The Good Wife - Intro

Esausta ma felice ed appagata arrivo dopo una maratona di The Good Wife e mi domando: perché sono arrivata tanto in ritardo con tutto, con il mondo, con la vita… ed anche con Will Gardner? Dove sono stata tutti questi anni? In realtà la serie è molto lunga, durata anni, probabilmente già conclusa da un pezzo e io sono solo alle prime due stagioni, però è un lavoro impegnativo. Perché The Good Wife è una di quelle serie “all’antica”, 24 episodi a stagione da 45 minuti l’uno: una roba impegnativa.
Alla fine della prima stagione era già favorevolmente impressionata, ma i miei dubbi sulla salute mentale di Alicia non erano di poco conto. Ho preferito aspettare un po’ prima di iniziare a scrivere, giusto per togliermi di mezzo qualche altra perplessità e, all’apice dell’entusiasmo, eccomi qua.
Premettiamo un po’ di trama. Peter Florrick è un procuratore ricco e potente: due figli, una bella moglie e una villetta indipendente in periferia. Come tutti gli uomini ricchi e potenti in breve finisce nel bel mezzo di uno scandalo di mazzette, droga e prostituzione. Finisce in galera e l’unica che gli rimane accanto è proprio la moglie, Alicia.
Gli rimane accanto… più o meno. Da questo scandalo è ovviamente la prima ad essere colpita: tradita, umiliata, ferita… ma soprattutto costretta a vendere la casa e rimettersi a lavorare per mantenere la famiglia mentre il marito è in galera, marito per il quale ha sempre rinunciato a tutto, rinunciato al lavoro, rinunciato alla carriera, per stare a casa a fare la moglie in vetrina e la madre dei suoi figli. Oggi di quella carriera ha nuovamente maledettamente bisogno: Alicia era un avvocato ma alla soglia dei 40 anni e dopo uno scandalo di tale entità non è facile trovare un’opportunità per rimettersi in carreggiata: l’offerta buona arriva dalla Lockhart&Gardner, importante studio legale di Chicago il cui socio fondatore, Will Gardner, porta in serbo un trascorso interessante insieme ad Alicia. Un trascorso che, ovviamente, 20 anni dopo, porta con sè degli strascichi.  
E’ ovvio che ci siano degli strascichi: chi altro assumerebbe in uno dei primari studi legali della città un avvocato - donna - che alla soglia dei 40 anni è sostanzialmente ancora priva di esperienza professionale? Però Alicia, ricordiamolo, è una donna sposata, pur con il marito in galera e le corna in mondovisione, perché lei, in fondo, è una donna all’antica: gli strascichi ovviamente ci metteranno moltissimo a venire a galla.
Alicia non crede nel divorzio, non crede che i mariti debbano essere cambiati così come ci si cambiano le calze: e questo seriamente mi ha lasciato dubitare moltissimo della sua salute mentale. Tra l’altro il marito, ad un certo punto, viene anche scarcerato per buona condotta e portare avanti tutti questi bei principi quando ti ritrovi quel marito a ronzarti indisturbato per casa è già più difficile. Ma nulla di impossibile. Ecco, quindi, allestirgli una cameretta in salotto, dividere amabilmente i pasti ed andare avanti così fino alla sua totale riabilitazione. Tutto normale.
Qui andrebbero certamente divisi due diversi argomenti: quello delle bravate combinate nell’esercizio delle sue funzioni e riservo ad altri lo sdegno di verder un ex procuratore di stato arrestato per le peggio nefandezze combinate con i soldi pubblici completamente riabilitato nell’arco di un annetto, tanto da ricandidarsi e riessere eletto; e quello delle bravate combinate come uomo e come marito: perché, sia chiaro, da questo punto di vista non frega niente a nessuno che le prostitute siano state pagate con soldi pubblici (anche se mi pare una bella aggravante) ma, da donna e da moglie, come puoi passare sopra al fatto che questo ti abbia tradito a ripetizione? E che di tutti questi tradimenti sia presente folta documentazione audio \ video in giro per la rete?
  Sia chiaro, andiamo a leggere nel profondo del personaggio, Alicia non ha mai detto di aver perdonato il marito, con buona abilità linguistica ha sempre glissato la domanda con abili escamotage, ma di fatto è tornata a viverci insieme, a non contemplare il divorzio e  neanche l’idea di lanciare fuori dalla finestra tutte le sue cose per vederlo strisciare il più lontano da lei.
Poi c’è Will Gardner, che è un gran figo, ma questo l’ho già detto?

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