Season Finale - Grey's Anatomy, unidicesima stagione

Dopo undici anni trascorsi insieme sarebbe pura fantascienza pensare che,tra di noi, sia sempre andato tutto bene. Ci sono stati alti e bassi, ci sono stati i momenti di massima eccitazione e altri attimi di sconforto. Ci sono stati attimi in cui non avrei voluto altro dalla vita... e quelli in cui avrei voglia di chiudere la porta, perchè nulla è per sempre, neanche i diamanti. Forse per me è giunto il momento di chiudere quella porta e non guardarmi mai più indietro.
Grey's Anatomy ci ha sempre abituato alle morti, anche molto rumorose. Ci ha fatto capire chiaramente che nessuno di noi deve ritenersi eterno: perchè esistono gli incidenti di percorso, esistono gli errori medici, esistono le fatalità... ed esistono al mondo persone tanto brutte, o forse solo tanto incattivite dalla vita, che non amano pensare al proprio prossimo e non ci pensano due volte prima di compiere una strage. Ognuno di noi, sa, in fondo, che alla mattina esce di casa e, se tutto andrà bene, ci rientrerà alla sera. Però non amiamo pensarci. Non amiamo credere che tutto possa sfuggire al nostro controllo. Per questo ci ostiniamo a lasciare la cena pronta per cena: perchè siamo fiduciosi circa la concreta possibilità che il mondo non ci volterà le spalle e tutto filerà liscio. Magari con qualche rottura di scatole sul lavoro, ma filerà tutto liscio.
Così anche in Grey's Anatomy. Dopo tanta morte, dopo tanti eventi sfortunati, tutti avremmo avuto bisogno di un po' di tranquillità. Basta incidenti aerei, basta bombe inesplose, basta attacchi terroristici. 
Inutile dire che così non è stato.
Ma ancora prima di arrivare a questo, è stata proprio l'intera stagione ad essere stata una grande delusione. Da ogni punto di vista.
Con la decima avevamo riscoperto due grandi personaggi: Jackson e April. Lei in grado di offrirci una simpatia inaspettata, lui... vabbè... è lui. Può anche stare zitto. Jackson e April avevano tirato su un castello mai più finito, schiacciando sassi in ogni dove in virtù del loro amore, per poi far crollare tutto miseramente in men che non si dica. Metà della stagione la abbiamo trascorsa a guardare a pizzichi e bocconi la gravidanza - non gravidanza, finita in un modo anche inutilmente drammatico, sulla quale avremmo potuto anche tagliare corto un po' prima. Non è stato drammatico. E' stato morboso, che è diverso e peggiore. Nella seconda metà di stagione li si sono visti a malapena, poi è ricomparso lui, lei è partita per salvare il mondo... ha dato grandissima mostra delle proprie potenzialità all'ultimo episodio, per poi far morire lì la vicenda quando lui pone un ultimatum alle sue stramberie e lei non fa niente. Non combatte, non si impegna. Si chiude in un angolo a piangere e finisce lì.
Davanti al ridimensionamento di due grandi personaggi ci saremmo potuti quantomeno aspettare che qualcun'altro fosse rimesso in luce ma... no. 
Derek e Meredith, dal canto loro, hanno dato vita ad uno dei teatrini peggiori di sempre. Una continua lotta tra chi dei due fosse ancora più insopportabile del solito... fino a giungere al gran finale. Un finale in cui vediamo finalmente Derek rinsavire, tornare a casa e dichiarare pubblicamente di essere pronto a rinunciare a salvare il mondo, pur di stare vicino alla propria famiglia. E poi quell'ultimo viaggio, quello in cui dovrebbe solo andare a sbarazzare la scrivania da tutte le cianfrusaglie che si sono accumulate nel tempo. Quello in cui esce dalla porta di casa con una frase che mi ha fatto venire la pelle d'oca e fatto iniziare a sospettare che qualcosa stesse incominciando a degenerare: sarò a casa prima che te ne possa rendere conto. Quello di cui parlerò a breve.
Il gran ritorno di Amelia sarebbe potuto seriamente essere qualcosa di epico. Davvero. Mai l'ho davvero sopportata in Private Practice ma, quantomeno, prometteva di essere un attimo rinsavita, maturata, in grado di prepararsi una macedonia con le proprie mani senza incominciare ad accusare in mondo di aver fatto tutta quella frutta così diversa e così colorata da essere obbligata ad utilizzare due coltelli diversi per tagliare il melone e sbucciare una mela. Giusto per fare un esempio i quella che potrebbe essere una sua paturnia.
Il bello di Amanda, che ricordo essere una minor, è quell'inutile ostentazione e rivendicazione della sua personalità, della sua individualità e della sua professionalità, compiuta mentre mangia nel piatto del fratello. Che può anche andarmi bene, ma almeno non te ne lamentare. Ha studiato quello che ha studiato il fratello, specializzandosi nello stesso settore in cui lui ormai era già un Guru internazionalmente riconosciuto, è andato a vivere a casa sua, a lavorare nel suo ospedale, assumendo l'incarico di Primario di Chirurgia che lui le ha ceduto per andare a lavorare altrove... e quando lui osa tornare lei lo vede come un affronto alla sua persona. E quell'aborto di mezza tresca con Hunt? Che senso ha avuto?
Anche se è quello di cui solitamente parlo meno, qui l'unico che continua a dare soddisfazioni è Karev. Altro che. E con questo, anche questa volta, smetto di parlarne.
Poi è giunto il gran finale. Non quello dell'ultimo episodio. Quello piazzato un po' prima, così, come se non fosse veramente importante. Quello iniziato con il sarò a casa prima che te ne possa rendere conto di cui sopra e culminato in tragedia.
Elemento della tragedia n. 1: qui nessuno sospettava nulla. Nessuno sospettava neanche che Patrick Demsey volesse andarsene dalla serie... figuriamoci che morisse così. Da un momento all'altro. Ma, voglio dire, andarsene per andarsene, non poteva direttamente restarsene a Washington a salvare il mondo dai punti neri?
Elemento della tragedia n. 2: la cottura a fuoco basso. Tutto inizia così, come se niente fosse, con una frase bisbigliata sulla porta, alla quale in molti non avranno neanche fatto caso. Sparisce per un intero episodio... e solo sul finale di questo Meredith riceve una telefonata e scrive su un foglio "Derek?"... per poi vedere delle luci della polizia riflesse nel vetro incominciare a temere il peggio. L'episodio interamente dedicato alla morte di Derek è stato qualcosa di struggente. Ogni volta che ripeteva la frase è un'ottima giornata per salvare vite avrei voluto tirare il telecomando verso il televisore per farlo tacere. Tutto quel voler mettere in mostra la sua santità, la sua bontà d'animo e il suo altruismo è stato eccessivo, non c'era bisogno di farlo morire mentre faceva il martire. Assolutamente. Non avevamo, tra l'altro, bisogno di un martire se poi il nostro martire è un pezzo d'imbecille tale che nel mezzo di una manovra per invertire senso di marcia in una curva cieca si ferma a cercare il cellulare scomparso. No, pezzo d'imbecille. Costruzione ancor più finta se si pensa che hanno fatto ruotare almeno due episodi intorno alla circostanza che in quel punto non c'era campo.
Il vero finale giunge a nove mesi di distanza da questi avvenimenti. Meredith mette al mondo un nuovo figlio di Derek e per poco non ci lascia le penne anche lei. La vediamo affrontare il dolore, tentare di riprendersi e rinascere... ma è un finale del tutto inappropriato perchè nessuno vuole vedere Lei riprendersi dal lutto, quando siamo noi che ancora non ci siamo ripresi.

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