Le nuove avventure di Superman # Un salto nel passato

Tra tutti gli episodi di Superman (inteso come "Le nuove avventure di Superman" - vai  se non sai di cosa sto parlando) uno di quelli che maggiormente consiglierei di vedere a chi si vuole approcciare alla questione senza però esserne troppo convinto è il n. 18 della seconda stagione: Un salto nel passato. Uno dei più simpatici, divertenti, interessanti, avvincenti... ed anche veritieri! Lois e Clark in questo episodio vengono avvicinati niente di meno che da H. G. Wells (qui se non sai di cosa sto parlando). 
H. G. Wells, parentesi a caso che esce un attimo dalla trama, è uno di quei personaggi che ritorneranno più volte nel corso della serie. Non si tratta certo di uno dei protagonisti ma è uno di quei ricorrenti adorabili, di quelli che ancora 10 anni dopo aver visto o rivisto la serie si ricordano e si hanno perfettamente a mente come fosse il primo giorno. La sua presenza accompagna, così come anche in quest'occasione, i viaggi nel tempo ed un altro personaggio: Tempus! Un cattivone, di quelli proprio cattivi, che vestito come un paninaro anni 90 tenta in diverse occasioni di far fuori superman. Ovviamente non ci riesce e non ci riuscirà mai... ma ci va comunque sempre più vicino di quanto non riesca Lex Luthor.
Al 18esimo episodio della seconda stagione siamo ancora al punto della vicenda in cui Lois ignora la vera identità di Superman e con Clark non c'è altro che una iniziale tensione amorosa, poco più in là della antica amicizia ed un passo oltre il difficoltoso primo appuntamento che pare averli comunque un po' turbati. 
Oggi come oggi non ci faremmo impressionare da un semplice viaggettino nel tempo. 20 anni fa la macchina del tempo di H. G. Wells era semplicemente... WOW! E semplicemente Wow è stato vedere questo signorotto ottocentesco entrare dentro alla sede del Daily Planet, farsi prendere per matto per qualche secondo ed attirare a se tutta la attenzione di cui aveva bisogno semplicemente bisbigliando all'orecchio giusto guarda che lo so che sei Superman! 
Lois e Clark, dopo aver seguito Wells nel classico vicolo buio, scoprono la macchina e fanno la conoscenza di Tempus: il cattivone che pare aver, a sua volta, appena fatto la conoscenza di pisole, proiettili e delinquenza, tanto da forzare la partenza della macchina verso Smallville, anno 1966, giorno in cui Superman arrivò sulla Terra nel tentativo di farlo fuori per tempo, quando ancora piccolo ed impaurito magari non ha ancora sviluppato la propria invulnerabilità. Il motivo di tanto astio nei confronti del supereroe, in un certo senso, lo si può anche comprendere: Tempus viene da da un futuro in cuiSuperman, Lois Lane e i loro discendenti la avranno fatta da padrone. Niente cattiviera, niente delinquenza... ma niente di niente anche in fatto di film d'azione, musica rock e scarpe con i tacchi. Una cera voglia di trasgressione non è neanche difficile da immaginarsela.
Lois scopre quindi di avere Superman nel proprio destino e che insieme saranno in grado di fare grandi cose. Scopre che sarà studiata nei libri di storia come una delle donne più significative di quella che Utopia sarà diventata... ma scopre anche che molti si interrogano, così come in effetti facciamo noi, come possa essere stata tanto stupida da stare accanto Clark per tanti anni senza rendersi conto della sua seconda identità! Come poteva un semplice paio di occhiali fare tanta differenza? Ecco il telefilm che mette egli steso per primo in luce le proprie debolezze, scherzando sui propri personaggi ma dando ancor maggior forza al personaggio di Superman, la cui doppia identità, è sicuramente uno dei maggiori cavalli di battaglia. 
Davanti alla realtà, davanti alla bruciante rivelazione delle propria cecità, Lois non reagisce affatto bene. In un primo momento è arrabbiata, offesa, ferita dalla mancata sincerità nei propri confronti da parte dell'amico e della persona a cui si sentiva tanto legata. Pian piano gli atteggiamenti si modificano, si addolciscono, arrivano quasi a comprendere il perchè della bugia iniziale e trovano risposta nella gioia e nel sollievo da parte di Clark di non dover più mentire alla persona amata. Di poter finalmente evitare di agire nell'ombra ed essere per una volta schietto e sincero. 
Ciò che succede a Smallville 1966 rimane a Smalville 1966. Prima o poi tutto deve finire e bisogna tornare alla realtà. Wells dalla sua antica saggezza sa anche di non poter lasciare nella mente dei nostri due eroi tutto quello che in una sola giornata hanno visto ed anno vissuto: li riporta a Metropolis a giorni d'oggi così come li ha trovati certo che, comunque, il destino saprà compiere il proprio percorso con le proprie gambe. 
In sostanza, in un solo episodio abbiamo avuto fantascienza, ad un livello più evoluto di oh mio dio un uomo venuto dallo spazio che sa volare!, quella ormai è banale quotidianità, viaggi nel tempo, con vago richiamo a ritorno al futuro, abbiamo conosciuto i Kent in tempi non sospetti ed abbiamo visto il piccolo Clark arrivare piagnucolante sulla Terra. Oltre ovviamente a H.G Wells che ha sempre il suo perchè.

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