Ritardi

Capita, nella vita, che il proprio mestiere sia quello di scrivere. Il mio, a conti fatti, consiste nello scrivere. Cercare quello che si vuole scrivere e farlo nel modo più convincente possibile. Di base, se si riesce a convincere almeno se stessi di avere ragione, metà del lavoro è fatto.
Capita anche che, anche al di fuori della quattro mura che simbolicamente rappresentano il mio lavoro mi capiti di dover scrivere. Possibilmente, non per convincere me stessa, ma per convincere qualcun'altro del fatto che sono convinta, so quel che voglio scrivere e che so scrivere. Questo qualcun altro poi esprimerà in cifre il grado di apprezzamento di quanto ho scritto e, statisticamente, mi ritrovo fin troppo spesso a criticare la critica.
Capita, piuttosto di sovente, che chi scriva per lavoro e scriva anche nella propria seconda occupazione, apprezzi talmente tanto l'arte della scrittura da perseverare a scrivere anche come passatempo. L'esigenza in questo caso è quella di scrivere sì, ma ciò che ci piace e come ci piace. Più che altro è l'argomento a fare la differenza. Perchè è bello scrivere solo per il gusto di scrivere senza convincere nessun altro di avere ragione. Anche perchè, nel mio caso specifico, io ragione la ho sempre.
Capita, infine, che oltre a dover scrivere per queste tre distinte ragioni si sommi una quarta ragione. L'esigenza di strutturare tutto quello che si deve scrivere in paragrafi ordinati, capitoli precisi ed una introduzione ad incoronare il tutto porta però le dita dell'autrice ad esaurire le parole. Come un grande scaldabagno elettrico che richiede di fare in fretta a finire la doccia prima di rimanere al freddo: in queste occasioni si capisce che anche la portata di parole che possono essere messe nero su bianco nell'arco di una giornata hanno una portata non infinita. Il rischio, diversamente, sarebbe quello di ritrovarsi con una composizione disarmonica di sillabe impossibile da decifrare. Ecco pertanto che, davanti alle scadenze, una su quattro delle fonti di scrittura debba essere sospesa e rinviata a miglior tempo... ma come si gestiscono i ritardi? No, perchè, proprio di questi tempi si carebbero talmente tante cose davvero interessanti di cui parlare che è uno spreco non riuscirlo a fare. 

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