Quello che capita #6 The book is on the table

Capita certe volte, di approcciare ad una nuova categoria umana. Una categoria che non era a te completamente sconosciuta ma della quale non ti eri preoccupata più di tanto. Forse non ti interessava più di tanto, forse la avevi sottovalutata. Una volta che ne fai la conoscenza, però, ti si apre un mondo.
Ciò di cui sto parlando sono i bookvloggers. Bookbloggers. Readers. Booktalkers. Insomma, non so neanche come si chiamino: abbiate pietà di me. Facciamo che è gente che va video su youtube e parla di libri. Il problema è che, una olta entrati a contatto con questo mondo, ci si troverà ad avere a che fare con una varietà umana da fare spavento. Per tutti quelli che non hanno ancora avuto a che fare con questo mondo, ecco una breve sintesi.
Prima di tutto ci sono quelli che comprano un sacco di libri. Non dico leggono, ma proprio comprano. Li piazzano sulla libreria e lasciano a marcire Proust mentre leggono 50 sfumature di grigio. Che poi sia chiaro, neanch'io leggo Proust ma quantomeno non ne faccio bella mostra in libreria.
Poi, ci sono quelli che leggono un sacco di libri ma hanno un lessico da far spavento. Un vocabolario limitato ed una capacità espositiva pari a quella del mio gatto quando mi vuole far capire che il piatto piange. Sia chiaro, si fa capire benissimo, però il mio gatto non è Cicerone. Mi duole ammetterlo, non fa bene all'ego di una madre, ma è così. La soluzione è presto trovata nel momento in cui si osserva veramente quale sia il fulcro di cotanta lettura: tiffanyes da 9,99 euro, le 50 sfumature di tutti i colori possibili immaginabili di cui sopra, e tutti gli I love shopping pre e post partum ad oggi pubblicati. Non posso essere certo io la persona che osteggia la leggerezza ed il disimpegno: leggere deve essere un piacere ed una gioia. L'amore e la ricerca per la qualità deve però trovare un posto di riguardo sotto ogni punto di vista della propria vita, è una questione di amor proprio e di buongusto. E poi si tratta anche del poter esporre un concetto con cognizione di causa: perchè non puoi permetterti di parlare di nessuna delle 50 sfumature del grigio di E. L. James se non hai mai letto L'amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence.
Terza categoria immancabile è quella dei grandi collezionisti. Quelli che hanno una grande passione per una grande saga, composta da non meno di 5 volumi, e di questi ne hanno tante di quelle versioni da ripopolare una biblioteca pubblica. La versione economica, quella che hanno utilizzato per leggere il libro la prima volta. L'edizione con copertina rigida, perchè faccia bella figura sullo scaffale. Quella in lingua originale, quella in qualche lingua straniera esotica che faccia simpatia... e qua e là qualcosa che è stato pubblicato a riguardo, magari di simpatico, ben illustrato o quello che sia. E quattro ripiani della libreria partono solo per questo.
Tra i miei preferiti quelli che periodicamente hanno da mostrare al mondo una pila di libri alta un paio di metri, fatta di libri che (forse) più o meno hanno letto, o che si ripropongono di leggere quanto prima, scritti da autori sconosciuti anche ai propri genitori ma che trattano con una (finta) confidenza come se stessimo parlando del nostro vicino di casa. Perchè non sono loro che leggono libri di nicchia o pubblicati da case editrici indipendenti. Sei te che, se non li conosci, sei ignorante. Punto. Questi sono quelli che non solo amano stupire con un corretto uso di congiuntivi e condizionali, che sarebbe anche il minimo, ma usano allietare lo spettatore con un forbitissimo uso della lingua italiana e deliziarlo condendo il discorso con termini ricercati e, possibilmente, un filo desueti.

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