scorgere un tentativo di satira politica ma... no! Dopo Marco Ranzani e Giampiero Galeazzi nuovo comico versione voce fuori campo: il maniaco! Ridatece la Porsche Cayenne.
Ficarra e Picone sono tornati quest'anno a Zelig nel ruolo di Angelino e Nicolò, due solerti legislatori su misura. Uno dotato di toga ed un pessimo feedback in tribunale, l'altro di ginocchiere sempre pronte all'uso. Che poi l'idea è pure buona... il problema è che la satira per essere tale dovrebbe francamente essere più velata e più pungente. Qualche battutina in più e qualche nome in meno e la scena sarebbe perfetta. Con un repentino salto su Italia1 vado a confermare ancora una volta lo sfacello totale in cui è finito il doppiaggio italiano nell'ultimo lustro: ma che voce hanno dato ad Arizona? Pare Barbie pediatra che, per chi se lo stesse chiedendo, sì: casa Mattel l'ha inventata veramente.
I Sagapò con una parodia degli Speed Date ci deliziano simpaticamente. Nessun nuovo personaggio ma tutti felici ritorni. Buona dimostrazione che non c'è bisogno di inventarsi chissà che cosa per far ridere. Dopo la loro uscita ci delizia nuovamente della sua presenza il nanetto con il megafono di prima che scopro essere un ex membro delle tutine. Ecco perchè questo istintivo astio nei suoi confronti. Per fortuna ogni suoi intervento dura poco, ed è presto il turno della conferenza stampa, felice trovata di quest'anno di alcuni comici ormai fissi nel cast di Zelig che paiono però trovare difficilmente una loro collocazione. Questa torna ad essere molto divertente: un po' come il gruppetto di prima: non ci vogliono studi pirotecnici per intrattenere il pubblico.
In un orario ormai da considerare poco consono fa la sua prima apparizione un nutrito gruppetto che in soli sette minuti ci racconta in musica tutta la lunga e complessa vicenda narrata da Manzoni ne i promessi sposi. Se penso che mi siano piaciuti più loro nella coreografia essenziale e mobile che si sono costruiti piuttosto che tutto il carrozzone del musical di qualche tempo fa?
Debora Villa, alias LA PATTI, con una degradante ricostruzione delle più classiche fiabe Disney, ci fa notare che forse forse un certo uso della figura femminile poco vispa e un po' ritardata non l'ha inventata Maurizio Costanzo.
Sempre più stupita dalle scelte strategiche di chi ha fissato la scaletta per questa sera, è ad un orario sempre meno adeguato alle circostanze che Raul Cremona veste nuovamente i panni del mago Silvano, il mago di Milano. Ma di metterlo a metà serata invece che in coda a tutti? Quando anche l'anzianità di servizio non vale più niente...
Dopo un fugace intervento Giorgio Verducci, ecco arrivare Gioele Dix automobilista più incazzato della televisione italiana, che apre la serata con un monologo che, per l'appunto, non centra niente con il solito automobilista che porta avanti da vent'anni. Unica differenza: l'assenza degli occhiali neri.
Con il mondo degli EMO che vengono subito dopo scopriamo che valori dei giovani d'oggi sono la frangia che copre un occhio, il piercing e il trucco sugli occhi. Bon, mi sento vecchia.
Al rientro della pubblicità i Senso Doppio terminano un'altra esibizione lasciandomi il dubbio se mi sono piaciuti o no. Generalmente tutti quelli che fanno qualcosa a tempo di musica mi piacciono, questi dimostrano se non altro di mostrare qualcosa di realmente studiato e non improvvisato, ma qualcosa ancora non mi convince. Idee chiare in merito le ho, invece, nei confronti del nanetto col megafono che appare subito dopo ed il filosofo metropolitano con il maglioncino da manovale. Su Rai 1 nello stesso momento c'è Riccando Fogli che, rimpiangendo sempre più di aver lasciato i pooh, canta grazie perchè con una biondina, per sfidare Pappalardo e la morettona con cui si accompagna. Ecco Margioglio che discute sui massimi sistemi. Torno da calzini fucsia.
A risollevare la media arriva Cetto La Qualunque in campagna elettorale leggasi trasferta promozionale del film in prossima uscita al cinema. Sentire queste parole su un canale mediaset fa impressione ma sì... rispetto alle più recenti cronache giudiziarie è un moderato. Confermo. Ridaje di pubblicità, speriamo nelle prossime settimane di rivedere anche Checco allora.
Con Leonardo Manera si ritorna in studio. Diciamo che questo è uno dei pochi ritorni di cui avremmo fatto francamente a meno. Pare anche scorgere un tentativo di satira politica ma... no! Dopo Marco Ranzani e Giampiero Galeazzi nuovo comico versione voce fuori campo: il maniaco! Ridatece la Porsche Cayenne.
Ficarra e Picone sono tornati quest'anno a Zelig nel ruolo di Angelino e Nicolò, due solerti legislatori su misura. Uno dotato di toga ed un pessimo feedback in tribunale, l'altro di ginocchiere sempre pronte all'uso. Che poi l'idea è pure buona... il problema è che la satira per essere tale dovrebbe francamente essere più velata e più pungente. Qualche battutina in più e qualche nome in meno e la scena sarebbe perfetta. Con un repentino salto su Italia1 vado a confermare ancora una volta lo sfacello totale in cui è finito il doppiaggio italiano nell'ultimo lustro: ma che voce hanno dato ad Arizona? Pare Barbie pediatra che, per chi se lo stesse chiedendo, sì: casa Mattel l'ha inventata veramente.
I Sagapò con una parodia degli Speed Date ci deliziano simpaticamente. Nessun nuovo personaggio ma tutti felici ritorni. Buona dimostrazione che non c'è bisogno di inventarsi chissà che cosa per far ridere. Dopo la loro uscita ci delizia nuovamente della sua presenza il nanetto con il megafono di prima che scopro essere un ex membro delle tutine. Ecco perchè questo istintivo astio nei suoi confronti. Per fortuna ogni suoi intervento dura poco, ed è presto il turno della conferenza stampa, felice trovata di quest'anno di alcuni comici ormai fissi nel cast di Zelig che paiono però trovare difficilmente una loro collocazione. Questa torna ad essere molto divertente: un po' come il gruppetto di prima: non ci vogliono studi pirotecnici per intrattenere il pubblico.
In un orario ormai da considerare poco consono fa la sua prima apparizione un nutrito gruppetto che in soli sette minuti ci racconta in musica tutta la lunga e complessa vicenda narrata da Manzoni ne i promessi sposi. Se penso che mi siano piaciuti più loro nella coreografia essenziale e mobile che si sono costruiti piuttosto che tutto il carrozzone del musical di qualche tempo fa?
Debora Villa, alias LA PATTI, con una degradante ricostruzione delle più classiche fiabe Disney, ci fa notare che forse forse un certo uso della figura femminile poco vispa e un po' ritardata non l'ha inventata Maurizio Costanzo.
Sempre più stupita dalle scelte strategiche di chi ha fissato la scaletta per questa sera, è ad un orario sempre meno adeguato alle circostanze che Raul Cremona veste nuovamente i panni del mago Silvano, il mago di Milano. Ma di metterlo a metà serata invece che in coda a tutti? Quando anche l'anzianità di servizio non vale più niente...
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