Don Camillo

Premessa n° 1: Terence Hill con quegli occhi può dire e fare quello che gli pare. 
Premessa n° 2: un don Camillo che non va in bicicletta, che non fa a gara con Peppone tornando al paesello non ha senso di esistere.
Per metà della mia esistenza mi sono sentita raccontare, con una certa insistenza, di quella volta che mio nonno, pensando di organizzare una allegra gira fuori porta per tutta la famiglia, è arrivato fino a Parma per guardare questo flm appena uscito al cinema e scoprire sul più bello che era, come direbbe Fantozzi, una cagata pazzesca!
Pare evidente che se una persona si muove con l'intento di trovarsi davanti al Don Camillo del canone incontrando questa rielaborazione non può che esserne deluso. Il vero problema della questione sorge nel momento in cui una persona, seppur consapevole, non la vada a pensare in maniera molto diversa.
Alla fine dei conti non è nint'altro di uno dei tanti film anni '80, una commedia che sfrutta uno dei periodi di maggiore di popolarità di Terence Hill e probabilmente tenta anche di rifruttare l'opera di Guareschi, già sapendo di non poter comunque intaccare la sua memoria. Simpatica, a tratti divertente, una commedia con la quale trascorrere allegramente una serata... se non si presta troppa attenzione alla trama.
Per questa ragione non lo si può bocciare in toto, il suo vero problema è l'aver pensato di far rividere don Camillo in un film che non c'entra assolutamente niente: diversa ambientazione, diversa epoca storica, diverso contesto socio-culturale, diverso il suo protagonista! 
Peppone non lo prendo neanche in considerazione perchè proprio non ha senso di esistere. 
Il fatto è che avrebbero potuto chiamarlo in mille altri modi. Don Franco, don Francesco, don Pippo o don Pluto, persino don Matteo, visto che alla fine di tutto comunque ci siamo arrivati. Con il don Camillo pensato da Guareschi comunque questo personaggio non ha niente a che vedere. Prima di tutto perchè è andato immediatamente a perdere di senso una volta decontestualizzato dalla bassa e slegato dal contesto socio politico/culturale. Il film è infatti ambientato negli anni '80, il paese era definitivamente uscito dal dopogierra, aveva già fatto in tempo a vedere il boom economico e era lì lì per salutarlo definitivamente. Una lotta tra clero e comunismo portato agli anni '80, per quanto ci sia stato un timodo tentativo di tramutarlo in un antagonismo tra socialismo e democrazia cristiana, di certo non ha avuto lo stesso impatto emotivo e, per questo motivo, praticamente è appena accennato per tutto il film. Il vero problema è che, in questo modo, non si va bene a spiegare cosa ci possa essere alla base dell'amore / odio tra i due protagonisti. Mi può andar bene e lo prendo per scontato che appartenendo a due fazioni politiche opposte i due debbano essere antagonisti, ma cosa li ha legati? Su cosa è basata l'amicizia? Com'è che ogni tanto sono complici, altre volte acerrimi nemici?
Una nota a parte merita il protagonista della vicenda: il personaggio di don Camillo di Guareschi (e Fernandel) era forte, passionale, un combattente per i proprio ideali e per quello che riteneva giusto. Non si è mai fatto mettere i piedi in testa da niente e da nessuno scontando il prezzo di essere molto impulsivo ed irruento, dote che lo ha portato spesso a dialogare con la propria coscienza ma che non lo ha mai fatto vacillare neanche per un secondo. Mai per un istante si è sentito solo, mai fuori contesto. Era dedito alla sua missione e per quella ha lavorato e lottato ogni giorno della sua vita. 
Il don Camillo di Terence Hill qualche dubbio in più se lo è posto, qualche incertezza sul modo migliore di procedere l'ha avuto... è solo la crisi dei valori dell'era moderna?

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