La signora delle Camelie - Alexandre Dumas

Penso di avere un grave problema esistenziale. E' molto probabile che sia io a sbagliare e non l'intero mondo che la pensa diversamente. Eppure sono certa che la Signora delle Camelia sia un romanzo di cui avremmo tutti potuto fare benissimo a meno. 
Mettiamola così: all'epoca non esistevano i computer, prima di mettersi dietro a scrivere qualcosa era necessario essere certi di essere pronti, averci fatto la mano, diversi esercizi di stile. Cose così. Prima di mettersi dietro a scrivere i tre moschettieri avrà ben pensato di scaldarsi il polso con qualcosa di più leggero e spensierato, non lo metto in dubbio. Eppure, della vicenda della Signora delle Camelie, si sarebbe anche potuto fare a meno, senza sentire alcun vuoto infondo al cuore.
Prima di partire, qualche premessa. Pare il caso che io aggiunga qualcos'altro alla faccenda prima di passare completamente per matta. Rimane pur sempre un romanzo degno di nota per lo stile di scrittura, per l'abilità nelle descrizioni, per un sacco di altri accorgimenti di cui, purtroppo, certa letteratura moderna è priva. Solo che per avere un esempio di buona scrittura, per tirare una boccata d'aria da frasi sconnesse, prive di consecutio temporum, di protagonisti anonimi e di periodi troppo brevi per non far impallidire qualsiasi Zingarelli ci passi davanti, vale assolutamente la pena di essere letto. Se si cerca una storia interessante che ti tenga attaccato alle pagine fino alla fine, beh, allora magari no.
La vicenda narrata è quella di una prostituta. Una prostituta di alto borgo, caduta in disgrazia e morta. Fosse ancora che muore alla fine, inaspettatamente, sotto un carro di buoi, uno se ne potrebbe fare una ragione confidando in una giornata storta per l'autore che lo ha portato a concludere in tragedia ciò di cui si stava occupando. La relatà è che, questa disgraziata muore all'inizio del romanzo. 
Anzi, in apertura lo troviamo già morta e tutti i suoi beni in vendita al miglior offerente. Un disgraziato passa di li e si compra un libro dalla collezione. Poco dopo gli fa visita un disgraziato più disgraziato di lui che incomincia a raccontargli, tra un pianto molto mascolino e l'altro, tutta la vita della sciagurata. Questa era una prostituta in grado di vivere diverse spanne sopra le sue possibilità: spendeva non solo i soldi che non aveva ma anche quelli che non avrebbe mai avuto creando quindi un vortice di debiti sparsi per il paese. Gli unici a salvarle un po' la situazione erano alcuni nobili capaci di elargire ingenti somme di denaro per le sue prestazioni. Un bel giorno, il disgraziato numero due, di cui sopra, quello che continua ancora a piangere e a tremare dal dolore, la incontra per caso a teatro ed immediatamente puf! se ne innamora. Sicuramente tra i due c'è affinità intellettuale. Un amico in comune prova a presentarli ma lei, con fare sprezzante, in sostanza gli dice di togliersi dai piedi. Due anni dopo un nuovo incontro e, chiaramente, ciuascuno dei due si ricorda benissimo dell'accaduto, come se non avesse pensato ad altro per tutto questo tempo. In breve tempo si ritrovano innamorati ma, ancora più velocemente, incominciano le crisi della coppia, capaci di susseguirsi con la frequenza di una al giorno. Lui è geloso, Lei si sente oppressa, Lui vuole che lei lasci il suo lavoro, Lei non vuole mollare l'unica rendita che può sfamarli. Nel frattempo Lei è anche piuttosto malaticcia e malmessa, potrebbe avere poco da vivere ma non le importa di niente... fino alla volta in cui si ritrova per fato più di la che di qua.
Lui, che continua a fare il mantenuto dalla famiglia, privo di una vera occupazione che gli permetta di guadagnare qualcosa, accetta il compromesso di andare a vivere con la donna in una casa lontana dalla città... pagata da uno degli amanti di Lei. Lì viveno momenti felici e sereni, lei si ritrova sostanzialmente in cassa integrazione e se la gode. Lui se la gode e basta. 
Un bel giono arrivano brutte notizie dalla città: Le stanno pignorando casa! La donna con tutte le sue camelie decide di tornare, all'insaputa di Lui, e lavorare ancora un pochino giusto per riparare qualche pezza. Quando il disgraziato viene a sapere della grande novità va su tutte le furie e, con tutto l'impeto che ha in corpo, Le scrive una lettera brutta brutta brutta... della quale si pentirà un secondo dopo. Segue altro scambio di letterine cattive, intervallate da attimi di pace, alla fine lei muore e ci ritroviamo allo stesso esatto punto dell'inizio: Disgraziato 2 a casa di Disgraziato 1 intento a piangersi addosso e cercare forme di autopunizione per il tempo che non sono riusciti a trascorrere insieme per colpa della sua gelosia \ testardaggine \ mancanza di fiducia. Fine.

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