Quello che capita #3


Capita certe volte che mi venga chiesto come mai, se proprio nullatenente e malpresa non sono, mi ostino a portare quotidianamente sul naso una montatura rancida dal sudore, stressata dagli eventi e cotta dal caldo. Una montatura di cui, tra l'altro, spesso mi lamento perchè troppo pesante, troppo rotta, troppo storta. Troppo. 
Io credo che qua la si faccia fin troppo facile.
Capita, in sostanza, che alla fine uno si decida anche ad andare a farsi fare degli occhiali nuovi. Ma non è che sia come andare a fare la spesa: metti un po' di cose nel carrello e ti porti tutto a casa, dopo un rapido passaggio alla cassa. 
In questo caso, prima di tutto, è necessario decidere che cosa si vuole: bisogna far impazzire la commessa del negozio facendole tirare fuori tutti gli articoli a sua disposizione... per poi scegliere la primissima montatura che ha offerto. Ma questo è un discorso su cui torneremo a breve. Perchè prima è necessario puntare un occhio a quel difetto di comunicazione che si manifesta in queste occasioni.
Prima di tutto, se chiedi una montatura sottile, allungata e neutra di colore e ti vengono proposte montature tonde, colorate e spesse, modello Sandra Mondaini, pace all'anima sua, qua abbiamo un problema di fondo. Anzi, più d'uno
Problema alla base n. 1: "eh, nel tuo caso mi sa che dobbiamo quasi andare sulle montature da bambini". Stai scherzando, vero? Prima di tutto perchè non mi risulta di essere tanto minuta... e poi perchè a 30 anni mi spieghi perchè dovrei girare per il mondo con pippo e pluto in fronte? Vediamo di non dire cose stupide.
Problema alla base n. 2: "eh, ma la montatura allungata come la vuoi te non va più di moda!". Fermiamoci un secondo a ragionare sulla faccenda perchè mi farà impazzire. Io capisco che le mode ed i tempi passino, capisco anche che sia inevitabile che con lo scorrere del tempo si trovino maggiormente gradevoli alla vista certe forme rispetto ad altre. Se dico Ray-ban a goccia mi viene in mente chiaramente un epoca. Tutto bene. Poi però questa è la realtà, non siamo in top gun. Gli occhiali non sono un accessorio moda: li devo portare sugli occhi tutti i giorni della mia vita, li devo poter utilizzare sempre, mica scelgo la montatura in base al colore di scarpe. Si aggiunga: un paio d'occhiali non dovrei neanche essere obbligato a cambiarlo con la stessa frequenza delle scarpe. Le montature durano anni, caratterizzano il proprietario e ne definiscono il carattere con il suo interlocutore. E' la montatura che si deve accordare al volto del proprietario, non il contrario. O ci trasmormeremmo tutte in Arisa del primo Sanremo.
Problema alla base n. 3: "eh, ma con tonalità neutre abbiamo poco in catalogo". Ma che davvero ti sembra che possa andare in giro conciata come Bobo Maroni?
Probelam alla base n. 4: la scelta delle lenti. "Per le lenti abbiamo un sistema antiriflesso di ultima generazione".
"Ma anche meno!"
"Come?"
A quanto pare non esiste il modo di avere un paio di occhiali senza antiriflesso. Non se ne può fare a meno. E la cosa comica è che il mio precedente paio di occhiali era senza antiriflesso, voluto e comprato così. Oggi la scelta sembra imprescindibile... e uno può anche provare a spiegare alla gentile commessa che per le proprie esigenze non è affatto necessario un antiriflesso, tantomeno quello di ultima generazione, visto che la maggior parte della propria giornata non la si passa a scalare montagne ma chiusa in un ufficio, con il monitor di un PC davanti al naso...
"ah ahhhh... ancor meglio! Perchè in quel caso abbiamo anche le lenti con l'antiriflesso specifico per i monitor del PC che..."
"va bene così, grazie... me li fa due preventivi per cortesia?"
In ordine:
- montatura + antiriflesso di ultima generazione progettata appositamente dal Capitano Kirk in persona per le proprie esigenze: il tuo primo figlio maschio + IVA;
- montatura + antiriflesso che non sarà di ultima generazione ma è tanto figo in ogni caso: il tuo primo figlio, anche femmina va bene comunque.
- "Oppure ti lasciamo le lenti di plastica e ti arrangi"
-:-
Qualche giorno dopo gli occhiali finalmente sono pronti per il ritiro. Uno vorrebbe semplicemente entrare nel negozio, prendere gli occhiali, strisciare il bancomat senza pensarci oltre e andarsene... ma no: si accomodi al piano superiore.  
Cosa?
Su per le scale
Quello lo avevo capito anch'io. Grazie.
In sala d'attesa un televisore acceso allieta gli astanti con la peggior programmazione di Real Time... e neanche un telecomando per togliere il volume. Prima ancora di essere riuscire a capire come staccare il televisore dal muro per lanciarlo giù dalla finestra arriva uno che potrebbe essere proprio figlio e ti chiama "Signora?!". Tuasorella! 
Le domande di rito in un brevissimo elenco numerato:
1) Ci possiamo dare del tu?
Certo! (Altrimenti di strozzo con le mie stesse mani)
2) Ti vuoi vedere allo specchio?
Ma se cambio idea sulla scelta della montatura mi ridate i soldi?
No
Allora no, grazie.
3) Ci vedi bene?
Ci mancherebbe anche!
 -:-
Quarta domanda di rito: te li vuoi tenere per andar via? 
NOOooo! RIDAMMI I MIEI!!
Perchè la cosa meno comprensibile per chi non ha un paio di occhiali sul naso è capire quanto questo paio di occhiali che si hanno sul naso siano parte di te. Cambiarli non è solo come avere una maglietta nuova. Non è come avere un paio di scarpe durette, ma con le quali imparerai preso a camminare, mentre si ammorbidiscono un pochino. 
E' quasi come avere un nuovo colore di capelli, ma non uno normale, tipo un blu. Li vedi scenderti davanti al viso e capisci che è qualcosa di alieno, che non ti appartiene. Ti fanno domandare, entrando in ambienti differenti, se siano adeguati.... o se è il caso di mettersi un cappello in testa. Ma non puoi semplicemente legarli per non vederli più. Quelli stanno tra te ed il mondo che ti circonda, che ora vedrai per forza di cose in maniera differente.

Commenti