Il gusto del caffè

Ogni cosa che Papa Francesco decida di fare e pensare ottiene sempre un grande risalto, non solo quando dice cose inaspettate ma anche, e soprattutto direi, quando ne compie delle più comuni. Ha suscitato inutilmente grande clamore la notizia degli scorsi giorni che riporta l'appuntamento fisso dello stesso Papa alla macchinetta del caffè. A parte che dubito sentitamente che dalla macchinetta papale esca la stessa brodaglia che esce da quelle preistoriche dell'Ateneo genovese: quelle che per soli 30 centesimi, magari non ti danno lo zucchero, ma ti forniscono una collezione di moscerini di serie. Ma questo non è neanche ciò su cui voglio soffermarmi.
Ci tengo solo a far notare che anch'io vado alla macchinetta del caffè tutti giorni, anzi, più volte al giorno! Giusto un paio se si tratta in qualche modo di un caffè di dignitosa qualità, anche tre o quattro cinque volte se l'apporto di caffeina di un solo bicchiere non è in grado neanche di colmare il livello di insofferenza dentro di me. Eppure, nonostante questo, nessuno da peso alla questione. Neanche il Sig. Proprietario Di Macchinetta al quale, negli anni, devo aver regalato almeno un paio di settimane di vacanza all'estero.

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