Ciclicamente

per l'immagine thanks to tuttogreen.it
Due pensieri sparsi in fatto di mestruazioni. Oggi va così. 
Mia nonna, classe 1921, era solita sostenere che l'unica cosa buona che questi tempi ci hanno portato sono gli assorbenti usa e getta. Era una donna assolutamente progressista per i suoi tempi, era colta e istruita, ma ha faticato molto ad accettare che all'interno di casa sua entrasse il telefono. E tutto il resto dopo di lui. La lavatrice ed il frigorifero erano elettrodomestici sensati, ma le cose a lunga durata continuavano a passare l'inverno fuori dalla finestra, così come continuavano ad essere lavata a mano la biancheria e i capi delicati. Ha accettato il telefono a rotella solo promettendole di chimarla il meno possibile e anche il televisore veniva acceso una sola volta al giorno, dopo cena, e solo per la durata del film. 
Anzi no. Il televisore veniva acceso anche alle 17.00, per le previsioni del tempo di barbetta
In ogni caso, tornando all'argomento del giorno. Pendendo dalle sue parole come in ogni altro aspetto della mia vita, sono cresciuta e andata avanti con la convinzione che gli assorbenti fossero una cosa buona, fossero un traguardo, un progresso lento e costante di grande emancipazione. Basta semplicemente aver vissuto con il ciclo mestruale negli ultimi 10 anni per aver visto il settore evolvere significativamente. Non voglio neanche immaginare quanto e come siano cambiate le cose dagli anni '30 ad oggi. 
L'argomento è d'attualità più che mai. La pinktax è ormai quotidianamente oggetto di discussione pubblica ma, all'esito dell'ennesima decisione di non detassare gli assorbenti, con polemica annessa, mi sembra di capire che il nocciolo della questione riesca ad essere compresa dai più. 
Ad inaspire ulteriormente gli animi è intervenuta sicuramente l'opinione di chi, a sostegno del fatto che agli assorbenti sia giustamente applicato un tasso di IVA al 22%, mette il mezzo la mancata ecosostenibilità dello strumento rispetto alle alternative ad oggi utilizzabili. 
Al netto da ogni osservazione circa l'applicazione della medesima aliquota su tutti gli strumenti alternativi tanto caldeggiati, io un paio di cose sull'argomento le avrei da dire. 
Donna in età da marito, dotata di utero e di ciclo mestruale: credo di averne i titoli.
Sulla mancata ecosostenibilità dell'assorbente.
Il ciclo mestruale caratterizza 3/4 dell'esistenza di una donna. Nell'attesa del suo arrivo, nel perchè lei le ha già e io no?, nel forse era meglio prima, nelle relazioni personali, nelle abitudini di vita, nell'umore, nella salute e nella malattia. Finchè menopausa non ci separi. Ed anche a quel punto non è che possa essere solo considerata una storia passata. E' tutto parte di noi, è una questione di equilibri delicatissimi, intimi e personali. E' qualcosa su cui, semplicemente, non dovrebbero essere fatti ricadere tutti i mali del mondo. Il peccato originale e tutto quello che ne è seguito è roba vecchia, incolpare una donna per il modo in cui è solita gestire il proprio utero è qualcosa di assolutamente inaccettabile e io, personalmente, mi rifiuto di stare ad ascoltare chiunque pretenda di educarmi ad un corretto trattamento del mio corpo fino a quando in porto quotidianamente entrano navi che intasano i cieli di dense fumate nere, quando le mele al supermercato vengono vendute in quattro strati di cellofan, quando la raccolta differenziata non sarà capillarmente eseguita e quando il 80% del trasporto merce europeo avviene ancora su gomma.
Sulla coppetta mestruale. 
Credo siano passati quasi 10 anni dalla prima volta che ho sentito parlare di coppette mestruali, su queste noto esserci ancora una grande ignoranza ma, da parte di chi le conosce e le ha già provate, solo opinioni positive e tanti apprezzamenti. Il che è giusto, libero e sacrosanto. Io, personalmente, ho difficoltà ad approcciarmi persino alle lenti a contatto, piuttosto vado in giro senza occhiali, ma non è di me che si sta parlando. Il fatto è che, chi vuole farlo, e chi può farlo, è libero di utilizzare la coppetta come e quando vuole. Ci mancherebbe. 
Ciò che viene spesso omesso in ogni discussione in fatto di coppette è che non tutti possono permettersela: ci sono ragioni mediche, ragioni di salute, ci sono esigenze di vita personale. Chi è pendolare, chi resta fuori casa tutto il giorno, chi ha appena partorito, chi ha degli handicap motori... chi semplicemente non vuole. Non credo esista un ragionamento validamente sostenibile al mondo sulla base del quale si arrivi alla conclusione che la colpa del riascaldamento globale possa stare sulle loro spalle. Tanto più se una valutazione di questo genere viene compiuta da un uomo che, nel bene o nel male, di certe cose non può che averne solo sentito parlare.
Dulcis in fundo, sulle alternative alle alternative: assorbenti lavabili & friends.
Seriamente, sull'argomento ne ho letto di tutti i tipi. Di tamponi lavabili e/o tamponi in spugna naturale. Mutandine assorbenti, con una sorta di cuscinetto tipo pantalocino da ciclista in mezzo alle gambe. Nonchè i fantomatici assorbenti lavabili... che tra tutte le ipotesi sembra la più meritevole di un minuto di considerazione. Un minuto di considerazione nel quale ripenso a mia nonna e ringrazio il cielo che che non sia qui a veder ricomparire nelle nostre vite l'oggetto del demonio, ciò di cui è stata tanto grata che non facesse più parte della mia vita. Ciò che non avrebbe augurato neanche al suo peggior nemico.

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