Arriverà la fine, ma non sarà la fine

Tutto ebbe inizio così e, ad occhio, non fu proprio un buon inizio. Ciò che all'epoca non avrei mai potuto immaginare è come sarebbe andata a finire. Lasciate che l'immagine al mio fianco parli per me. 
E' chiaro, il finale di questa vicenda non è stato dei più auspicabili. Di tanto in tanto cerco di essere felice del fatto che, finalmente, qualcuno, qualcosa, il fato, la buona stella, sia intervenuta a porre fine a questa storia durata fin troppo in barba a regole di buon senso, date di scadenza ed accessori di legge. La verità è che mi rode. E mi rode per la stessa ragione per cui dopo tanti anni, nonostante tutto quello che ho sempre pensato di questa cipria, è ancora qui con me: l'ho pagata! L'ho pagata e l'ho usata.
Ha smesso da tempo di essere il prodotto che intanto non usavo presente nel mio fedelissimo beauty case da bagno e si è trasferito - da prima - in borsa - poi - a lavoro.Già da tempo mi ero appuntata di dire che, per quanto Kiko abbia lasciato molto a desiderare nella sua abilità di compattare ciprie, almeno è riuscito a fare un buon lavoro con la confezione: solida, robusta, pratica, poco ingombrante e con il suo bel specchiettino che serve sempre quando uno meno se lo aspetta. Inutile stare a specificare che questa cipria ha visto la sua fine cadendo a terra, aprendosi e polverizzandosi all'istante. Cosa che se non fossi stata in un luogo pubblico pavimentato in marmo bianco, circondata da gente e nell'impossibilità di rimuovere velocemente l'oggetto dello scandalo, non sarebbe stato neanche troppo imbarazzante.
Aggiungo: mi rode moltissimo anche per il fatto che si tratta della terza cipria che in un mese mi si frantuma al suolo e mi abbandona così, senza neanche un saluto.

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