Once Upon a Time in Wonderland

Per quel che mi riguarda, Once Upon a Time in Wonderland è partito con un piede sbagliato sin dall'inizio. Quando per la prima volta ho sentito parlare di questo progetto di serie, erano i primissimi tempo di Once Upon a Time tradizionale e io ne ero ancora esaltatissima. Resto dell'idea che sia uno dei telefilm più epici della storia... ma che nel frattempo ha perso il giusto percorso per colpa di sceneggiatori confusi e scelte autoriali discutibili. 
In ogni caso: all'epoca ero ancora feliciotta. Erano i tempi in cui, per le primissime volte e solamente per pochi momenti, era comparso nelle nostre vite capitan uncino. Nella mia mente fu tutto un intrecciarsi di informazioni, inglesismi ed allucinazioni, che confusi Wonderland con Neverland e mi convinsi che lo spin off avrebbe avuto luogo proprio nella terra di Peter Pan e dei bambini scomparsi.
Trascorsero i mesi, venne messa in onda la prima puntate e... delusione! Da dove esce fuori Alice e il bianconiglio? La delusione fu talmente amara che non ebbi più il coraggio di andare avanti con la visione. O forse capitan uncino stava dando il meglio di se altrove e mi ritenni soddisfatta così.
Recentemente ho ripreso in mano la situazione e mi dedicai alle vicende della tenera Alice... ma le cose non andarono meglio. La prima domanda che deve regnare sovrana è: cosa diavolo ci fa Alice insieme al genio della lampada? 
Uno dei principali scogli che la serie deve assolutamente superare è la presenza di protagonisti di scarsissimo valore. Se il telefilm originale ha sfoggiato, sin dall'inizio, Jennifer Morrison (aka Emma) proveniente direttamente da Dr. House, che nel bene o nel male è uno di quei telefilm che ha fatto la storia, e Lana Parilla (aka Regina, la strega cattiva), quasi sconosciuta sino al giorno prima ma la cattiva più cattiva che il mondo potesse immaginare, il suo spin off non è stato in grado di fare altrettanto. 
La protagonista indiscussa è Alice, eroina moderna, testarda e coraggiosa, pronta a tutto per salvare la vita del suo piccolo grande amore, che però ha lo spessore interpretativo di una medusa. Gira per Wonderland con il suo perfetto shatush e le sue buone maniere all'inglese senza però offrirci neanche uno spunto per affezionarci a lei o alla sua causa. Giusto verso la fine sembra rianimarsi un po'... ma troppo tardi per salvare il destino della serie.
Una nota di interesse particolare deve essere posta anche a riguardo della co-protagonista della serie: la regina di cuori. Sarà che partiamo tutti dal confronto con la Regina Cattiva originale e chiunque non saprebbe reggere il confronto. Nello specifico, tuttavia, questa regina è pure peggio di quanto ci si potrebbe aspettare. Inadeguata ed inespressiva, chiaramente è finita lì per meriti che prescindono dal curriculum accademico\attoriale. Fermi tutti: qui non si tratta della mia solita cattiveria disposta a raggiera verso tutto e verso tutti. Questa è inespressiva per davvero: ma non perchè incapace, per colpa del bottox!
A leggere il suo curriculum in rete viene da star male. A cercare qualche foto, risalente anche a pochissimi anni fa, non la si riconosce. Proveniente direttamente dal mondo della soap opera inglese, tramutata in una maschera di gomma che ne altera i lineamenti ed il portamento, è stata introdotta in Wonderland quale portatrice sana delle disavventure della povera ed innocente Anastasia, del percorso che l'ha portata a diventare la Regina di Cuori e del tentativo maldestro di voler tornare la vecchia ragazza semplice ed innamorata di un tempo. No: fuori luogo e fuori tempo.
Si aggiunga: il telefilm ha anche un difetto di scrittura alla base. Qualcosa che non va nell'arco narrativo. Qualcosa che vorrebbe sembrare "un mistero che sveleremo solo col tempo" ma che diventa in realtà un vuoto narrativo, per nulla misterioso, che da allo spettatore la voglia di prendere gli episodi e metterli nell'ordine giusto. Occorre fare un esempio: il misterioso personaggio compagno di prigionia del povero genietto, non si sa chi sia fino all'ultimo... e quello è un mistero che, solo una volta svelato ti fa rendere conto che c'erano già tutti gli elementi perchè fosse chiara la sua identità. E' un elemento carino ed interessante. Il fatto che Alice e il Jack vadano avanti per almeno due o tre episodi a parlare di quella volta che Lei gli ha salvato il cuore, senza che mai si capisca cosa diavolo stiano dicendo, fin quando arriva finalmente l'episodio che torna indietro nel tempo e ci mostra l'accaduto, era solo un vuoto narrativo che lascia lo spettatore a domandarsi se per caso si è perso qualcosa... e nel dubbio abbandona in toto lo show.
Mica per niente, il telefilm, incomincia a prendere un po' di interesse ed un po' di spessore solo a pochissimi episodi dalla fine, quando ormai tutte le carte sono in tavola e si capisce in che direzione ci si sta muovendo. Inutile a dire che tutti i genietti (sì, sono più d'uno e c'è anche un motivo!!) si salveranno, tutti vivranno felici e contenti... e finalmente Alice abbandonerà Wonderland una volta per tutte.
Per tutto quello che ho scritto sopra, era inevitabile che la serie sarebbe stata chiusa di netto ma, quantomeno, sono riuscite a dargli un finale degno di questo nome. Almeno quello. E, almeno, hanno salvato il salvabile trasportando quel poco di buono che c'era in Storybrooke.

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