Il trucco c'è e si vede - Beatrice Mautino


L'unica cosa buona che mi ha portato Kindle Unlimited è questo incontro cartaceo con Beatrice Mautino. Che poi, ovviamente, cartaceo si fa per dire visto che si parla di e-book, vedo di spiegare più avanti quello che intendo dire adesso mi preme maggiormente aprire questa parentesi assolutamente senza senso per esprimere in breve tutta la mia opinione su KU: non serve a niente, neanche a farmi riprendere dalla mia totale avversione al libro elettronico. Ci ho provato, in teoria è assolutamente un'idea vincente e custodisco ancora gelosamente il mio kindle prima generazione, oggi ancora perfettamente funzionante, se non fosse che è diventato talmente obsoleto da non essere buono a far niente di più che prendere polvere. Un'idea geniale: per invogliare all'uso di e-book (ed invogliare a monopolizzare l'attenzione tutta sullo stesso portale tra i mille oggi esistenti sul mercato) Amazon ha proposto un abbonamento mensile grazia al quale poter attingere - nel suo periodo di validità - al catalogo in maniera del tutto gratuita. Diversamente da quanto accade con l'acquisto vero e proprio, il libro digitale in questo caso non rimane a tua disposizione per l'eternità, puoi "restituirlo" nel momento in cui non ti interessa più o si considera automaticamente restituito al momento della scadenza dell'abbonamento. Bell'idea... se non fosse che il catalogo al quale è possibile attingere è davvero limitato: young adult / chick lit di bassa lega, vecchi classici, qualche accenno di saggistica non impegnata e poco altro. In sostanza: quei classici libri da edicola a 4,99, i classici che possono comunque essere reperiti ovunque ad un prezzo bassissimo e quelle classiche pubblicazioni "a scadenza", Travaglio in primis, che essendo strettamente legate al momento storico in cui vengono pubblicati facilmente perdono il loro valore commerciale a distanza di qualche anno. Ecco: quelli ci sono tutti. Cercando un titolo nello specifico è praticamente impossibile trovarlo ma, nel mezzo di una mattinata piovosa di noia ed attesa del mio agognato turno, sfogliando a casaccio il catalogo per trovare qualcosa con cui ammazzare il tempo, mi sono imbattuta in questo il trucco c'è e si vede
Come dicevo, questo è il mio incontro cartaceo con Beatrice Mautino che, di persona, ho già avuto modo di conoscere ad almeno un paio di edizioni del Festival della Scienza e che è altrettanto facile conoscere attraverso il suo canale Youtube e i suoi progetti di divulgazione scientifica a spasso per la rete. 
Ho la fortuna di essere nata nella città del Festival della Scienza, un progetto che mi è piaciuto e ho sempre appoggiato dal momento in cui ho avuto modo di conoscerlo di prima persona, l'ho talmente appoggiato da aver accettato più di una volta di lavorarci (anche se nella mia umile veste di animatrice non scientifica, l'elfo dalla t-shirt bianca pronto ad accoglierti all'ingresso degli eventi) sottopagata, facendomi mettere i piedi in testa e facendo dei seri sacrifici pur di potermi vantare di averne fatto parte (e non solo per la festa di fine festival) ma la sfortuna di averlo conosciuto troppo tardi. L'età giusta per approcciarlo per la prima volta a mio avviso resta l'infanzia, grazie a ad una serie di laboratori che si rinnovano anno dopo anno, divertenti ed in grado di rendere meno spaventoso l'approccio alla materia. Durante la mia fase dell'infanzia - purtroppo - il festival ancora non esisteva ma, anche negli anni successivi, nessun incoraggiamento ad avvicinarmici è mai arrivato dalla scuola o da altre istituzioni. Sono molte, per fortuna, le scuole che accompagnano i propri allievi in gita e, con la scusa, a conoscere la città. Probabilmente grazie alla pigrizia di una certa classe di docenti nei quali mi sono imbattuta strada facendo, a me non è mai stato riservato un simile trattamento, lasciato purtroppo all'iniziativa personale... che non c'è stata. 
Il motivo per cui rimprovero i miei insegnanti - e me stessa - è il fatto che attraverso un approccio anche giocoso al mondo delle scienze in tutte le sue declinazioni avrei forse imparato ad esserne meno spaventata, forse mi sarebbero andate meglio le cose anche da un punto di vista scolastico e - altrettanto forse - avrei potuto avere il coraggio di fare altre scelte nella vita. 
In ogni buon caso, in ambito scientifico sono sempre stata una scarpa, la matematica ancora mi rifugge, la biologia, la chimica, la geologia sono tutti ambiti trattati così male, così poco, velocemente, legati strettamente ai tempi e ai rigidi programmi scolastici che non credo di essermici mai appassionata per davvero. Ricordo il mio 4 in chimica al quarto anno, rimediato con una piena sufficienza al quinto dove però l'insegnamento veniva sostituito con scienze della terra o qualcosa di questo genere. Insomma, per aver concluso un liceo scientifico, le mie idee al conseguimento del diploma erano ancora particolarmente confuse. All'idea di vedermi studiare ingegneria la professoressa di matematica mi rispose che sarebbe stata preferibile vedermi suonare il violino (questa la possono capire solo quelli che sono di Genova) quindi mi sono rifugiata nell'accogliente dark side delle materie umanistiche puntando dritta verso le lande deserte dell'ansia e della disperazione. O disoccupazione, fate voi. 
Tutto questo per dire che io, di scientifichese non mastico una mazza ma è sufficiente una media comprensione della lingua italiana per poter godere a pieno della cd divulgazione scientifica, un modo come un altro per approcciarci a quello che ci circonda con un atteggiamento un po' meno sorpreso davanti all'evidenza, ed un modo come un altro per non farci fregare davanti alle banalità. Ed è esattamente questo quello che, in questo caso in campo cosmetico, prova a fare l'autrice con quest'analisi disincantata delle tecniche di marketing che rovinano la nostra esistenza, volta molto spesso al raggiungimento di traguardi irraggiungibili. Come il nutrimento e la ristrutturazione dei capelli sfibrati. Una lettura che può essere approcciata anche in pillole, un argomento oggi, uno un'altra volta che si ha voglia e tempo. Una lettura che consiglio, anche a quelle come me.

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