Noi e la Giulia

Penso di aver finalmente capito perchè io con i film non vado molto d'accordo. E' una questione di finale. Con i film si ha sempre un po' più a che fare con un prodotto che cerca di esprimersi come una forma d'arte. A meno che non si stia guardando un cinepanettone, si intenda. Raramente ci si ferma davanti ad un lieto fine, al compimento di un evento e al titolo di coda prima che sia troppo tardi. I film spesso vogliono lasciar qualcosa di inespresso, qualcosa di non detto, qualcosa che sia liberamente interpretabile dallo spettatore. Come se dal non capire come va a finire una storia dovesse aumentare l'artisticità di un prodotto. Come una canzone di Tiziano Ferro, che sai a memoria anche se non capisci minimamente di cosa stia parlando: fottuto genio! Con le serie televisive non è proprio così. A parte che nelle serie TV ci sono molti più episodi, c'è molto più tempo per dire tutto quello che c'è da dire e quando arriva il finale è sempre e solo in attesa della stagione successiva. Quando poi la serie finisce sono trascorsi ormai tanti anni insieme che fa quasi piacere separarsi per un pochino. E comunque se una serie termina in maniera confusa c'è sempre qualcuno pronto a lamentarsi ed a reclamare una nuova stagione dissipatrice di dubbi ed incertezze. E se non ti fanno la nuova stagione arriva il film finanziato dai fan che proprio non ci stanno. Ciao Veronica Mars. 
Con un film le cose vanno un po' diversamente. Non fai in tempo ad affezionarti che già è il momento di salutarci. Quanta tristezza.
Così è esattamente come è andata con Noi e la Giulia.
La storia è quella di tre individui ordinari, incastrati in esistenze insoddisfacenti, bisognosi di nuove prospettive. Tre sconosciuti, che si incontrano per caso davanti ad un casale in vendita e finiti, nel momento del collasso totale delle loro esistenze a comprarsi quel casale ed a mettersi in società per aprire un agriturismo. Allo sparuto e male assortito gruppetto (composto da Edoardo Leo, Luca Argentero e Stefano Fresi) si aggiungeranno in breve anche Claudio Amendola, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso, strepitoso nel ruolo del "pentito" di mafia, ad imbastire una storia probabilmente meno irrealistica di quanto si possa pensare, in grado di far riflettere a tratti e, in altri momenti, in grado di far divertire. 
Edoardo Leo (ancora tu, non dovevamo vederci più?) a questo giro è impegnato anche nel ruolo di regista, si conferma assolutamente a proprio agio in entrambi i ruoli. Per quanto poco me ne possa io intendere di regia e accessori vari, i premi aggiudicati solo che per questo film parlano per lui. Tanto più per quanto concerne l'interpretazione del tamarro più tamarro che si possa immaginare, rozzo fino all'animo e di convinzione fascista. Luca Argentero, conciato da sfigatino, magrolino, grigio e sciupato dal marcato accento torinese è semplicemente uno spasso. Tra l'altro il torinese è esattamente il suo accento, non si è andati a creare quella sorta di macchietta posticcia modello Gabriel Garko che recita siciliano nei film pietosi di canale 5. E' proprio esilarante, ma nel senso buono dell'espressione. Per quanto riguarda Anna Foglietta chi ha osato alzare la bandiera della "felice scoperta" deve assolutamente togliersi dalla faccia quello snobbismo inutile ed impenitente, perchè per noi comuni mortali la bravura di Anna Foglietta non è mai stata un mistero sin dai tempi di Distretto di Polizia, quando evidentemente segnava la scena per essere quattro spanne sopra la maggiorparte dei suoi colleghi di scena, soprattutto per essere arrivata in un momento in cui la serie era praticamente già sull'orlo del baratro da un pezzo. Alla fine gli autori l'hanno infilata in una improbabile relazione con Tullio Solenghi, che nessuno se non lei avrebbe mai potuto reggere con dignità... ma alla quale inevitabilmente non è potuta sopravvivere, perdendo del tutto credibilità e dovendo necessariamente uscire di scena di conseguenza. Si aggiunga che vedere Claudio Amendola in un ruolo diverso da quello di Giulio Cesaroni è davvero un piacere.
In sostanza: il cast c'è e alla grande. La storia anche: la Giulia ha saputo rendersi protagonista ed animatrice di tutte le vicende in una maniera che non mi sarei neanche potuta immaginare. Quindi è in film che consiglio veramente a tutti di vedere. Il mio problema tuttavia è il finale. Non sono certa di averlo capito. O forse non l'ho capito e non mi è piaciuto. O forse, ancora, che poi è quella che preferisco, l'ho capito e mi è piaciuto... solo che continuo a rimanere con questo dubbio di non averlo capito, il che non mi piace, è chiaro no?

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