Niente di vero tranne gli occhi - Giorgio Faletti

La prima volta che ho iniziato a leggere questo romanzo ero in una delle condizioni più scomode dell'universo. Sala d'attesa, viaggio necessariamente fin troppo leggero, niente più da leggere e mezzo di trasporto in ritardo. Non so come mi passò per la mente di installare l'app del kindle sul mio telefono e scaricai una delle tante introduzioni gratuite messe a disposizione. Per una che a malapena si è abituata a leggere sul kindle, utilizzare il telefono per lo stesso scopo fu una tortura cinese. Tra l'altro ancora mi domando perchè non misi il kindle in valigia. 
Faletti per me è ormai una garanzia. Piango il fatto che non ci possa più regalare niente da leggere e centellino gli arretrati con avidità. Tornata da quel viaggio mi procurai immediatamente una copia cartacea per poter portare avanti la lettura ma se c'è una cosa che il digitale ti fa sottovalutare è proprio la mole dell'opera. Rimandai tutto a data da destinarsi. 
Sono giunta alla conclusione che i romanzi di Faletti, che hanno praticamente tutti gli stessi volumi, siano delle perfette letture estive. O da vancanza in generale. Meglio se un po' più lunghe, sempre per quella faccenda della mole di cui sopra. Sono thriller ben fatti, ben scritti, le vicende e i suoi protagonisti riesconono sempre ad essere interessanti ed ad appassionare il lettore pur non trattandosi, oggettivamente, di capisaldi della letteratura mondiale. Disimpegnato ma di intrattenimento.
Compiuto questo necessario preambolo, bisogna ammettere che, in ogni caso, questo niente di vero tranne gli occhi non è una ciambella riuscita esattamente con il buco in mezzo. 
Partiamo prima dalla vicenda. Siamo a New York e il figlio del sindaco viene ucciso in maniera... rocambolesca. Giusto per condurre le indagini in maniera lineare e corretta proprio il Sindaco, padre della vittima, chiama a sé il fratellastro Jordan, ex detective della polizia di NY, perchè conduca le indagini affiancando l'ordinaria forza di polizia che, a quanto pare, decide di collaborare senza proferire verbo.  A quell'omicidio ne seguono altri due, tutti rocamboleschi e uniti dallo stesso velo di mistero. 
Dalla parte opposta del mondo, in Italia, negli stessi momenti, Maureen, un commissario della polizia romana veniva coinvolta in un rapimento dal quale è uscita con un grave danno alla vista. Per rimediare alla propria cecità, grazie ad una serie di supercazzole mediche di cui ignoro persino la plausibilità, è costretta a muoversi fino a New York dove un super guru della chirurgia mondiale pare essere in grado di compiere il miracolo: un trapianto di cornee "corrette" con un intruglio di cellule staminali necessario a causa di una particolare anomalia genetica che la contraddistingue e, per colpa della quale, non è possibile trovare diversamente un donatore per il trapianto. 
Ammesso e non concesso che tutto questo sia scientificamente provato, altra supercazzola narrativa arriva poco dopo: a quanto pare il donatore per il trapianto è Gerald, la prima vittima. 
Già questo non sta in piedi: Gerald è descritto come l'incarnazione di tutti i mali della società, se poteva avere un vizio lui se ne procurava due. E' morto strafatto, ubriaco, in maniera violenta, avranno dovuto necessariamente compiere un'autopsia sul corpo ai fini dell'indagine ... e gli organi vengono comunque espiantati?
Ma non è questo il punto. La svolta della vicenda arriva nel momento in cui Maureen realizza che, insieme alle cornee, da quell'intervento ha ricevuto anche il particolare e non gradito dono di "rivedere" con gli occhi del morto particolari momenti della sua vita.
A parte questa parentesi critica, resto dell'idea che la storia sia avvincente, il "cattivo" sul finale non sia stato facile da individuare e ed anche il movente è stato in piedi in maniera convincente... ma quanto gli piacciono gli spiegoni a Faletti? Ogni occasione era una scusa diversa per inserire spiegoni di qualunque genere e tipo, medici, musicali, filosofici, persino sui peanuts ha dovuto tirare giù un monologo di un quarto d'ora. Non è che al lettore debba sempre essere spiegato tutto. Non è che ogni personaggio deve essere introdotto con una breve biografia e anamnesi personale. Soprattutto quando iniziano a scarseggiare gli escamotage per introdurre tutti questi pipponi nella storia. Non è naturale che due personaggi che si conoscono bene e si incontrino per una ragione specifica prima di fare qualunque altra cosa si mettano a riassumere come siano arrivati a quel punto. Per questo motivo anche i dialoghi sarebbero stati completamente da divedere e correggere. Snellire quantomeno. 
Però lo consiglio.

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