Eleanor Oliphant sta benissimo - Gail Honeyman

Il mondo è diviso in due categorie: da un lato chi ritiene che questo romanzo sia un vero capolavoro e, dall'altro, chi nella vita ha già letto abbastanza libri da essere un po' meno meravigliato da quello che, inequivocabilmente, è stato il caso editoriale dello scorso anno. 
Inevitabilmente la riflessione di cui sopra non è totalmente farina del mio sacco, mi ci sono tuttavia rivista parecchio dopo aver ceduto alla lettura di questo romanzo a seguito di sperticate lodi e sperticati complimenti trovati un po' ovunque ma dopo esserne uscita piuttosto freddina. 
Purtroppo non mi ritengo una lettrice forte. Dico purtroppo perchè mi piacerebbe esserlo, se solo avessi più tempo, più concentrazione, più forza di volontà... ho molti libri non letti sulla mia libreria ai quali vorrei donare una possibilità e vorrei davvero alzare il tiro migliorando la qualità e la tematica delle mie letture ed introducendo saggi. E' pur vero che, probabilmente, leggo molto più di molti altri... ed eccoci al noccolo del problema. 
Non è che Eleanor Oliphant sta benissimo sia un romanzo di scarsa qualità, è una lettura leggera, estiva, poco impegnativa anche simpatica e divertente, utile al mero fine di intrattenimento sotto l'ombrellone o distesi sotto un albero/una tenda/un tetto o una tettoia nel caso in cui giustamente non si preferisca andare al mare. E' un romanzo che parla di sentimenti e di amicizia, è una storia personale con un filone giallo nascosto tra le righe diretto a conoscere a pieno la protagonista e scoprire cosa l'ha portata ad essere così come la vediamo di primo impatto. E' importante non fermarsi all'apparenza, bisogna scavare sotto la superficie: Eleanor non è solo un'eccentrica pazzerella, timida e riservata nel relazionarsi con il proprio prossimo. Al di sotto di Eleanor c'è una storia di solitudine, di abbandono e depressione. C'è una malattia di cui non riusciamo a tracciare con esattezza i confini ma che è smaccatamente sotto agli occhi di tutti e c'è un problema: il rischio di finire di ridere di lei invece che con lei.

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