Tiziana in Wonderland

Quando ero piccola mi ponevo molte domande curiose. Ero curiosa io ed erano curiose anche le mie domande. Per intenderci, una volta, nel bel mezzo di una ramanzina su quanto fosse importante che mi ricordassi di chiudere bene la porta ogni volta che uscivo di casa, guardai mio nonno, intento ad illustrarmi il come e il perchè dell'insegnamento, e chiesi: "Cosa significa che i ladri entrano in casa".
Ero piccolina, ma non troppo. Avrò avuto 5 anni e non so bene perchè non avessi idea di cosa fosse un ladro. Forse perchè sono cresciuta in Wonderland. Ed in effetti, credo di aver capito molto dopo anche il vero mestiere di Lupin III. Nella mia mente bambina i cattivi non esistevano. Se me lo chiedi ora sono le persone buone a non esistere. Forse l'ultima scesa in terra era Maria Teresa di Calcutta. Tutti gli altri, compresa la sottoscritta sia chiaro, sono più o meno cattivi, a seconda dell'indole personale, della voglia di sopraffare il proprio prossimo, dell'egoismo personale o di chissà cos' altro che smuove il mondo. Se lo chiedi a Tiziano Ferro, invece, al mondo esistono solo persone buone. Le altre sono solamente sole.
In ogni caso, il nonno, a quel punto, vista la mia curiosità, si mise a raffigurarmi uno scenario che per me fu traumatizzante. Una scena in cui, entrando in casa non avrei trovato più nulla, non più mobili della cucina, non più piatti, bicchieri, la mia bambola preferita e tutti i dolcetti che nonna riponeva per me all'interno della credenza. Niente di niente. Perchè questi omaccioni brutti e cattivi, entravano nella nostra cucina e mettevano tutto dentro ad un grande borsone nero.
Ancora non mi era chiaro perchè qualcuno avrebbe dovuto voler fare una cosa del genere. Entrare nella casa di qualcun altro e portarsi via tutto. Però capii che c'era gente capace di fare anche questo ed ancora oggi sono incapace di dimenticare l'immagine che le parole del nonno disegnarono nella mia mente. L'immagine della cucina e del salone della nostra bella casa in campagna, dove i nonni vivevano, completamente spogli. Nudi. Senza nè mobili nè altro, solo i muri ancora in piedi e qualche altra amenittà abbandonata in fretta sul pavimento. Io e i nonni affacciati alla porta dell'ingresso, il deserto davanti e l'amarezza dentro.
Non avrò saputo cosa fosse in ladro ma, devo ammettere, che avevo una bella fantasia. Inutile a dirsi che dall'epoca ho un terrore sfrenato per le porte di casa, per le sue chiavi e tutto quello che le riguarda. Chiudo sempre la porta a chiave e mi accerto di averla chiusa bene. Insomma. Lezione imparata.
Da quei momenti sono trascorsi ormai 20 anni. I miei nonni non sono più qui a controllare che chiuda sempre bene la porta e la mia vita è cambiata molto. Da un certo punto di vita è normale ed auspicabile, da un altro è cambiata anche più di quel che avrei voluto ma non ci si può far nulla.
Vent'anni dopo quei momenti l'uomo nero in casa c'è entrato veramente. Mi ha lasciato i mobili, la credenza ed anche la mia bambola preferita. Eppure, affacciandomi alla porta, il deserto davanti e l'amarezza dentro l'ho provata allo stesso modo.

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