Appeso a testa in giù

Una volta ottenuto il pezzo di carta che afferma la propria ragione, il gioco, ovviamente, non è affatto terminato. Neanche a dirlo.
Facendo riferimento al nostro bel caso di sfratto, al quale già ci siamo affezionati, vediamo di andare ancora un po’ più avanti.
Il primo passo che il nostro amico proprietario deve compiere, per mezzo del suo avvocato, ovviamente, è quello di andare a ritirare in cancelleria il titolo in originale: la cancelleria a questo punto è molto diligente, prende tutta la cartaccia che l’avvocato ha prodotto in giudizio sino a quel momento e ne fa un bel plico voluminoso. Si faccia attenzione: questa vicenda del volume del plico non è un aggettivo dato a casaccio: qui c’è una doppia citazione, necessaria perchè il nostro amico inquilino non ha ritirato la notifica, che, come se non fosse già stata pagata abbastanza, si farà sentire ancor più grazie ai diritti di copia, da pagarsi necessariamente per notificare il provvedimento insieme al precetto.
Precetto: che poi sarebbe un pezzo di carta, altro atto che l’avvocato dovrà necessariamente redigere e farsi pagare per il tempo che ha impiegato a farlo, per intimare l’inquilino a rispettare l’ordine del Giudice e mettergli un sacco di paura minacciandolo di procedere con le brutte se ancora non si degna di rispondere a tutte queste belle cartoline che gli si stanno mandando. Tempi tecnici 10 giorni per ottenere originale, farne fotocopie, scrivere il precetto e portare tutto agli ufficiali giudiziari per la notifica, spese: altri 20 euro per la notifica e 10 per i diritti di copia.
Dopo la notifica è necessario attendere ancora: prima di 10 giorni non è possibile fare alcunché, poi, entro il 90esimo bisogna dare avvio alla procedura esecutiva, come se fino a questo momento avessimo giocato a briscola. Da notificarsi è quindi un preavviso di sfratto, atto che, teoricamente è di competenza dell’ufficiale giudiziario ma che, nella pratica, deve essere redatto dall’avvocato e consegnato all’ufficiale perchè lo firmi e lo consegni allo sfrattando: altro preziosissimo pezzo di carta con il quale si avvisa, perchè forse ancora non lo sospetta, che stiamo procedendo con le cattive. Lo si avvisa anche di quando gli andremo a bussare alla porta per sbatterlo fuori: giusto per dargli l’occasione di non farsi trovare. O non aprire la porta. O trovare altra buona occasione per cincischiare. Tempi tecnici dal giorno in cui gli notifichiamo il precetto a quando l’ufficiale si recherà a bussare alla porta: probabilmente dipende anche dalla geografia d’Italia, dalle mie parti, almeno tre mesi, spese vive: 20 euro per la notifica del preavviso, altri 20 euro per chiedere all’ufficiale di andare a bussare alla sua porta e chiedergli cortesemente se intende uscire insieme a tutta la sua roba.
Perchè è così che vanno le cose: alla faccia di tutto quello che si diceva ormai tre post fa, dove l’ufficiale giudiziario era inquadrato come il demone nero del corrotto sistema nazionale, per dirla tutta l’ufficiale non ha assolutamente alcun potere in più rispetto a quello di bussare la porta. Al 99% dei casi nessuno apre quella benedetta porta e tutto si risolve imbucando in cassetta un avviso con la data del prossimo passaggio. Anche in quell’1% sciagurato dei casi, tuttavia, se la persona candidamente dovesse aprire la porta e rispondere di non essere intenzionata ad uscire l’ufficiale non potrebbe far altro che dargli un altro appuntamento.
Al secondo appuntamento, sperabilmente, l’ufficiale sarà accompagnato dalla forza pubblica, in questo modo è possibile fare qualcosa in più. Però la forza pubblica ha un mucchio di cose da fare già di per sè nella vita, non è che possa essere a disposizione di ogni singolo proprietario di casa che deve togliersi una palla dal piede: tempi tecnici perchè sia possibile tornare a bussare alla porta altri due mesi. Almeno.
Che sia questo il momento buono per risolvere l’intera situazione una volta per tutte?
Ma figuriamoci. A questo punto possono sorgere una moltitudine di complicazioni, roba che varia dalla presenza nell’appartamento di persone anziane, persone malate, bambini, disabili… o cani. Per tentare di essere pronti a tutto, o alla maggior parte delle cose a cui si può con coscienza iniziare a pensare, davanti alla porta insieme alla forza pubblica è necessario che siano presenti quantomeno un fabbro, che si occupi della serratura, e un medico, che ne accerti l’uscita in salute e dignitosa. Due professionisti, in ogni caso, che giustamente hanno diritto a farsi pagare per il solo fatto di essere lì a fissare qualcuno che bussa alla porta. Spese vive per l’intero secondo accesso: altri 20 euro per far uscire l’ufficiale dalla sua stanzetta e per i professionisti…
“Dipende”
“Mi perdoni… dipende da cosa?”
“Eh… se vuole la fattura o meno”
“E se la voglio?”
“Ah...boh… dai 250 euro in su almeno… però se non vuole la fattura…”
“La voglio grazie!”.
...to be continued...

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