Max Pezzali - Max20

Con qualche mese di ritardo rispetto all’uscita sono riuscita anch’io ad entrare in possesso di Max20, l’ultimo CD di Max Pezzali. Mia madre guardando la copertina ha commentato: ammazza se si invecchia. Temevo volesse polemizzare sul fatto che non mi potessi proprio trattenere da quest’ultimo acquisto. 
A conti fatti è andata peggio a Max, anche perché, di fatto, che comprassi anche quest’ultimo non era di certo dato per scontato. Figuriamoci che non mi credo neanch’io quando dico queste cose ma, volendo essere del tutto sinceri, credo che ammazza se si invecchia sia più adatto alla prima foto interna al libretto. Sulla copertina si legge: “cinque nuovi inediti”. E qui scatta la prima bugia: l’inedito è solo uno: l’universo tranne noi, tutti gli altri sono dei simpatici esperimenti, riempitivi sui quali non è possibile non sentire il leggero tocco non sense di Mauro Repetto, modello hanno ucciso l’uomo ragno. 
Non poteva prima o poi mancare all'appello la canzone dedicata al figlio: i cow boy non mollano. Segue il ragazzo inadeguato: simpatica presa di posizione ironica sui noti problemi di peso che ciclicamente lo affliggono. Tra le note possiamo rivedere quel ragazzo con il giubbotto tutto pieno di toppe strane  che la voleva far innamorare tanto.
Iniziano così i duetti, alla ricerca del successo passato da reinterpretare con le voci di gente che, davvero!, mai avrei creduto che potesso prendere parte ad un progetto del genere. In molti casi si è assistito a dischi che sono andati a cercare vecchie canzoni del passato per reinterpretarle alla propria maniera... ma che qualcuno chiedesse ad altri di cantare le proprie... wow! Bel colpo da maestri per Claudio Cecchetto, Pier Paolo Peroni e tutta la gang alle spalle. Apre le danze Jovanotti conTieni il tempo riuscendo pienamente a centrare lo scopo del disco: prendere vecchi successi e, rendendosi conto che sono ormai, in qualche modo, entrati a far parte della storia della musica pop italiana, aggiungerci pure qualcosa di proprio, senza mai - per questo motivo - stravorgerne la natura o l'intensità. Ne esce fuori una versione diversa, nuova ma altrettanto interessante. 
Giuliano Sangiorgi, detto anche il cantante dei Negramaro, è riuscito in una sola mossa ad unire due cose che ho spesso tollerato poco: la sua voce e ti sento vivere. Con la sua voce credo che il rapporto non sia mai esistito e neanche sarà mai recuperabile. Nulla di personale ma proprio mi da sui nervi. Con ti sento vivere si è sempre trattato di una bella altalena, iniziata decisamente male nel lontano 1995 quando Max si presentò a Sanremo con questo pezzo, non capendo come fosse possibile che non cantasse una delle sue canzoni ed andata un po' a mutare a seconda dell'umore. Cantata da Giuliano... decisamente non ci siamo: si è anche preso la strofa iniziale, senza neanche darmi modo di mettermi nella giusta predisposizione d'animo. 
I duetti meglio riusciti: Cesare Cremonini, Raf, Nek.
Duetti improbabili: Baglioni, Venditti. Il primo decisamente scomodo in vestiti non suoi, il secondo stranamente a suo agio in un pezzo quasi dimenticato del repertorio.
Duetto si può dare di più: Elio.

Commenti