Lettera aperta al ministro Brunetta

Ultima, ma purtroppo non ultima, è la sparata relativa ai “bamboccioni”. Lei stesso ha ammesso di non essersi mai fatto il letto fino ai 30 e di esser rimasto a casa fino a quell'età. Buon per lei. Eppure, vista la quantità di dettagli sulla sua gioventù che i vari telegiornali RAI ci stanno fornendo, non riesco proprio a trattenere alcune osservazioni. Prima di tutto stare a casa non significa non farsi il letto. Chiedo scusa per la semplicità della prima nota ma forse è un po' trascurata. Personalmente ho incominciato a rifarmi il letto ai tempi delle elementari, mi preparo il pranzo da quelli delle scuole medie... e da qualche tempo dopo ho incominciato anche ad alternarmi a mia madre per la preparazione della cena. Nulla di trascendentale, capiamoci, eppure è tutto il giorno che ominidi il giacca e cravatta, facendo finta di annunciare una notizia, mi danno della “bambocciona”. Cosa ancora più irritante è però l'ancor più finto “contraddittorio” in forma di intervista ai passanti per strada, un po' come se chiunque dovesse sempre dire la sua su qualsiasi esternazione ministeriale, ed è qui che si collocano le altre mie osservazioni per Lei. Prima di tutto il fatto che a 18 anni non ci si possa permettere un affitto non è assolutamente l'unico motivo per cassare le Sue affermazioni e, Le posso assicurare, che se un ragazzo rimane a casa con i genitori non è solo per una ancestrale volontà genitoriale di tenere con se la prole. Forse rileva il fatto che a 18 anni un ragazzo medio deve ancora terminare gli studi superiori, che, se non si perdono pezzi per strada, si terminano almeno a 19. Punto primo. Chiunque fosse costretto a rendersi autonomo prima del diploma di maturità sicuramente avrebbe molte molte difficoltà a terminare in tempo gli studi. Vogliamo una generazione di non bamboccioni ma fermi alla terza media? E' veramente di questo che abbiamo bisogno? Non credo... piuttosto il mondo ha bisogno di medici, scienziati, studiosi in grado di curare o prevenire malattie, difendere il resto dell'umanità. Non sono completamente sicura che il mondo abbia bisogno degli avvocati, ma sicuramente sono necessari nella società civile moderna. Tornando al punto: come può il precedente ragazzo di 20 anni, appena uscito di casa, anche ammesso che trovi subito un lavoro, a permettersi dai 3 ai 10 anni (nel caso della medicina specialistica) di università? Oltre al semplice pagamento degli studi, sempre più gravoso grazie alle più recenti riforme, temo che il giovane in questione dovrebbe trovare il tempo anche studiare, magari frequentando le lezioni, magari partecipando ad alcune attività – laboratori – tirocini...
In sostanza l'idea che con la maggiore età si debba per forza rendersi autonomi è quantomeno ridicola. Se invece vogliamo considerare il bisogno che possono avere certi miei coetanei di incominciare a capire il mondo, incominciare a sapersi fare la spesa e cucinare una pastasciutta quando è necessario, allora possiamo anche essere d'accordo ma deve rientrare nel buon senso della famiglia non in decreto legge. Già immagino la scena: “Ministro, mi fa un decreto legge? Ho necessità e urgenza che mio figlio si pulisca la camera oggi!”.

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