TOM PALERMO Sesta puntata
"Anch'io sono un vero maresciallo"
Eccoci arrivati al momento definitivo della rottura di ogni equilibrio. Paola, sempre più inacidita, chiede direttamente al grande capo, il maresciallo Capello, di poter non andare più in servizio esterno con Tom, ovviamente con potenti sbattiti di ciglia e scuse buffe per non far sospettare niente. La ragazza da questo momento incomincerà anche a non obbedire più agli ordini del maresciallo, tanto da far innervosire sempre più il povero Tom e da obbligare Capello ad intervenire in un tentativo di conciliazione, come un buon padre di famiglia.
L'improvviso malessere di Capello sconvolge gli animi di tutta la caserma. A partire da Bordi&co fino, ovviamente alla figlia, Gioia, in versione cucciolo di cane se morisse papà io sarei persa che nonostante tutto non riesce a fare a meno di fare gli occhi dolci a Tom, altro cucciolo di cane, vittima dell'umana incomprensione, soprattutto ancora inconsapevole del fatto che Paola di lui non ne vuole più sentir parlare. E' proprio in questo frangente che, dopo un disguido con gli ordini di servizio, incomincia a cogliere qualcosa vedendo una correzione a mano dell'ultimo minuto che lo vedeva obbligato ad uscire di pattuglia non più con Paola ma con Gigante, sicuramente affascinante, ma non certo il suo tipo. La situazione venutasi a creare impone estremi rimedi, forzare la ragazza a parlare con lui anche contro la sua volontà... e sempre contro la sua volontà baciarla, magari per risvegliare in lei quello che c'era un tempo. L'idea era buona, peccato che tutto quello che risveglia è una bella pizza sulla faccia e un non ci provare mai più. Come il migliore degli avvoltoi, da dietro l'angolo, quando ancora si sta toccando ma faccia, più ferito nell'orgoglio che nel fisico, ecco spuntare ancora Gioia. Pronta per andare all'ospedale a trovare il suo papà. La visita la sconvolge più del previsto e dopo aver cercato a lungo di trattenere le lacrime si abbandona tra le braccia di Tom, il quale, a sua volta, le affiderà i suoi incerottata sentimenti in frantumi. Vedo prevedo e stravedo che qui qualcuno sta per farsi male. In ogni caso scena pietosa.
L'improvviso malessere di Capello sconvolge gli animi di tutta la caserma. A partire da Bordi&co fino, ovviamente alla figlia, Gioia, in versione cucciolo di cane se morisse papà io sarei persa che nonostante tutto non riesce a fare a meno di fare gli occhi dolci a Tom, altro cucciolo di cane, vittima dell'umana incomprensione, soprattutto ancora inconsapevole del fatto che Paola di lui non ne vuole più sentir parlare. E' proprio in questo frangente che, dopo un disguido con gli ordini di servizio, incomincia a cogliere qualcosa vedendo una correzione a mano dell'ultimo minuto che lo vedeva obbligato ad uscire di pattuglia non più con Paola ma con Gigante, sicuramente affascinante, ma non certo il suo tipo. La situazione venutasi a creare impone estremi rimedi, forzare la ragazza a parlare con lui anche contro la sua volontà... e sempre contro la sua volontà baciarla, magari per risvegliare in lei quello che c'era un tempo. L'idea era buona, peccato che tutto quello che risveglia è una bella pizza sulla faccia e un non ci provare mai più. Come il migliore degli avvoltoi, da dietro l'angolo, quando ancora si sta toccando ma faccia, più ferito nell'orgoglio che nel fisico, ecco spuntare ancora Gioia. Pronta per andare all'ospedale a trovare il suo papà. La visita la sconvolge più del previsto e dopo aver cercato a lungo di trattenere le lacrime si abbandona tra le braccia di Tom, il quale, a sua volta, le affiderà i suoi incerottata sentimenti in frantumi. Vedo prevedo e stravedo che qui qualcuno sta per farsi male. In ogni caso scena pietosa.
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