Pensieri sparsi del lunedì mattina

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Certe volte mi sorprendo ad essere felice di fare il lavoro più bello del mondo. Altre volte mi fa tutto talmente schifo che vorrei prendere un aereo, volare dalla parte opposto del mondo ed aprire un bar in Polinesia. Poi mi guardo in tasca e mi rendo conto che non me lo posso permettere... ed anche questo farebbe riquadrare il cerchio del lavoro che fa schifo. Forse, per quanto faccia schifo, per me è il più bello del mondo.
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Il mio lavoro, per quanto sia bello e per quanto faccia schifo, è un lavoro che - di base - non esiste. Esiste giusto quando vorresti essere al mare a leggerti un libro, ma non puoi perchè devi lavorare. Non esiste agli occhi della legge, del sussidio di disoccupazione, dell'anagrafica. 
Mi è capitato di dover fare una denuncia ai carabinieri. Giusto perchè l'individualità dell'essere umano non dovrebbe essere rappresentata da quello che fa o da chi si circonda, ma avere dignità in quanto tale, quando si va a sporgere una denuncia la prima cosa che ti viene chiesta, fateci caso, è stato civile e professione. Sì, ho 30 anni e non sono sposata, vediamo se quello che dichiaro ha più o meno valore di quello che può dichiarare qualcun'altro. Al professione la cosa si fa ancora più divertente: non si può mettere una risposta a caso, bisogna per forza selezionare una delle risposte che indicano il sistema.  
Professione? QUESTA. Eh, non c'è! Ah! 
Beh, in effetti forse è più corretto dire QUELLA. Eh, non c'è neanche 'quella'. C'è QUELL'ALTRA!?  Beh, non mi sembra corretto...
Vabbè, in fondo sei una libera professionista. Mettiamo LIBERA PROFESSIONISTA
Metta 'libera professionista'.
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Per il prossimo compleanno, mettiamola così: più regali e meno auguri. Perchè ho passato da un pezzo la fase del ma la bimba è felice anche se le fai solo un disegno! 'Sti cazzi! Ora dei disegni non so più che farmene. Figuriamoci se i disegni sono le emoticon di what's app con cui la gente ritiene di lavarsi le mani e sbrigare la pratica infilando un po' di fettine di torta in fila e qualche festone allegro. 
Meno disegni più regali veri. Più regali veri... ma con lo scontrino annesso. Perchè è giunto anche il momento di smetterla con i regali sbagliati ai quali devo sorridere di felicità mentre li scarto. 
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Ho terribilmente paura per il prossimo CD di Max Pezzali. La stessa identica paura che ho avuto alla vigilia dell'uscita di Time Out! Come dite? Nessuno ricorda time out? Appunto!
Dopo tre ascolti di E' venerdì, ho deciso ufficialmente che mi piace. Ho smesso di leggergi tutta una serie di analogie con vecchie canzoni ed ad apprezzarla per quello che è. Poi l'ho ascoltata 30 volte di fila nello stesso pomeriggio in loop.
Il vero timore è giunto nel momento in cui ho visto il video. E l'anteprima della copertina del nuovo disco. Vada per il video: costo di produzione, probabilmente, 10,00 € solo e soltanto con la scusa della nuova tecnologia di periscope. Per la copertina, ancora sto aspettando la comunicazione ufficiale che si tratti di uno scherzo d'aprile tardivo. Uno scherzone alcor meglio riuscito proprio perchè nessuno se lo aspetta. Perchè o è così, o chi diavolo ha autorizzato questo parto del peggior abuso di filtri di Photoshop? 
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Questa città mi farà impazzire. 
Dal punto di vista musicale, l'ultimo idolo locale credo sia stato Gino Paoli. Poi ci sono stati i ricchi e poveri e queli ancora spaccano di brutto, anche se nessuno si è ancora spiegato che fine abbia fatto la bionda.
Da qua si capisce perchè, in questa città, sia tanto difficile riuscire a vedere un concerto. Partiamo dal presupposto primo che, la maggior parte dei cantanti, Genova la ignora per principio. Non so perchè. Certe volte leggi tra le date del tour che c'è Cuneo e c'è Massa... ma Genova viene ignorata a priori... e non resta da fare altro che munirsi di pazienza e forza di volontà ed attraversare almeno una regione per riuscire, una volta ogni tanto a vedere un concerto. E qua già parte la rottura di balle del volevo passare una serata diversa, non fare un mutuo per la casa.
Ma se, tanto tanto, ci si volesse munire di buone intenzioni, la via per comprare i biglietti diventa sempre più difficile. 
Vai da FNAC! Sono sempre tutti buoni a consigliarti... peccato che FNAC abbia chiuso i battenti, almeno, da un paio di alluvioni a questa parte.
Vai in posta! Al PosteShop, eccerto, chiuso anche quello. Là dove prima c'erano banchi infiniti di libri e scaffali zeppi di CD malriposti tra una Raccomandata A\R e un Paccocelere, oggi neanche più quello! Fatto fuori. Il PosteShop, non le Poste.
Quindi si vagliano le alternative:
- on line. Là dove comprare in maniera virtuale costa addirittura 10,00 € in più, perchè i biglietti te li vogliono, per forza, mandare a casa con corriere. 
- in culonia, aka, la parte opposta della città. Ma rendere la vita delle persone meno difficile, lasciando anche nel centro cittadino un'alternativa alla quale rivolgersi? Così, giusto per non perdere un'ora della propria esistenza per attraversare la città da parte a parte. Ed un'altra ora per tornare indietro.

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