L'importante è la salute

Se c'è una vera ragione per la quale devo ringraziare i miei genitori sicuramente è quella di avermi fatta sana. Mi hanno fatto bassa, spesso troppo pigra e con dei capelli de merda. Avrebbero potuto impegnarsi un po' di più sotto tanti profili ma li perdono. Li perdono perchè, nonostante tutto, mi hanno fatto sana. Ovviamente ho avuto, un po' come chiunque, qualche incidente di percorso, qualcosa da aggiustare, qualcosa da tenere sotto controllo, qualcosa da evitare: la perfezione non risiede in me, ma ci vado vicino.
Non sono abituata a star male e, anche quando è così, nego. Nego, nego, nego fino alla morte. Inutilmente, tra l'altro. 
Giusto un paio di giorni fa, stavo starnutendo come una disperata e soffiandomi il naso all'impazzata quando mi è stato fatto notare che, essendo in un ambiente chiuso e ben popolato, a breve avrei appestato tutti! Ho ribattuto che il mio non era influenza. Mi sono stati fatti notare gli occhi lucidi: magari sarò innamorata! E di chi? Del tuo raffreddore?
Andando indietro nel tempo ricordo una vacanza fatta in occasione del mio 14esimo compleanno. Ero con degli zii ed un po' di parentume vario... al secondo giorno stavo già male, frebbre raffreddore e dintorni. Ero così felice di essere lì e così contenta della vacanza che negai allo stremo di star male. Approfittai della lontananza da casa per fuggire da ogni istanza probatoria a mezzo termometro anche se, c'è da ammetterlo, le condizioni fisiche parlavano da sole. Furono dieci giorni davvero molto interessanti, ancor meglio i tre dopo il rientro a casa in cui svenni a letto e realizzai che era il caso di piantarla di giocare. Nonostante tutto ricordo piuttosto bene quell'occasione perchè deve essere stata la penultima volta che ho avuto una febbre mediamente seria. "Mediamente" ovviamente da parametrarsi ai miei standard: probabilmente non sarò andata oltre il 37,5.
A conti fatti mi ricordo anche l'ultima febbre mediamente seria: anche quella volta ero in vacanza. Settimana bianca con degli zii, tra l'altro quelli di cui sopra ed è una cosa sulla quale non avevo mai ragionato e sulla quale forse è il caso che prima o poi mi ci soffermi un po'. Scarponi da sci, tuta da neve, pile... e aspirina! Un armamentario da viaggio da fare invidia ai più. Non so come mai dopo quell'occasione non fui più invitata in vacanza con loro. 
Da allora più niente: niente di niente! Ed ormai saranno più di 10 anni. Più nessuna grande febbre (che, come si sarà capito, non ho mai avuto), non una media febbre, al massimo qualche piccola febbricciola che la gente chiamerebbe "Stai benissimo! Non rompere le scatole e vai a scuola" e che negli anni è stata rinominata "Stai benissimo! Non rompere le palle e vai all'università" ma anche "Stai benissimo! Non rompere i coglioni e vai a lavorare". Decisamente più frequenti, di conseguenza, raffreddori, mal di gola ed altre pene accessorie. 
Io, tuttavia, oggi non ho il raffreddore. Se lo avessi lo direi, ma non lo ho. Inutile girarci intorno: sono certa che se me ne capissi almeno un po' di medicina sarei anche in grado di dare un nome a questa cosa che, sì, sta affliggendo il mio naso, anche un po' la gola (ma solo in parte), mi fa starnutire un sacco e mi obbliga a soffiarmi tantissimo il naso. Eppure non è raffreddore. Ah, dimenticavo che ci sono anche gli occhi lucidi, ma quella è solo una conseguenza del soffiarsi moltissimo il naso.
Sono piuttosto certa che la soluzione medica a tutto questo sia intorno a sinusite, angolo congestione nasale. Non sono neanche certa che esista veramente come patologia medicalmente riconosciuta e, se non  esistesse, da oggi la invento io. Volgarmente concepito come un'infiammazione (data da non so bene cosa. Forse freddo? Forse polvere?)  nella parte alta del naso che porta anche la semplice attività di respirare come la più dolorosa del mondo se non avviene alla giusta temperatura (non troppo fredda e non troppo calda) e che porta il naso a gocciolare (immagine finissima) solo per autodifesa. Un po' come tutti gli altri fluidi\liquidi prodotti dal nostro corpo: sono solo autodifesa. 
Andiamo dritti al francesismo finale: tutto questo autodifendersi del mio corpo mi sta creando un enorme bolo di catarro tra naso, orecchie e cervello tale da isolarmi dal mondo come se fossi aliena. Dopo le prime due ore in cui mia madre si è messa a parlare e io non riuscivo a sentirla, in effetti, il gioco mi è parso piuttosto divertente: ora basta! Non si tratta solo di dover alzare la musica nelle cuffiette. Tutto ciò deve sparire.
Ho deciso di riesumare un amico del passato: l'aerosol! Perchè sì, sono nata perfetta... ma non troppo. Per molto tempo ho visto più l'amico aerosol che i bimbi dell'asilo, così andarlo a riprendere in cima ad un mobile ha avuto anche il suo simbolismo. La scatola era impolverata ma ancora in buone condizioni. Così come il gingillo, non più giovane come un tempo ma si tiene ancora bene. Come la sua proprietaria tra l'altro.
Tutto questo excursus sul negazionismo parte, in realtà, dall'immagine posta sulla scatola dell'amico verde. Io mi sono immaginata, a suo tempo, il fotografo che, dopo taaaanti costosissimi corsi di fotografia, fiero della sua prima macchina fotografica professionale, si ritrova (quantomeno per rientrare delle spese del mezzo) a fare queste cose. Fotografie per scatole di elettrodomestici. Deciso quindi a non mandare in pappa tutta la sua creatività non si limita semplicemente a scattare un'immagine del gingillo in primo piano ma, pur non prescindendo dallo sfondo neutro, piazza ogni singolo componente ad arte, giusto per guarnire un po' la scena. Lo sfondo sfumato a mo di illuminazione divina è il mio elemento preferito.
Ora, visto che sono giovane e sana, vado a fare l'aerosol. Alla prossima.

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