Distretto di Polizia 10 - facciamo il punto della situazione.
Mossa da un moto di generosità eccomi qui a fare un piccolo riepilogo di quanto visto fino a questo momento nella 10° stagione di Distretto di polizia, che, per la cronaca, salvo ripensamenti, sarà anche l'ultima. Prima di tutto i nuovi arrivati:
- Barbara, bionda, grintosa interpretata da Lucilla Agosti, che in linea di massima mi piace anche, ma che nelle vesti di attrice - poliziotta spesso è un po' esagerata. Gli interrogatori sono palesemente finti, con l'automatica mossa di sedersi con una gamba sola sul tavolo per guardare l'interrogato dall'alto al basso particolarmente irritante. Immancabile il 'fantasma del passato' dato dal marito, super poliziotto super torbido, le liti con la sorella e la sua successiva morte in fase di redenzione.
- Svampi, la rossa, una sorta di Susan Mayer del decimo tuscolano, con la differenza che la casalinga disperata almeno è simpatica. Questa è un filo sconnessa dal mondo, un filo ingenua verso le evidenze, credulona e (fino ad ora, almeno) non ha neanche una scusa. Neanche un fantasmino nel suo passato, un qualcosa che motivi questa sua natura, un genitore con la varicella, un gatto portato a sterilizzare, un vicino di casa particolarmente rumoroso. Niente di niente... è proprio così. Nessuno le ha ancora detto che quella giacchetta da Napoleone sull'isola di Sant'Elena non è affatto bella nè le sta bene, ma questo conferma l'affezione che questi di distretto hanno nei confronti di cappotti, giacche e pullover, visto che in media tutti i personaggi ne hanno solo una per più e più anni. Vedi la giacca verde di Menphis, ma anche il cappotto di pelle della Pandolfi nella terza serie. Il fatto che Svampi sia affascinata dallo stupidino della guardiola è tutto detto.
- Lo stupidino della guardiola. Lo tollero sono perchè è troppo scemo per essere vero. Nella speranza che nella vita reale non sia così, devo ammettere che sa recitare bene. Poi si è tirato dietro le lamentele della Lega, mi piace di sicuro. Ovviamente è socialmente inutile, ma visto che in quel ruolo abbiamo tenuto per anni Ugo, che non ha fatto altro se non scrivere romanzi e cercare moglie via chat dal sud america, la posizione è pienamente rimpiazzata.
- Pietro, nonno procione è la mascotte dell'anno. Uno intervenuto per sostituire l'ispettor berretto nelle nostre giornate e nella camera degli ospiti di Gabriele. Uno che ancora non ha accettato gli anni che passano, i capelli bianchi e i reumatismi. Uno che non ha ancora capito che credersi un gran conquistatore non significa esserlo. Uno che corre dietro ad ogni gonnella che si muove nel suo circondario... e in quello del suo coinquilino. Improbabile.
Le vecchie glorie:
- Ugo. tanto per cambiare si lagna. Ora è senza moglie, senza fidanzata e tanto per cambiare follemente innamorato, questa volta di Svampi. Bella storia. Nella sagra dell'impacciataggine riesce a scriverle una poesia, qualcosa tipo carnevale vecchio pazzo s'è venduto il materasso per comprare pane, vino, tarallucci e cotechino, per dimenticarla casualmente in portineria. Ovviamente Svampi crede che tale opera di dolce stil novo sia frutto di quell'analfabeta che risiede lì, dando vita ad un gioco degli equivoci durato anche troppo.
- Francesco. Il figlio di Vittoria, che ormai non ha più un padre ma si comporta come se Giuseppe lo fosse. Ancora non si è laureato in quella magnifica ed impegnativa facoltà che è Scienze della comunicazione a Perugia, ma è riuscito a mettere incinta una tedesca e a sposarsela nella cerimonia più improbabile di sempre visto che tutti gli invitati erano i colleghi della madre, anche quelli appena arrivati. Ultima epica impresa è quella di mettere in piedi un azienda insieme a Giuseppe, intestata, tra l'altro allo stesso Ingargiola, per motivi che non si comprendono, senza neanche una menzione al suo cognome, neanche per sbaglio. Questo ragazzo probabilmente non si farà mai una vita con una madre ed un patrigno del genere.
- Ingargiola. In tutti questi anni è passato dal voler recitare, al voler fare una famiglia con Vittoria, al voler assaporare la gioia della paternità in età avanzata, al voler produrre telecomandi a forma di cornetto con registratore incorporato per poter ricordare sempre dove si è parcheggiata la macchina. Purtroppo non si può sempre migliorare nella vita.
- Vittoria. Su di lei sinceramente ho perso le parole dopo aver visto il taglio di capelli peggiorato anche quest'anno per il 10° anno successivo, i kaftani che indossa a casa e la gravidanza avuta a 250 anni.
- Barbara, bionda, grintosa interpretata da Lucilla Agosti, che in linea di massima mi piace anche, ma che nelle vesti di attrice - poliziotta spesso è un po' esagerata. Gli interrogatori sono palesemente finti, con l'automatica mossa di sedersi con una gamba sola sul tavolo per guardare l'interrogato dall'alto al basso particolarmente irritante. Immancabile il 'fantasma del passato' dato dal marito, super poliziotto super torbido, le liti con la sorella e la sua successiva morte in fase di redenzione.
- Svampi, la rossa, una sorta di Susan Mayer del decimo tuscolano, con la differenza che la casalinga disperata almeno è simpatica. Questa è un filo sconnessa dal mondo, un filo ingenua verso le evidenze, credulona e (fino ad ora, almeno) non ha neanche una scusa. Neanche un fantasmino nel suo passato, un qualcosa che motivi questa sua natura, un genitore con la varicella, un gatto portato a sterilizzare, un vicino di casa particolarmente rumoroso. Niente di niente... è proprio così. Nessuno le ha ancora detto che quella giacchetta da Napoleone sull'isola di Sant'Elena non è affatto bella nè le sta bene, ma questo conferma l'affezione che questi di distretto hanno nei confronti di cappotti, giacche e pullover, visto che in media tutti i personaggi ne hanno solo una per più e più anni. Vedi la giacca verde di Menphis, ma anche il cappotto di pelle della Pandolfi nella terza serie. Il fatto che Svampi sia affascinata dallo stupidino della guardiola è tutto detto.
- Lo stupidino della guardiola. Lo tollero sono perchè è troppo scemo per essere vero. Nella speranza che nella vita reale non sia così, devo ammettere che sa recitare bene. Poi si è tirato dietro le lamentele della Lega, mi piace di sicuro. Ovviamente è socialmente inutile, ma visto che in quel ruolo abbiamo tenuto per anni Ugo, che non ha fatto altro se non scrivere romanzi e cercare moglie via chat dal sud america, la posizione è pienamente rimpiazzata.
- Pietro, nonno procione è la mascotte dell'anno. Uno intervenuto per sostituire l'ispettor berretto nelle nostre giornate e nella camera degli ospiti di Gabriele. Uno che ancora non ha accettato gli anni che passano, i capelli bianchi e i reumatismi. Uno che non ha ancora capito che credersi un gran conquistatore non significa esserlo. Uno che corre dietro ad ogni gonnella che si muove nel suo circondario... e in quello del suo coinquilino. Improbabile.
Le vecchie glorie:
- Ugo. tanto per cambiare si lagna. Ora è senza moglie, senza fidanzata e tanto per cambiare follemente innamorato, questa volta di Svampi. Bella storia. Nella sagra dell'impacciataggine riesce a scriverle una poesia, qualcosa tipo carnevale vecchio pazzo s'è venduto il materasso per comprare pane, vino, tarallucci e cotechino, per dimenticarla casualmente in portineria. Ovviamente Svampi crede che tale opera di dolce stil novo sia frutto di quell'analfabeta che risiede lì, dando vita ad un gioco degli equivoci durato anche troppo.
- Francesco. Il figlio di Vittoria, che ormai non ha più un padre ma si comporta come se Giuseppe lo fosse. Ancora non si è laureato in quella magnifica ed impegnativa facoltà che è Scienze della comunicazione a Perugia, ma è riuscito a mettere incinta una tedesca e a sposarsela nella cerimonia più improbabile di sempre visto che tutti gli invitati erano i colleghi della madre, anche quelli appena arrivati. Ultima epica impresa è quella di mettere in piedi un azienda insieme a Giuseppe, intestata, tra l'altro allo stesso Ingargiola, per motivi che non si comprendono, senza neanche una menzione al suo cognome, neanche per sbaglio. Questo ragazzo probabilmente non si farà mai una vita con una madre ed un patrigno del genere.
- Ingargiola. In tutti questi anni è passato dal voler recitare, al voler fare una famiglia con Vittoria, al voler assaporare la gioia della paternità in età avanzata, al voler produrre telecomandi a forma di cornetto con registratore incorporato per poter ricordare sempre dove si è parcheggiata la macchina. Purtroppo non si può sempre migliorare nella vita.
- Vittoria. Su di lei sinceramente ho perso le parole dopo aver visto il taglio di capelli peggiorato anche quest'anno per il 10° anno successivo, i kaftani che indossa a casa e la gravidanza avuta a 250 anni.
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