Tu chiamale se vuoi... emozioni

Quando si arriva ad una certa età il numero di persone morte intorno a te incomincia a diventare considerevole. Se si è particolarmente fortunati quelle che sono realmente vicine si contano appena sulle dita di una mano - possibilmente dopo un incidente con la sega circolare - le altre si distaccano a sufficienza da farti riflettere più che soffrire.
All'interno di questa categoria ci finiscono inevitabilmente il vicino di casa così giovane, ma grasso come un maiale capace di fumarsi tre pacchetti di sigarette al giorno, il compagno di scuola mai più tornato da una drammatica gita in montagna, la collega di tuo padre non sopravvissuta all'ultimo episodio di violenza subito dal marito, il figlio dell'amico del dentista che... eh, sì. E' la vita, o meglio, è la morte: l'unico evento che siamo legittimati ad attendere e che, misteriosamente, ci sorprende di più quando arriva.
Certe volte questa faccenda ha però dei risvolti molto contraddittori. I giornali riportano quotidianamente moltissime notizie di gente morta, spesso ammazzata, contusa in incidenti stravaganti o vittima di aggressioni immotivate eppure non ci fanno la stessa impressione. Forse perchè sono notizie che arrivano da quel freddo mezzo di comunicazione che è il televisore, forse perchè la nostra mente reagisce come se fosse tutto un film, forse perchè, giustamente, non si può piangere ogni morto che ci passi davanti: c'è chi ha diritto a piangere i suoi morti ma c'è anche chi ha tutto il diritto di vivere la sua vita. Forse perchè sono degli sconosciuti... ma sarà veramente così?
Anche cantanti \ attori \ politici \ scienziati o altri personaggi noti in genere sono per noi degli sconosciuti, perchè per loro però è lecito piangere?
Tra le notizie di questi giorni c'è la morte di Talia Castellano, il suo nome non sarà noto ai più ma sarebbe veramente il caso che lo fosse. Talia non era altro che una bambina, 13 alla sua morte. L'ho conosciuta diverso tempo fa attraverso il suo canale YouTube: era una vlogger, come ne esistono a milioni, ma con una particolarità. Talia conviveva da molti anni con diverse malattie terribili, dai video in inglese non credo di aver mai capito bene o forse memorizzato, termini scientifici, quello che rileva è come Lei sia praticamente cresciuta consapevole di essere destinata a non sopravvivere a quei mali, con la sola incognita di quando il momento sarebbe arrivato. Nei film sarebbe successo qualcosa di miracoloso, tipo che la cura allunga abbastanza le sue aspettative di vita per dare modo alla scienza di inventarsi qualcosa di buono. Nella realtà Talia è morta e quello che è rimasto di Lei, per noi che non siamo la sua famiglia, e ci troviamo da questo lato del PC, un canale pieno di video in cui comunica al mondo tutta la sua voglia di vivere che ha dimostrato giorno dopo giorno. 
Dalle sue parole emerge spesso moltissima consapevolezza, niente incanto, niente gita a trovare il dottore: i suoi Vlog dall'ospedale sono spesso terribilmente diretti... ma sempre con il sorriso stampato il faccia. Il suo motto la dice lunga: il make up è la mia parrucca. A causa delle cure Talia non aveva più capelli da molto tempo eppure si è rifiutata di indossare una parrucca per nascondersi: le trovava estremamente scomode e, come negarlo, certe volte un bel trucco maschera di noi molto più di quanto possa fare nessuna parrucca. 
Sia chiaro al mondo: io odio pietà e pietismi. Spero solo che qualcuno, pur esendo certa che non ignori che c'è chi vive giornate peggiori delle sue, guardando solo qualcuno dei video di questa ragazza, o leggendo qualcosa su di Lei, o mettendo mano a molte storie simili a queste, rivaluti il propri problemi. Perchè per me è stato così.

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