Il caso dei libri scomparsi
Il caso dei libri scomparsi, di Ian Sansom: "Il perfetto antidoto alla malinconia" titola The Guardian. Forse non sarò tanto competente ma decisamente ho trovato questa una lettura piacevole e senza rimpianti, soprattutto per i 12,00 € spesi per il suo acquisto.
Ho scoperto l'esistenza di questo libro da un video di Federica - BlueBeam310 dove ne parlava in maniera assai invitante. Oggi ho scoperto essere solo il primo di una non (ancora) lunga serie di romanzi, che non vedo l'ora di avere tra le mani.
Se dovessi descriverlo penso che direi che è il giallo, meno giallo che mi sia mai capitato di avere tra le mani. Forse una tinta sbiadita di paglierino... assolutamente intrigante.
Si tratta della storia di Israel Armstrong, goffo e pacioccone bibliotecario londinese, che dopo un viaggio non particolarmente alettante fino ad una piccola cittadina dell'Irlanda del Nord si ritrova invischiato in una serie di sventure una seguente l'altra, tutte indipendenti ma catastroficamente collegate tra di loro. Filo conduttore di tutta la vicenda è la biblioteca di Tundrum, per la quale si era recato così lontano da casa ma che alla fine non c'è neanche, o quasi. In effetti, la biblioteca per esistere, esiste! Il problema è che è chiusa da tempo, sta per essere surrogata da un bibliobus dai trascorsi francamente poco leciti, e nel frattempo tutti i quasi 15000 volumi sono scomparsi. Sarà Israel che dovrà risolvere il mistero.
In sostanza ci troviamo davanti ad un detective oltre le righe, una sorta di Watson e Coliandro allo stesso tempo. Non è l'eroe che ci si può aspettare da una vicenda del genere, non è brillante, non è particolarmente intelligente nè atletico. Vegetariano, nurofen-dipendente, decisamente sovrappeso ed esageratamente timido, ma assolutamente esperto in quello che è il suo mestiere: i libri! Peccato che solo con quelli abbia particolarmente confidenza, con il resto l'impatto è sempre piuttosto traumatizzante. Vedi la fidanzata che dopo una sola giornata lo evita al telefono, vedi la giornalista che lo inganna senza che lui capisca neanche come, per farsi raccontare la vicenda dei libri, vedi la prima volta che si mette al volante del bus finendo per demolire l'ingresso della scuola, vedi Linda che spesso e volentieri lo costinge a far solo e soltanto quello che lei vuole e come lei vuole, e vedi anche tutto il resto della cittadina che un momento sì e l'altro pure finisce per mettergli i piedi in testa. Tutto questo rende la lettura avventurosa ed interessante, condita di merafigliose caratterizzazioni di personaggi.
La descrizione dei personaggi è sicuramente uno degli elementi che mi ha convinta a voler proseguire con la lettura di altre opere di questo autore, che sinceramente non conoscevo ma che mi ha colpito tanto. Ogni personaggio è descritto talmente bene da sembrare una fotografia più che un romanzo, nonostante questo riesce a non risultare mai eccessivo, mai pesante anche se preciso e puntuale. Si ha l'impressione di conoscere quasi personalmente ogni personaggio apparso, senza però essere mai passati davanti ad alcuna fredda scheda personale. Esperienza da provare, anche per quel che riguarda la descrizione della cittadina che mi sembra di conoscere come se ci fossi stata veramente.
Altro elemento, per me, degno di nota è il fatto che questo romanzo sia ambientato al giorno d'oggi. Non che questo sia un sapore mai provato prima, ma ritengo che esista una sottile differenza tra l'ambientare un romanzo al giorno d'oggi e semplicemente valutare questo elemento come secondario sfondo narrativo e far entrare, come in questo caso, qualche elemento di modernità all'interno della narrazione stessa. Non solo l'uso del cellulare, ormai reale quotidianità, ma anche internet, e-bay, amazon.com ed altre cosuncole così.
Arrivati al finale l'idea del giallo appena appena sfumato torna a palesarsi. L'eroe non eroe non arriva neanche alla conclusione del caso, pare riuscirsi a liberare della responsabilità, quando il mistero finisce per auto-risolversi. Adorabile.
Se dovessi descriverlo penso che direi che è il giallo, meno giallo che mi sia mai capitato di avere tra le mani. Forse una tinta sbiadita di paglierino... assolutamente intrigante.
Si tratta della storia di Israel Armstrong, goffo e pacioccone bibliotecario londinese, che dopo un viaggio non particolarmente alettante fino ad una piccola cittadina dell'Irlanda del Nord si ritrova invischiato in una serie di sventure una seguente l'altra, tutte indipendenti ma catastroficamente collegate tra di loro. Filo conduttore di tutta la vicenda è la biblioteca di Tundrum, per la quale si era recato così lontano da casa ma che alla fine non c'è neanche, o quasi. In effetti, la biblioteca per esistere, esiste! Il problema è che è chiusa da tempo, sta per essere surrogata da un bibliobus dai trascorsi francamente poco leciti, e nel frattempo tutti i quasi 15000 volumi sono scomparsi. Sarà Israel che dovrà risolvere il mistero.
In sostanza ci troviamo davanti ad un detective oltre le righe, una sorta di Watson e Coliandro allo stesso tempo. Non è l'eroe che ci si può aspettare da una vicenda del genere, non è brillante, non è particolarmente intelligente nè atletico. Vegetariano, nurofen-dipendente, decisamente sovrappeso ed esageratamente timido, ma assolutamente esperto in quello che è il suo mestiere: i libri! Peccato che solo con quelli abbia particolarmente confidenza, con il resto l'impatto è sempre piuttosto traumatizzante. Vedi la fidanzata che dopo una sola giornata lo evita al telefono, vedi la giornalista che lo inganna senza che lui capisca neanche come, per farsi raccontare la vicenda dei libri, vedi la prima volta che si mette al volante del bus finendo per demolire l'ingresso della scuola, vedi Linda che spesso e volentieri lo costinge a far solo e soltanto quello che lei vuole e come lei vuole, e vedi anche tutto il resto della cittadina che un momento sì e l'altro pure finisce per mettergli i piedi in testa. Tutto questo rende la lettura avventurosa ed interessante, condita di merafigliose caratterizzazioni di personaggi.
La descrizione dei personaggi è sicuramente uno degli elementi che mi ha convinta a voler proseguire con la lettura di altre opere di questo autore, che sinceramente non conoscevo ma che mi ha colpito tanto. Ogni personaggio è descritto talmente bene da sembrare una fotografia più che un romanzo, nonostante questo riesce a non risultare mai eccessivo, mai pesante anche se preciso e puntuale. Si ha l'impressione di conoscere quasi personalmente ogni personaggio apparso, senza però essere mai passati davanti ad alcuna fredda scheda personale. Esperienza da provare, anche per quel che riguarda la descrizione della cittadina che mi sembra di conoscere come se ci fossi stata veramente.
Altro elemento, per me, degno di nota è il fatto che questo romanzo sia ambientato al giorno d'oggi. Non che questo sia un sapore mai provato prima, ma ritengo che esista una sottile differenza tra l'ambientare un romanzo al giorno d'oggi e semplicemente valutare questo elemento come secondario sfondo narrativo e far entrare, come in questo caso, qualche elemento di modernità all'interno della narrazione stessa. Non solo l'uso del cellulare, ormai reale quotidianità, ma anche internet, e-bay, amazon.com ed altre cosuncole così.
Arrivati al finale l'idea del giallo appena appena sfumato torna a palesarsi. L'eroe non eroe non arriva neanche alla conclusione del caso, pare riuscirsi a liberare della responsabilità, quando il mistero finisce per auto-risolversi. Adorabile.
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