Senza Parole


Un po' come se fosse un grande, enorme post-it di appunti per il materiale di prossima pubblicazione, pensieri sparsi a casaccio a tema serial: scoperte, conferme, delusioni e roba da mah! Roba che se anche non dovessi riuscire a mantenere le promesse, quantomeno sta già scritto tutto qua, in sintesi.
- Come non partire con Grey's Anatomy. Per anni Meredith è stata una lagna: ma l'abbiamo amata comunque. Poi ha smesso di esserlo... e ci stavamo abituando. Ora è tornata ad essere una lagna ma, esattamente, di cosa si stia lamentando non lo sa nemmeno lei. Forse Casa Shepherd non è fatta per andare per sempre d'amore e d'accordo... ma se proprio vogliamo litigare troviamo una scusa valida per farlo veramente. Note di delusione: 1) la piccola Shepherd: si insinua al posto del fratello, nell'ospedale di proprietà del fratello, e si lagna del fatto che tutti la trattino solo come la sorellina del fratello. Amica: sei raccomandata, non te ne vergognare. Va bene così. 2) La sorella di Meredith. La nuova sorella di Meredith. Ma che, davvero? Per non parlare del fatto che sia un personaggio assurdo. 3) Karev. Povero, piccolo Karev: quando la smetteranno di prenderlo a pesci in faccia?
- Nashville. Non mi arrenderò mai abbastanza al fatto che Nashville sia il telefilm più lento della storia: 10 puntate per essere grossomodo allo stesso punto in cui eravamo alla Season Premiere. Pollice verso l'alto per Juliette Barnes, che gonfia come una mongolfiera quantomeno ha smesso di fare danni. Pollice in su per Avery, nonostante abbia vissuto i primi 4 mesi completamente ubriaco h 24, faccenda che stava seriamente incominciando a stufare. Pollice in giù per Luke ed il suo dimante a 7 carati con quale pensava di poter conquistare e dominare tutto e tutti come un monarca assoluto. Ci rimane pure male quando viene abbandonato all'altare. Pensa te!
- Faking it. Novità dell'ultima stagione: mi piace. Di tanto in tanto rischia di cadere nel paradossale... ma ci sta! Ambientazione scolastica: tipo Awkward ma con gente ancora più sconclusionata. Pollice in su perchè non rappresenta il solito mondo di cheerling selvaggio e capitani della squadra di football muscolosi, divertente le sue assurdità, piacevole per gli aspetti più normali della vicenda. Forse incomincio ad essere troppo vecchia per queste cose. Ma finchè si può.
- Awkward. Mettiamola così: Jenna deve stare con Matty. Poche storie. Inutile allungare il brodo. Ci mancava anche la bionda psicopatica. Però Sadie resta uno spasso.
- Bones. Mettiamola così: con Bones ero rimasta un po' indietro... ma a quanto pare me ne ero fatta benissimo una ragione, smettendo di leggere tutto quello che poteva riguardare Bones. Poi sono arrivata al primo episodio di questa 10 stagione e... può essere che non avevo affatto capito come sarebbe andata a finire? Povero Sweets! Ma così? Di punto in bianco? Ma allora che senso ha avuto, 20 minuti prima inserire all'interno della storia il grande ritorno sulle scene della ex fidanzata, della quale non sentivamo affatto la mancanza, gravida come noi mai, dimenticandoci in fretta e furia del fatto che nella scorsa stagione il poveraccio pareva essere anche riuscito ad andare avanti? E che lo ci creda o no, nel momento in cui è comparso sulle scene il nuovo (assolutamente evitabile) agente dell'FBI, avevo giurato che avrebbe avuto vita breve: troppo simile a Sweets, ma dove vogliono andare questi?! Il mio solito istinto infallibile: l'uno è finito con un proiettile in fronte, l'altro cerca di essere simpatico per riempire il vuoto dentro di noi. Questa, tra l'altro, sarebbe una citazione colta.
- Revenge. Le premesse erano della peggio specie... poi in realtà non sta andando neanche così male. Se solo non l'avessero chiamata Revenge ma Unaltrotitoloacasaccioperunaseriechenonhapiùnullaachefareconlaprecedente. Un minuto di silenzio per Daniel che muore sparato. Era davvero necessario?
- Marry Me. Serie nuova di zecca, chiaramente trascurabile. Ho visto solo il primo episodio... anzi no. Metà del primo episodio. La protagonista parla troppo e lui ha una faccia da idiota che la metà potrebbe bastare. Però c'è stato anche un momento divertente: lezione di yoga, la petulante protagonista, in tutta la sua insopportabile goffaggine, è scordinata ed imbarazzante in ogni suo movimento. L'istruttore prova a fare un complimento ad ognuna delle partecipanti alla classe... però arriva anche il Suo turno, come uscire dall'imbarazzo senza mentire? E' tua la macchina blu parcheggiata qua fuori? - Sì - Complimenti, bel parcheggio!
Cristela. Ho pure provato a vedere il primo episodio... mi sono fermata nel momento in cui ho capito che sarebbe stata una sorta di soap opera sud americana con le risate finte in sottofondo. Il telefilm inizia con madre e figlia che si incontrano in cucina. La figlia è tutta vestita bene e si appresta ad affrontare il primo giorno di lavoro come tirocinante in uno studio d'avvocati. Emblematica la risposta della madre: Un lavoro in cui lavori duramente ed in cui non vieni pagata. Proprio ciò che sognavo per te! Amen.
- Gotham. Pare che il mondo, nell'ultimo anno, non abbia fatto altro che parlare di Gotham. A sproposito aggiungerei. Storia molto meno interessante di quanto non la si voglia far passare... ma ancora più scioccante è stato ritrovare Ryan Atwood così improvvisamente invecchiato. Come è possibile che 10 anni fa avesse la mia età mentre oggi sembra mio padre? Vade retro: tutto ciò non fa per me.
- Happyland. L'unico difetto di happyland... è che dura troppo poco. Soli 8 episodi da una 20 di minuti l'uno. Non abbastanza. La vicenda narrata è quella dei lavoratori di un grande parco divertimenti, tipo disneyland. Divertente scoprire cosa ci sia dietro le maschere, cosa si nasconde dietro a tutti quei sorrisi ed a tutte quelle smancerie. Sullo sfondo sempre le vecchie tematiche che, anche se trite e ritrite, appassionano il mondo da circa due millenni: la differenza di classe sociale, gli umili lavoratori che vivono in baracche, i ricchi figli del capo, portati a lavorare durante l'estate... quasi per sfizio. La rivelazione di altarini che si credevano nascosti da circa un ventennio, le speranze per il futuro e le delusioni davanti alle inesorabili verità. Intendono proseguire per una seconda stagione, vero?! No, perchè altrimenti li vado a cercare a casa.
- Selfie. Wow. Semplicemente wow! Adoravo Amy Pond, adoro l'attrice qualsiasi cosa faccia. In Selfie è l'emblema della società moderna: giovane, carina, vittima delle aspettative poste dalla nostra società... e vittima dei social network. Ma proprio tutti. Da facebook a instagram, passando da twitter in soli 140 caratteri. Coprotagonista, qualcuno di decisamente meno appariscente e meno socialy-connected. Un collega, presto un amico, forse qualcosa in più, non iscritto a facebook, appassionato del proprio lavoro, non avezzo a feste, party e sabato sera a tutto glitter... che le insegnegnerà, o quantomeno proverà a farlo, che il cellulare può anche essere spento, che non è necessario avere molti follower se poi non si ha nessuno con cui parlare, che nella vita delle persone può avere molto più valore un "ciao" nel momento del bisogno di un "like" di convenienza. Unico difetto: la serie è stata già cancellata. Godiamone finchè è possibile.
- Reign. Io non sono affatto un'amante delle serie "storiche", ne seguo pochissime, spesso mi annoiano... però quello con Reign è stato amore a prima vista. Ci sono capitata su per puro caso... e non ho potuto che andare a leggere l'intera "storia", nel senso più letterale del termine. Oggi sono completamente presa dalla vicenda umana di Mary Stuart e continuo a divorare episodio dopo episodio nella speranza che possa cambiare qualcosa. Temo che sia un processo irreversibile, vero? Di tanto in tanto la storia ha degli elementi di bimbominkismo che potrebbero tranquillamente essere sorvolati, e le dame di corte di Maria sono delle leggere che la metà basta. L'unica normale la fanno fuori a metà della prima stagione... però Reign ci piace. Il principe tontolone mi ricorda un po' quel fessacchiotto di Artù di Merlin. Ed anche lì, in effetti, alla fine morivano tutti. Sarà destino che debba sempre finire così.

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